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Locarno, un festival del cinema vicino al pubblico

La Piazza Grande è di nuovo pronta a ricevere migliaia di spettatori Keystone Archive

Meno film in cartellone rispetto all’anno scorso: un programma misto ed accattivante, ma nessuna superproduzione americana.

Lei stessa giornalista per 30 anni, la direttrice del Festival internazionale del film di Locarno ha scelto quest’anno il tema del confronto tra cinema e media per la retrospettiva.

Quest’anno sulla Piazza Grande ci saranno un paio di grossi nomi della cinematografia europea: Patrice Leconte, con il film “Dogora” e Volker Schlöndorff (“Der neunte Tag”).

Nessuna megaproduzione americana invece, una prima per Locarno. Fuori dal concorso internazionale qualche nome americano si trova e pure di alta tradizione: Nick Cassavetes, figlio di John, considerato un po’ il padre del cinema indipendente americano, che presenta il suo “Notebook”.

Alla ricerca della verità

La retrospettiva è dedicata ai rapporti tra giornalismo e cinema. Accanto al trionfo del cinema-documento e ai film che mostrano i giornalisti come eroi, la rassegna ne presenta anche di più critici, che hanno per tema l’etica del reporter, la fascinazione dei mass media e anche la distorsione del reale provocata volontariamente o involontariamente da chi opera in questo mestiere.

“Abbiamo cercato di analizzare il modo in cui il cinema vede il giornalismo e come il cinema stesso si sia sviluppato in direzione del giornalismo investigativo, come ad esempio nei film di Michael Moore e di Errol Morris”, spiega Irene Bignardi a swissinfo.

Si comincia con qualche raro documento della preistoria del cinema: immagini girate da Georges Méliès nel 1899, in cui si vedono dei giornalisti che litigano di fronte alla casa del Capitano Dreyfuss durante lo storico processo.

Da una caccia alle streghe del passato ad una più recente, quella perpetrata ai danni dell’ex presidente americano Bill Clinton dalla destra repubblicana: è narrata nel film “Hunting for the President” di Nick Perry e Harry Thomason.

La retrospettiva permetterà anche di rivedere alcuni classici del genere, come “Citizen Kane” di Orson Welles, e “Tutti gli uomini del presidente” di Alan Pakula. Uno dei testimoni reali della vicenda su cui si basava il film sarà a Locarno.

Si tratta del giornalista del Washington Post Carl Bernstein, che insieme al collega Bob Woodward fece scoppiare lo scandalo Watergate, che portò alle dimissioni del presidente Nixon.

Pardo d’onore ad Ermanno Olmi, omaggio a Marlon Brando

Pardo d’onore quest’anno al regista italiano Ermanno Olmi, conosciuto all’estero soprattutto per il suo “L’albero degli zoccoli”, che vinse la Palma d’oro a Cannes nel 1978.

Un autore le cui opere, a cavallo fra l’invenzione e il documento, vanno dalle testimonianze realistiche tra gli operai sui cantieri, al racconto nostalgico della vita passata dei contadini, alla favola mitologica (“La leggenda del Santo bevitore”; “Genesi: la creazione e il diluvio”). Ora sta completando un film a sei mani con Abbas Kiarostami e Ken Loach.

Locarno rende anche un omaggio speciale a Marlon Brando, morto all’inizio di giugno, con la proiezione di “Queimada”, di Gillo Pontecorvo.

Per quanto riguarda la produzione elvetica, sono diversi i film sparsi nelle varie sezioni, uno solo però nel concorso internazionale: “The Promised Land”, che non si svolge in Svizzera, ma negli Stati Uniti.

Il concorso

E veniamo al concorso internazionale: “Tutti o quasi tutti i film sono impegnati nel difficile progetto comune di decifrare il presente, di capire le ragioni e le non ragioni del mondo in bilico in cui viviamo”, per dirla con le parole di Irene Bignardi.

I film scelti, provengono da diciassette paesi diversi, ma, come detto, nemmeno uno dagli Stati Uniti: a Locarno non ci sarà dunque nessuna parata di stelle e stellette hollywoodiane, che fanno invece ressa per mostrarsi a Venezia e a Cannes.

Fedele alla sua immagine, Locarno resta un festival vicino al pubblico, vacanziero, rilassato, amato dai critici soprattutto per le retrospettive e dai produttori minori o alternativi, ma per i grossi produttori non costituisce una vetrina di primaria importanza.

Ma come dice Irene Bignardi “È il più libero dei festival, perché non subisce alcuna pressione: possiamo fare le cose anche all’ultimo minuto – fare praticamente come vogliamo”.

swissinfo, Raffaella Rossello

4 al 14 agosto 2004: 57esima edizione del Festival internazionale del film di Locarno.
19 film nel concorso internazionale, da 17 paesi.
Presidente della giuria del concorso internazionale: René Burri, fotografo svizzero.

Con circa 200mila posti occupati in 10 giorni, il festival del cinema di Locarno resta il maggiore evento culturale in Svizzera.

Accanto al programma più “popolare” della Piazza Grande, con due proiezioni serali, molte le sezioni in cui ritrovare vecchie glorie e scoprire nuovi talenti.

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