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Manifestazione pacifica a Davos, scontri a Landquart e Zurigo

Respinti dalla polizia a Landquart, nella serata di sabato centinaia di manifestanti hanno inscenato violenti disordini a Zurigo Keystone

Come prevedibile, visto il dispiegamento di forze dell'ordine a Davos e lungo le vie d'accesso, solo alcune centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione non autorizzata di sabato nella cittadina grigionese. Polizia e dimostranti si sono invece scontrati a Landquart e in serata a Zurigo.

Niente guerriglia urbana nella Davos del Forum economico mondiale. Nonostante i timori della vigilia, la manifestazione di sabato organizzata dal coordinamento anti-OMC non è degenerata. Tranne qualche scaramuccia e l’impiego degli idranti da parte delle forze dell’ordine, manifestanti e polizia hanno mantenuto i nervi relativamente saldi.

Una partecipante al contro-convegno “Public Eye on Davos”, l’indiana Vandana Shiva, accreditata anche al Forum economico, sarebbe però stata aggredita dalla polizia, a detta dell’Indipendent media center, mentre cercava di incatenarsi alle reti di protezione.

All’una del pomeriggio di sabato, mezz’ora prima del previsto ritrovo dei manifestanti alla stazione di Davos Dorf, si poteva anche pensare che di manifestanti non se ne sarebbero visti, sulla via principale. Solo le condizioni metereologiche sembravano confermare uno degli slogan diffusi su Internet dagli oppositori al Forum: “WEF – una nevicata vi seppellirà”.

All’ora prevista però alcune centinaia di persone hanno cominciato a muoversi dalla stazione in direzione del centro dei congressi, lungo una strada ai margini della cittadina. La polizia, pur minacciando di utilizzare idranti, lacrimogeni e proiettili di gomma, ha permesso al corteo di convergere verso la via principale, bloccandolo comunque immediatamente, ad una distanza più che di sicurezza dal centro dei congressi, con le grate di metallo montate sulle jeep.

Qui i manifestanti sono rimasti per mezz’ora-tre quarti d’ora, sotto la neve e con un freddo pungente, scandendo slogan e leggendo una risoluzione di condanna contro il Forum. Poi, spinti dalla polizia, sono tornati verso la stazione. Da lì sono proseguiti in treno in direzione di Landquart.

Il grosso dei contestatori, comunque, a Davos non è mai arrivato. Secondo gli organizzatori, le forze dell’ordine hanno impedito l’accesso alla località grigionese a circa 1500-2000 persone: un treno intero, con a bordo 300 manifestanti, è stato fermato a Klosters, mentre un migliaio di dimostranti è stato bloccato a Landquart.

Questi ultimi – circa 600 secondo le forze dell’ordine – si sono opposti alla polizia, che ha fatto ricorso a gas lacrimogeni e getti d’acqua. In risposta, gli oppositori al Forum economico hanno bloccato il traffico ferroviario tra Zurigo e Coira e l’autostrada A13 in entrambe le direzioni, tra Landquart e Walenstadt. Una parte dei manifestanti è poi ripartita alla volta di Zurigo.

In serata a Zurigo sono scoppiati gravi incidenti tra polizia e poco meno di un migliaio di manifestanti. Molti i veicoli dati alle fiamme e le vetrine infrante. Poco dopo le 20.00 le forze dell’ordine sono riuscite a disperdere i manifestanti, facendo uso di idranti, lacrimogeni e proiettili di gomma, mentre dall’altro fronte giungevano pietre e bottiglie. Il bilancio dei disordini è di un centinaio di manifestanti fermati dalla polizia e tre agenti leggermente feriti, mentre i danni materiali ammontano, secondo stime della polizia, a diverse centinaia di migliaia di franchi.

Sabato mattina, la polizia svizzera era intervenuta anche alla frontiera di Chiasso, ricorrendo agli idranti per tenere lontane dalla dogana le tute bianche italiane che bloccavano da venerdì sera il valico di Ponte Chiasso, dopo che le autorità elvetiche avevano negato loro il permesso di entrare nella Confederazione. Nella tarda mattinata, i 40 avevano poi annunciato che lo scopo della loro manifestazione era stato raggiunto e si sono ritirati in territorio italiano.

Anche alla frontiera franco-svizzera a Ginevra, una cinquantina di attivisti ha bloccato il traffico in direzione della Svizzera, mentre in città 200 manifestanti nella mattinata di sabato hanno occupato l’area in cui sorge la sede dell’Organizzazione mondiale per il commercio.

Andrea Tognina, Davos

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