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Un frontaliere per auto ai valichi ticinesi

Un'inchiesta condotta dal Dipartimento ticinese del territorio evidenzia la scarsa occupazione delle auto in entrata dai valichi doganali. Ma da analoghe indagini federali risulta che questa non sia una prerogativa peculiare dei lavoratori frontalieri.

Il traffico sulle strade ticinesi, pur regredendo lievemente, resta un problema irrisolto e l’apporto dei lavoratori provenienti dalle province italiane continua a essere percentualmente consistente, secondo quanto riporta un’indagineCollegamento esterno pubblicata nelle scorse settimane dal Dipartimento cantonale del territorio.

“Le abitudini dei frontalieri diretti in Ticino non sono cambiate” ha scritto un quotidiano della Svizzera italiana riferendosi alla lunga fila di auto con targhe italiane che ogni mattina entrano dai diversi valichi doganali su cui viaggia una sola persona. È infatti di 1,14 persone il tasso di occupazione medio delle macchine immatricolate in Italia che quotidianamente giungono nel cantone più meridionale della Confederazione. Se fossero due per veicolo il traffico sarebbe dimezzato, si sottolinea al di qua del confine.

Quasi 90’000 auto in entrata 

L’indagine condotta l’anno scorso, ma pubblicata a fine settembre, dai servizi cantonali ai valichi doganali fotografa la situazione che indica in 87’000 gli ingressi in Ticino registrati il 27 settembre 2016, il 79% dei quali su veicoli immatricolati nella Penisola (che salgono al 92% nella fascia oraria tra le 5 e le 9 di mattina). Di questi il 48% proveniva dal Varesotto, il 42% dal Comasco e il 5% dalla provincia di Verbania-Cusio e Ossola e il 3% dal Milanese e le destinazioni privilegiate sono il Mendrisiotto (45%) e il Luganese (38%), seguono distanziate le regioni di Locarno (10%) e di Bellinzona (4%).

Ma il resto dei conducenti lavoratori residenti nella Confederazione si comporta in modo differente? Non sembra proprio alla luce dei dati più o meno coincidenti che emergono dall’inchiesta rapportata al 2015 sul comportamento della popolazione in tema di trasporti dell’Ufficio federale di statistica (UFS) e dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) che segnala un tasso di occupazione dell’1,1 negli spostamenti per lavoro.

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Traffico, passa di misura la tassa sui parcheggi

Questo contenuto è stato pubblicato al I ticinesi non hanno sconfessato governo e parlamento cantonali, che volevano la tassa di collegamento, prevista dalla modifica della Legge sui trasporti pubblici. Il testo è infatti stato accolto, seppur di strettissima misura dal 50,7% dei votanti. La modifica ha reso operativa, a carico dei generatori di importanti correnti di traffico, la tassa sui parcheggi…

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Parcheggi gratuiti in azienda

Un quadro leggermente diverso lo si può invece osservare nell’ambito dei posteggi nelle aziende, che sono uno dei fattori rilevanti che contribuiscono a generare traffico. Il 92% dei pendolari italiani diretti in Ticino ha dichiarato di avere un posteggio nella sede di lavoro, di cui il 67% a titolo gratuito, circostanza questa che non incentiva certo a utilizzare mezzi di trasporto alternativi. A livello federale le cifre sono più esigue. L’analoga indagine dell’Ufficio federale di statistica evidenziava infatti una quota di parcheggi a disposizione nelle aziende inferiore di diversi punti: il 75% dei dipendenti usufruisce di un posto auto, la metà circa dei quali (54%) a titolo gratuito.

Ma su questo aspetto sono numerosi i cantieri aperti a sud delle Alpi destinati a cambiare nei prossimi anni lo scenario. Innanzitutto c’è la tassa di collegamento, approvata dal Gran Consiglio ticinese nel dicembre 2015 e confermata alle urne popolari il successivo 5 giugno, che una volta evasi i ricorsi imporrà un tributo ai grandi generatori di traffico (enti pubblici e privati, aziende e centri commerciali con almeno 50 posteggi).

Cantieri aperti

Vi sono poi alcuni progetti Interreg, in particolare “Smisto” promosso da Ticino e Lombardia che si propone di potenziare le linee pubbliche transfrontaliere e di creare parcheggi di interscambio (tra auto provate e mezzi pubblici o car pooling) al di là del confine e misure più propriamente “cantonali”. Tra di esse figurano i 2 milioni di incentivi stanziati recentemente dal Consiglio di Stato per favorire la mobilità aziendale e la definizione, nell’ambito dei programmi di agglomerato, di specifici piani di mobilità aziendale per il quadriennio 2019-2022.

Se quindi il traffico veicolare attanaglia le principali arterie del Ticino meridionale, soprattutto nelle fasce in cui si sovrappongono gli spostamenti dei pendolari italiani, nei prossimi anni il quadro potrebbe leggermente migliorare.

Link:

-traffico transfrontaliero 2016Collegamento esterno
-rapporto sulla mobilità in Ticino 2016Collegamento esterno
-programma Interreg italo-svizzero SMISTOCollegamento esterno
-inchiesta sulla mobilità transfrontaliera a Ginevra (in francese)Collegamento esterno


Frontalieri a Ginevra
L’intenso traffico attraverso le dogane non è un’esclusiva del Ticino. Altri cantoni di frontiera come Ginevra sono confrontati con l’afflusso di lavoratori pendolari dall’estero. Un’indagine rapportata al 2011 evidenziava un tasso di occupazione di 1,21 persone per auto tra le 6h30 e le 9h30 ai valichi di confine (l’analoga inchiesta in Ticino registrava un indice di 1,17 persone tra 5 e le 9). 

Anche il cantone romando partecipa a progetti Interreg in favore della condivisione dell’auto che coinvolgono i dipartimenti di Ain e Alta Savoia. È inoltre previsto il potenziamento di linee di trasporto pubblico, che passerà soprattutto attraverso il Léman Express, il sistema integrato di linee ferroviarie regionali transfrontaliere – con annessi park&ride da 7’000 posti auto (il 60% in Svizzera e il 40% in Francia) – che sarà pronto per il 2019. Sarà poi estesa la linea di tram tra Annemasse (Francia) e Ginevra. 

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