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Mario Corti, «responsabile del grounding di Swissair»

Giornata carica di ombre per l'ex patron di SAirGroup Mario Corti Keystone

Dopo gli amministratori di Swissair, è toccato venerdì all'ultimo presidente della direzione Mario Corti finire sotto il fuoco di fila della pubblica accusa nel processo in corso a Bülach.

Mario Corti e l’ex responsabile delle finanze Jacqualyn Fouse sono accusati di aver «volontariamente rimandato la richiesta di moratoria concordataria».

Il procuratore aggiunto Thomas Armbruster ha rinfacciato a Corti di essere responsabile del grounding della flotta, con il suo comportamento negligente e irresoluto. Le arringhe dei quattro procuratori proseguiranno lunedì, quando dovrebbero essere formulate le richieste di pena.

Corti e Fouse avevano infine presentato la richiesta di moratoria concordataria il 4 ottobre 2001, due giorni dopo il grounding, cedendo alle forti pressioni. Il procuratore ha valutato tra il 10% e il 20% la perdita di valore del gruppo causata dai due manager, accusati di amministrazione infedele e cattiva gestione.

I due – ha sostenuto Armbruster – sapevano per lo meno dal 17 settembre che il gruppo era ormai incapace di far fronte ai pagamenti. Quel giorno, la Confederazione aveva rifiutato un credito-ponte di un miliardo di franchi. Una settimana prima, la banca UBS aveva disdetto il conto «cash pool» di SairGroup, che era «centrale» per le liquidità del gruppo.

Accusa di negligenza

Corti e Fouse non hanno fatto «niente, ma proprio niente» di fronte a questo aggravarsi di una situazione finanziaria che era già «drammatica». Il presidente della direzione ha aspettato fino al 30 settembre per discutere con il consiglio d’amministrazione la possibilità di una richiesta di moratoria. E ne ha dato l’annuncio alla stampa il giorno dopo, senza aver preparato il gruppo alle conseguenze che una tale comunicazione avrebbe avuto.

Infatti i fornitori di SairGroup hanno allora chiesto di essere pagati in anticipo, il che ha aumentato il bisogno di denaro liquido. Per farvi fronte, Corti «non aveva alcun piano, non aveva preso alcuna disposizione». I versamenti effettuati giorno per giorno hanno portato all’immobilizzazione della flotta Swissair il 2 ottobre.

Il procuratore ha anche rimproverato a Corti un atteggiamento «arrogante». Questi avrebbe infatti dichiarato che non era necessario preparare una richiesta di moratoria. E quando poi ha dovuto prepararla lo ha fatto nella precipitazione, «in modo lacunoso» e troppo tardi.

Corti ha presentato la richiesta il 4 ottobre, ma solo su pressione del consigliere d’amministrazione Lukas Mühlemann, allora «patron» del Credit Suisse, e anche dell’UBS, che il 30 settembre aveva rifiutato di prestare altri 200 milioni di franchi. La moratoria fu concessa il 5 ottobre.

Atteggiamento troppo ottimistico

Mario Corti e la responsabile delle finanze – ha affermato il pubblico ministero – non hanno preso il toro per le corna ma si sono limitati a reagire all’incalzare degli avvenimenti, per di più in modo «negligente». Parallelamente, si sono rifugiati in un atteggiamento sempre troppo ottimistico.

Pensando che le cose sarebbero andate per il meglio, i due hanno continuato a «dilapidare» le ultime riserve liquide: 177 milioni di franchi dal 25 settembre. Sono state queste perdite a causare l’immobilizzazione della flotta il 2 ottobre, ha sostenuto il procuratore aggiunto.

Armbruster non si è limitato ad analizzare la situazione nelle settimane che hanno preceduto il grounding ma ha descritto la discesa agli inferi di Swissair sin dal 2000. «Al più tardi alla fine del 2000 le difficoltà finanziarie erano note», ma non è stata presa alcuna misura «decisiva».

Mario Corti, quando ha preso in mano le redini della compagnia nel marzo 2001, si è a sua volta accontentato di un risanamento «esitante e parziale». Ha così fatto «perdere tempo prezioso» a Swissair. Lui e la sua squadra hanno inoltre «fatto di tutto per minimizzare la situazione catastrofica», ha deplorato Armbruster.

swissinfo e agenzie

Il processo davanti al Tribunale distrettuale di Bülach si è aperto il 16 gennaio e si protrarrà sino al 9 marzo.

Le audizioni dei 19 imputati si sono concluse il 5 febbraio.

I dibattimenti sono pubblici e si svolgono nella sala comunale di Bülach in grado di ospitare fino a 1’500 persone.

Dal 15 febbraio la corte sta ascoltando le arringhe del pubblico ministero e della difesa.

Il giorno della lettura della sentenza non è ancora stato fissato.

L’atto di accusa riempie 100 pagine, gli atti giudiziari 4’150 classificatori.

Per istruire la causa, il pubblico ministero zurighese ha lavorato 40’000 ore, interrogato oltre 300 persone e disposto la perquisizione di 20 abitazioni.

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