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Lotta a tutto campo contro pedofilia e pedocriminalità

Nell'ambito di Ticino Informatica anche un convegno sulla protezione dei minori in Internet.

Le cifre, ancora una volta, non lasciano scampo: sul Web circolano attualmente circa 200mila siti che incoraggiano relazioni sessuali tra adulti e bambini, in certi casi persino neonati.

Un problema globale

Ogni anno migliaia di piccoli spariscono in Asia, Africa occidentale, Centro America ed Europa dell’est per finire nei traffici gestiti da pedofili e pedocriminali, con un giro d’affari di una ventina di miliardi di dollari all’anno.

“Se non ammettiamo che questi crimini sono ormai globali e vengono realizzati soprattutto attraverso Internet, la battaglia è persa in partenza” sottolinea Arnaldo Choy, ospite d’onore al convegno di Lugano, organizzato dalla Polizia cantonale ticinese nell’ambito della rassegna Ticino Informatica e aperto dal Consigliere di Stato Luigi Pedrazzini.

“Le reti pedocriminali -continua Choy, che è vicepresidente dell’associazione internazionale “Innocence in danger”- sono molto forti, ben organizzate, solidamente finanziate, non hanno quasi più nulla di dilettantesco.

L’ombra di “Genesis”

Per combatterle con efficacia ci vuole così una vera unione tra governo, organizzazioni non governative (ONG) e soprattutto comuni cittadini, che devono sentirsi coinvolti in prima persona.

Il tutto andrebbe guidato da un unico punto di riferimento, con una banca dati centralizzata: oggi una simile realtà ancora non esiste, ma potrebbe nascere dall’Interpol o dall’Europol.

Esperti dell’Interpol sono riuniti proprio in questi giorni a Thun per discutere di pedofilia, dopo che solo in Svizzera 1300 persone sono finite recentemente sotto inchiesta nell’ambito dell’operazione “Genesis”.

“Il cancro di internet”

Choy tiene comunque a precisare che “non è solo questione di trovare e chiudere i siti pedofili. Bisogna invece oscurarne l’accesso al pubblico, così da riuscire anche a mettere le mani su chi li ha creati”.

Chiudere un sito induce infatti autori e frequentatori a dileguarsi rapidamente, salvo poi ricomparire di lì a poco aprendone un altro, e diffondendo così quello che già viene definito “il cancro di internet”.

Uno dei pochi dati positivi, in questo drammatico contesto, è la maggior cooperazione avviata dalle polizie di paesi diversi per procedere all’arresto dei pedocriminali, dopo averli individuati grazie a mezzi tecnici.

Un cammino di collaborazione iniziato nel 1998 con lo smantellamento del sito pedofilo “Wonderland”, grazie all’unione delle polizie di 15 paesi, e consolidato l’anno successivo, quando l’Unesco promosse un importante convegno per definire le possibili modalità di azione di associazioni e semplici cittadini.

L’importanza dei software adatti

Oltre alla necessità di bloccare i pedocriminali, c’è poi quella di impedire che, navigando, i minori finiscano su siti pericolosi o comunque non adatti alla loro età.

A Ticino Informatica si approfondisce anche questo aspetto, con materiale su “Clusis”, associazione svizzera per la sicurezza dei sistemi d’informazione (www.clusis.ch e ramo italiano www.clusit.it), o con la possibilità d’informarsi su siti e software “filtranti” da scaricare.

Tra i primi figurano i siti informativi www.filterreview.com e www.getnetwise.org/tools/.

Tra i secondi, i software scaricabili da www.cybersitter.com/cybinfo.htm, www.cyberpatrol.com e www.netnanny.com/home/home.asp.

Alessandra Zumthor

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