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Maratona musicale a Lugano con Martha Argerich

La famosa pianista argentina è la protagonista dell'estate musicale luganese. www.russischeschule.com

Quindici concerti in una settimana con la pianista argentina come protagonista per far conoscere i talenti emergenti.

“Progetto Martha Argerich”: così si intitola un’originale iniziativa musicale che chiude in bellezza l’edizione 2002 di Lugano Festival. Un’intera settimana in musica -da camera, in duo, trio, con l’orchestra, in recital – con al centro sempre lei, la grande artista argentina che per l’occasione chiamerà di volta in volta sul palco accanto a sé interpreti già noti e giovani emergenti.

Uno degli obiettivi del progetto è infatti quello di dare spazio a nomi validi ma ancora poco conosciuti nell’ambito del concertismo mondiale, nomi che – sono parole della Argerich- “sono numerosi, ma trovano poche vie per farsi conoscere vista la reticenza dell’establishment del mondo musicale a prendere rischi”.

Artisti famosi e artisti sconosciuti

La pianista ha così scelto personalmente i nove giovani che l’accompagneranno in questa maratona, di tre patrocina addirittura i CD che verranno presentati dalla EMI durante il festival. Accanto a loro, concertisti famosi come Lilja Zilberstein o Mikhail Pletnev, impegnati in pagine di Dvorak, Bartok, Brahms, Beethoven e molti altri.

Fino al 30 giugno a Lugano sono previsti in tutto quindici concerti: sette matinées nella chiesa di Santa Maria degli Angioli, due appuntamenti sinfonici al Palacongressi con l’Orchestra della Svizzera Italiana diretta da Alexander Rabinovitch, quattro serate cameristiche all’auditorio Stelio Molo della Radio della Svizzera Italiana (RSI) e un gran finale, un concerto maratona, il pomeriggio-sera dell’ultimo giorno.

Un “bagno di musica”

Il tutto coordinato dal direttore della Rete 2 della RSI, Carlo Piccardi, che sottolinea la volontà di proporre “una settimana di ininterrotto bagno di musica per esecutori e pubblico, lasciando carta bianca a una concertista fra le più grandi del nostro tempo”. Con un modo di suonare molto particolare, pieno di intuizioni e soluzioni ogni volta originali, che fanno parlare del suo pianismo come di qualcosa di adolescenziale, nonostante i sessant’anni di età.

Un pianismo, anche -e lo si vede in questo progetto- che ha abbandonato molto presto la forma puramente solistica del recital, per avvicinarsi a quella con l’orchestra o quella cameristica, sia per due pianoforti che insieme ad altri tipi di strumenti.

Alessandra Zumthor

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