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Massimo Busacca incanta i tifosi egiziani

Massimo Busacca, che ha arbitrato con grande abilità al Cairo l’ultimo derby tra Ahly e Zamalek, è stato designato arbitro internazionale dell’anno nel 2009 Keystone

Gli esperti di calcio egiziani sono unanimi nel lodare la prestazione di Massimo Busacca e della sua équipe: un arbitro che svolge in maniera encomiabile il suo compito e che merita a pieno titolo la designazione per l’arbitraggio delle fasi finali della Coppa del mondo di calcio in Sudafrica.

Gli analisti sportivi hanno dichiarato ai microfoni di swissinfo.ch che durante la partita tra Ahly e Zamalek, Busacca ha dimostrato grande prestanza atletica, ma soprattutto grande equità nel prendere le decisioni, oltre che una perfetta coordinazione con i suoi due assistenti.

L’uso di arbitri internazionali in alcune partite del campionato nazionale, a loro avviso, non solo non toglie nulla ai giudici locali, ma permette di acquisire nuove competenze.

Per comprendere le ragioni della scelta di Busacca per una delle partite più importanti tra le due teste di lista del campionato egiziano e valutarne la prestazione, swissinfo.ch ha incontrato al Cairo diverse personalità: Muhammad Husam al-Din Mustafa, presidente del Comitato arbitri della Federcalcio egiziana nonché portavoce ufficiale della categoria, Khalid Tawhid, analista sportivo, viceredattore capo delle pagine sportive del quotidiano al-Ahram e direttore della rete televisiva del Club al-Ahly, e il generale Ahmad Badawi, segretario del Comitato arbitri della Federcalcio egiziana.

Un’equipe arbitrale tutta svizzera

Quando il Comitato arbitri della Federcalcio egiziana ha invitato Massimo Busacca e i suoi due assistenti, anch’essi svizzeri, per arbitare il derby numero 105 tra Ahly e Zamalek (disputatosi il 16 aprile e terminatosi sul 3 a 3), momento culminante della 27esima settimana del campionato egiziano, l’obiettivo era puntare al meglio.

La scelta di Busacca per una delle partite più sensibili del campionato è stata presa per tagliar corto alle critiche di numerose squadre nei confronti degli arbitri locali. Il suo era quindi un ruolo molto delicato, anche perché in caso di vittoria, al-Ahly avrebbe potuto chiudere il campionato e conquistare la sua sesta coppa consecutiva con quattro settimane di anticipo. Si giocava insomma su un campo arroventato, per riprendere l’espressione della stampa sportiva egiziana.

Busacca è considerato uno dei migliori arbitri del momento. Ha diretto partite della Coppa del mondo 2006, degli Europei 2008 e della Champions League. Nel 2007 ed è stato selezionato per i prossimi mondiali in Sudafrica.

La maggior parte dei conoscitori di calcio egiziani lo considera da tempo uno degli arbitri più competenti, se non addirittura il migliore. Pur non avendo esperienza in Egitto, ha potuto formarsi una solida base in altri paesi arabi, dirigendo importanti partite in Qatar, Arabia Saudita e negli Emirati.

Pieno successo

“Busacca”, afferma Muhammad Husam al-Din, “ha saputo prendere in mano la situazione fin dal primo istante. Sono fiero di averlo proposto.” E precisa che Busacca aveva già arbitrato in Egitto una partita tra Ahly e Ismaily nel 2004.

“È un arbitro eccellente”, prosegue Husam al-Din ai microfoni di swissinfo.ch. “Merita pienamente un ruolo di primo piano in Coppa del mondo. Lo conosco da tempo: me lo ha presentato un collega egiziano che lavora alla FIFA e abbiamo avuto occasione di rivederci durante alcune conferenze alle quali ho partecipato, in qualità di membro dell’Unione Calcio Africana, insieme ai miei colleghi europei a Barcellona.”

Ricorrere ad arbitri stranieri per dirigere importanti partite del campionato egiziano non è però un affronto per gli arbitri locali? “Al contrario”, risponde Husam al-Din. “È un’iniziativa utile, un’occasione di arricchimento professionale. E poi è prassi corrente in numerosi settori: ci sono giocatori, medici, ingegneri, professionisti dello spettacolo che partono dall’Egitto, altri che arrivano. Abbiamo dei calciatori che giocano in squadre europee, e giocatori stranieri che giocano in squadre egiziane.”

Tradizioni diverse

Busacca, prosegue Husam al-Din, “appartiene all’élite internazionale della professione. Ha una sua visione; è considerato uno dei pilastri della scuola svizzera. Per questo in Egitto non possiamo che trarre vantaggio da lui. Ci permette di sperimentare altri approcci. Partite di questo tipo sono seguite con grande attenzione dagli arbitri egiziani.”

