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Locarno: opinioni contrastanti

Il Pardo d'oro, oggetto delle polemiche. www.pardo.ch

Chiuso il sipario sulla 55ma edizione del Festival internazionale del film di Locarno, si continua a discutere.

L’attribuzione del Pardo d’oro al film tedesco Das Verlangen ha suscitato molte controversie sulla stampa.

Un successo straordinario, secondo il quotidiano ginevrino “Le Temps”, che si spiega con la volontà dei vertici di privilegiare la diversità – piuttosto che la concentrazione propria a Cannes, Venezia o Berlino – soddisfacendo un pubblico “profondamente cinefilo e curioso, avido di tutti i tipi di cinema”, scrive l’editorialista Thierry Jobin.

E a dimostrare la “popolarità» del festival, la pazienza e l’affetto” degli spettatori, Jobin ricorda le tre o quattromila persone che venerdì sera, sotto una pioggia battente, hanno assistito al thriller “The Bourne Identità”.

“Anche se il programma sulla Piazza fino all’ultimo non ha permesso di riconoscere una chiara progettualità”, Alexandra Stäheli della “Neue Zürcher Zeitung” scrive che, per tutta la sua durata, il 55mo festival ha mantenuto un “solido livello”.

La giornalista ha particolarmente apprezzato le interessanti occasioni di riflessione estetica e sui contenuti sparse qua e là, come le discussioni quotidiane con esponenti della scrittura al Forum o la giornata conclusiva dedicata all’Afghanistan con film sfuggiti alla distruzione dei Talebani.

Voci critiche

Sullo zurighese “Tages Anzeiger”, a Locarno è dedicata una colonna assai critica nel quaderno della cultura. “Solo raramente sulla Piazza Grande avevamo osservato un pubblico così indifferente”, scrive Nicole Hess. L’inviata ammonisce: “Locarno deve fare attenzione a non svendere al mero commercio il cuore del festival”.

Pur riconoscendo l’elevata frequenza di pubblico – del resto essenzialmente attribuita alle due nuove sale – la Hess giudica qualitativamente poveri i primi due terzi della manifestazione, le cui proiezioni sembrano essere destinate ai finanziatori: “di anno in anno – e manteniamo il nostro proposito anche se la direzione del festival afferma il contrario – sulla Piazza sono sempre più numerosi i posti riservati agli sponsor”.

Dopo il passaggio nella categoria di festival A, Locarno, scrive nel commento Pascal Gavillet, paga il prezzo del cambiamento di statuto e le tensioni tra la propria tradizione di cinema allo stesso tempo per specialisti e neofiti e la concorrenza con i “grandi europei”. La 55ma edizione “dava l’impressione di raggruppare vari festival autonomi”, spiega Gavillet.

Anche il commento in prima del bernese “Der Bund” critica il palinsesto di Piazza Grande: peccato che Locarno, “per un’ambizione fuori luogo, continui ad autolimitarsi e non proponga film che sono già stati proiettati in altri festival come Berlino o Cannes”, scrive Thomas Allenbach.

Pardo d’oro contestato

Il malumore sull’attribuzione del premio principale, il pardo d’oro, alla pellicola di Iain Dilthey «Das Verlangen» – “il desiderio» – è piuttosto diffuso. “È un’opera debole, legnosa e artificiale”, scrive la Basler Zeitung. “Le Temps” lo giudica però un fatto marginale, mentre il “Tages Anzeiger” parla di “disfacimento dell’importanza” del riconoscimento.

Anche “24heures” parla di “incomprensione finale per una competizione tra le migliori di questi ultimi anni”. Per Emmanuel Cuénnod “la decisione della giuria è semplicemente desolante”.

Premiato l’outsider

Il film “Das Verlangen” non era tra i favoriti: si tratta di una messa in scena piuttosto teatrale in cui la moglie di un parroco di campagna, donna sottomessa e quasi irrealmente passiva, scopre di amare un assassino.

Tutto nel film, dalle scenografie, ai dialoghi, alla fotografia e soprattutto l’interpretazione della protagonista gronda di violenza passiva, che diventa attiva alla fine.

Secondo il suo presidente, Cedomir Kolar, nemmeno la giuria era unanime sul verdetto del primo premio, mentre lo è stata su tutti gli altri premi. Il favorito del pubblico è stato il film di Gurinder Chadha “Bend it like Beckman”, sul calcio femminile.

swissinfo e agenzie

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