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Marc Rich e la ragnatela della mafia russa

Il controverso finanziere ha fatto fortuna con il commercio di materie prime swissinfo.ch

Per la magistratura italiana, il finanziere che risiede in Svizzera è coinvolto nelle operazioni di riciclaggio della mafia russa.

La pista Marc Rich

Tra le maglie dell’operazione “Tela di ragno” lanciata lunedì dagli inquirenti italiani sembra essere rimasto invischiato anche Marc Rich, facoltoso faccendiere belga di cittadinanza ma residente in Svizzera, scrive il Corriere della Sera.

L’atto d’accusa della magistratura di Bologna, che swissinfo è riuscita a procurarsi, evidenzia i legami tra Rich e Gregory Loutchansky, presunto padrino mafioso russo.

Contattato da swissinfo, il direttore della “Marc Rich Holding GmbH” ha respinto le accuse in blocco. Secondo Thomas Frutig, “Marc Rich non ha mai avuto relazioni né con la Nordex, né con la Benex. Inoltre non è nemmeno azionista di minoranza della Glencore”, come invece risulta dall’atto d’accusa. Queste tre ditte appaiono a diverse riprese nel testo in questione e sono messe in relazione con il finanziere. Bisogna precisare che Rich non figura sulla lista dei 150 indagati stilata dalla magistratura bolognese. Il suo nome è però regolarmente citato nell’atto d’accusa.

Il nome di questo signore di 68 anni, molto noto nel jet set internazionale, risulta infatti tra i soci fondatori della Nordex, la società che secondo, recenti inchieste, è legata alla mafia russa cui faceva capo la “pulizia” dei proventi delle attività illegali.

Ma il vero padrone sarebbe Gregory Loutchansky, uno dei più potenti padrini delle cosche operanti nell’ex Unione Sovietica. A questo proposito, Thomas Frutig ha ribadito a swissinfo che “la Marc Rich Holding e le sue società affiliate non hanno mai partecipato al trasferimento dall’ex Unione sovietica verso paesi terzi di fondi o di somme rubate.”

Ragnatela di società

Tuttavia, dalle indagini risulta anche che Rich è il direttore della Glencore International, holding multinazionale con base in Inghilterra e sede in Svizzera, strettamente legata alla Benex, altra società attraverso cui passava il traffico di denaro verso gli Stati Uniti.

Secondo Lotti Grenacher, addetta stampa della Glencore contattata da swissinfo, «si tratta di una semplice confusione». “Siamo venuti a conoscenza dell’articolo del Corriere della Sera, indica, e stiamo procedendo alle necessarie rettifiche.”

Il discusso finanziere aveva fondato la società “Marc Rich” nel 1974, per poi venderla ai suoi collaboratori nel 1994. Da allora, la società si chiama Glencore e “non ha più niente a che vedere con Marc Rich”, secondo Lotti Grenacher. “Non siamo per niente implicati in questa vicenda di riciclaggio”, taglia corto l’addetta stampa. “La Glencore non ha relazioni né con la Benex, né con la Nordex. Non spetta a noi commentare eventuali relazioni di Mar Rich con queste due società.”

Dal rapporto della magistratura italiana si apprende però che Marc Rich è tuttora uno dei 360 azionisti di minoranza della Glencore. Il finanziere risultava, fino ad un anno fa, anche nella lista dei ricercati da parte dell’Fbi: doveva al fisco americano 48 milioni di dollari.

Un’accusa risalente al 1983, quando l’allora procuratore Rudolph Giuliani aveva spiccato un mandato di cattura a suo nome. Ma Bill Clinton, come ultimo atto della sua presidenza, gli concesse la grazia.

Un’ombra anche per Clinton

Oggi Clinton se ne dice molto rammaricato, ma su di lui fu esercitata una pressione fortissima. L’ex moglie di Rich, diventata amica di Hillary Clinton, si era preoccupata di far arrivare finanziamenti al partito democratico.

La brillante operazione internazionale di polizia che ha permesso di scoprire un immenso giro di riciclaggio di denaro sporco che partiva dalla Russia rischia di diventare un delicato scandalo politico, che arriva a sfiorare l¹ultimo inquilino della Casa Bianca prima di Bush, scrive il Corriere della Sera.

A questo proposito, Thomas Frutig ha precisato a swissinfo che “Bill Clinton ha confermato nella sostanza il suo perdono a Marc Rich. L’ex presidente americano ha invece stigmatizzato le ripercussioni sulla sua propria persona del perdono a Rich.”

Interessi e connivenze

Ad irrobustire la lobby erano accorsi notissimi sostenitori israeliani, come l’ex premier e ministro degli esteri Shimon Peres, l’allora primo ministro laburista Ehud Barak, l’ex capo dei servizi segreti Shabotai Shavit e persino il premio Nobel Elie Wiesel. Del resto, nel mondo del commercio – ufficiale e non – delle materie prime, Marc Rich, lui stesso di origine ebraica, è stato sempre considerato quasi un “agente del Mossad”, secondo l’inchiesta del Corriere della Sera.

Ma non è finita qui. La Nordex, secondo investigatori inglesi, è una società costituita al tempo del crollo dell’Unione Sovietica per portare all’estero fondi del Pcus, integrati con i proventi del furto di beni finanziari e materiali.

L’ambiente giusto, per il belga riparato in Svizzera, per stringere rapporti prima con importanti società russe come il Trans World Group dei fratelli Chernoy, e poi con l¹Alfa Group. Che ha il merito di avere tra i suoi principali sponsor l¹attuale premier Vladimir Putin.

swissinfo

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