“Per noi la formazione è importante. La nostra federazione organizza corsi di una giornata, altri articolati su più giornate, soprattutto durante la pausa estiva del campionato. Contestare le decisioni degli arbitri non è solo un problema nostro. E ricorrere ad arbitri stranieri non è una soluzione nuova: in Egitto lo facciamo da oltre trent’anni.”

“Quando per questa partita ho proposto Busacca, ho scelto uno dei migliori arbitri del mondo, se non il migliore in assoluto. La sua competenza è unanimemente riconosciuta, soprattutto da quando ha diretto la finale di Champions League tra Manchester United e Barcellona.”

“Busacca ha poi il pregio” conclude il portavoce degli arbitri egiziani, “di saper parlare molte lingue, tra le quali anche l’arabo. Si serve spesso del cartellino giallo: prima della partita, ho avvertito i giocatori di evitare provocazioni e parole forti. Conosce bene l’Egitto, lo ha visitato più volte come turista e ha grande stima del popolo egiziano.”

L’eroe della partita

Anche l’analista sportivo Khalid Tawhid lancia il suo plauso. “È stato grandioso. Tutti sono concordi nel rendergli omaggio: giocatori, tecnici e dirigenti di entrambe le squadre. Non ho mai visto una simile convergenza di opinioni tra analisti e commentatori su tutte le reti televisive, prima durante e dopo la partita.”

Tawhid, che dirige la rete televisiva del Club al-Ahly, sintetizza così le ragioni del successo di Busacca: ottime condizioni fisiche, assoluta neutralità di giudizio e, non da ultimo, grazia e eleganza. “Per noi – afferma a swissinfo.ch – è l’esempio da imitare. È stato il vero eroe della partita. Difficile immaginare meglio.”

“Dalla sua prestazione possiamo trarre molte lezioni. Durante l’ultima fase di questo campionato gli arbitri egiziani hanno mostrato numerosi punti deboli: una preparazione fisica insufficiente, errori di valutazione, scarso coordinamento con gli altri arbitri. Su tutti questi aspetti abbiamo ancora molto da imparare.”

“Sono un convinto assertore della necessità di aprirci all’esperienza dei nostri colleghi europei. Sono per la tenuta di atelier, corsi, stage, conferenze, per innalzare il nostro livello di formazione e aggiornarci sulle ultime modifiche dei regolamenti FIFA. Si potrebbe immaginare di mandare una selezione dei nostri migliori arbitri per delle brevi missioni – da uno a tre mesi – in Europa”.

15 000 dollari, il costo dell’eccellenza

Il generale Ahmad Badawi, segretario del Comitato arbitri della Federcalcio egiziana, è pienamente d’accordo con Muhammad Husam al-Din. “Il comitato organizza già corsi e campi di formazione nel corso dei quali vengono presentate e discusse novità e innovazioni.”

“Questi corsi”, spiega Ahmad Badawi, “si suddividono in una parte teorica, consacrata allo studio di leggi e regolamenti, e in una parte pratica, durante la quale si cerca di trasporre sul campo quanto studiato a tavolino. La nostra federazione non risparmia mezzi per assicurare ai nostri arbitri la miglior formazione possibile, e ricorre spesso a esperti internazionali.”

Quanto al fatto di affidare alcune partite ad arbitri stranieri, per il segretario del Comitato arbitri della Federcalcio egiziana “la regola prevede che a dirigere gli incontri locali siano gli arbitri egiziani; partite come quella tra Ahly e Zamalek sono però un caso a parte: entrambe le squadre hanno milioni di tifosi, e la tensione sale alle stelle.”

Ahmad Badawi spiega che di solito è la squadra che chiede l’intervento di un arbitro straniero a sobbarcarsene le spese. “Nel caso del derby tra Ahly e Zamalek, però, il primo ministro ha deciso che il conto venga saldato dal governo. Per un’équipe arbitrale completa bisogna contare almeno 15’000 dollari.”

Humam Sarhan, swissinfo.ch, Il Cairo
(traduzione e adattamento di Luisa Orelli)

Massimo Busacca è nato a Bellinzona il 6 febbraio 1969.

Parla cinque lingue e ha cominciato la sua carriera di arbitro nel 1990.

Dal 1996 arbitra nella massima categoria del calcio elvetico, la Super League.

Come calciatore ha giocato in 2a lega.

Dal 1999 ha iniziato ad arbitrare a livello internazionale.

Assieme a Benito Archundia e Oscar Ruiz detiene il primato del numero di partite arbitrate in Coppa del mondo U-20 della FIFA, con un totale di nove incontri nelle edizioni 2003 e 2005.

Ai Mondiali in Germania del 2006 ha diretto le partite di qualificazione tra Spagna e Ucraina, Svezia e Inghilterra e l’ottavo di finale tra Messico e Argentina.

Nel 2009 è stato designato arbitro internazionale dell’anno dall’Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio (IFFHS).

Busacca è il primo arbitro svizzero ad ottenere tale riconoscimento.

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