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Medicamenti generici per i paesi poveri

Ancora non si sa quali paesi poveri potranno importare i medicamenti generici a basso prezzo Keystone

Aids, malaria e tubercolosi - i paesi poveri potranno importare copie di medicamenti brevettati contro queste malattie mortali.

Lo ha deciso il mini-vertice del WTO, adottando la posizione della Svizzera.

Per combattere malattie mortali come l’aids, la malaria e la tubercolosi, certi paesi poveri saranno autorizzati a produrre e esportare a basso prezzo copie di medicamenti attualmente protetti.

È quanto scaturito dal mini-vertice informale dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) di Sydney, in Australia, alla quale hanno partecipato ministri di 25 paesi, tra cui anche il consigliere federale, Pascal Couchepin.

Il quale, definendo la posizione della Svizzera, ha ricordato che “è disposta a impegnarsi per aiutare le popolazioni che ne hanno bisogno, assicurando nel contempo il rispetto della proprietà intellettuale”.

Insufficiente il compromesso di Doha

Mercoledì, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, aveva esortato i ministri a trovare un accordo sulla questione entro la fine di quest’anno, come previsto dalla risoluzione scaturita dal vertice WTO di Doha.

In quell’occasione, si era deciso di escludere i farmaci contro le epidemie dall’accordo sulla proprietà intellettuale, nell’intenzione di ridurne i prezzi a favore dei paesi poveri.

Di conseguenza, certi paesi in via di sviluppo, come il Brasile, avevano ottenuto l’autorizzazione di produrre e vendere medicamenti generici poco costosi. Ma non di esportarli, perché i medicamenti originali, prodotti dalle industrie farmaceutiche americane ed europee, erano protetti da brevetti.

Per i paesi più poveri, che non hanno un’industria farmaceutica, l’accordo di Doha non però serviva a granché. Per cui ora, a Sydney, si è giunti a un altro compromesso tra le nazioni in via di sviluppo – che volevano annullare il controllo dell’export di medicinali brevettati – e paesi con un’importante industria farmaceutica come Unione europea, Stati Uniti e Svizzera, che temevano l’importazione massiccia sui loro mercati di medicinali generici a buon mercato.

Apertura verso i paesi più poveri

Ora, come ha confermato il ministro tailandese del commercio, Adisai Bodharamik, dal mini-vertice di Sydney è scaturito un compromesso che garantisce un’apertura più marcata nei confronti dei paesi più poveri, che dovrebbero poter accedere più facilmente a medicamenti a basso prezzo.

In sostanza, è stata adottata la linea difesa dalla Svizzera e dagli Stati Uniti, che – contrariamente all’Unione Europea – volevano limitare l’apertura ai medicamenti contro le tre malattie principali: aids, malaria e tubercolosi. “Una sconfitta per i paesi del sud, che speravano in un’interpretazione più vasta”, sostiene François Meienberg, della Dichiarazione di Berna.

Ora, sulla base del compromesso scaturito a Sydney, certi paesi poveri saranno autorizzati a fabbricare medicinali brevettati per combattere le tre malattie mortali e ad esportarli in paesi che ne hanno bisogno, sulla base di decisioni prese caso per caso.

Preoccupazioni per le industrie farmaceutiche

Questa soluzione suscita reazioni analoghe tra le due grandi industrie farmaceutiche svizzere. “Quel che ci preoccupa”, afferma Felix Raber, portavoce di Novartis, “è di vedere i mercati europei invasi da medicamenti generici prodotti nei paesi del Sud”.

Anche Horst Kramer riconosce il problema. “Non è soltanto un pericolo, bensì un dato di fatto, che già si verifica”, afferma il portavoce della Roche. “Le industrie farmaceutiche vorrebbero poter recuperare le centinaia di milioni investiti per sviluppare nuovi medicamenti”.

Ed è oltremodo importante che venga evitata l’importazione di medicamenti generici dai paesi poveri verso l’Europa e l’America del nord, “perché ciò intaccherebbe le nostre possibilità di effettuare le ricerche”.

Quali paesi potranno importare?

Rimangono ancora da regolare le questioni di dettaglio. Ma il ministro australiano del commercio, Mark Valle, si è detto ottimista: «Non è un problema economico, è un obbligo morale che va realizzato dal mondo sviluppato».

Meno ottimista è il rappresentante della Dichiarazione di Berna, François Meienberg, per il quale di problemi ne rimangono ancora. Per esempio, a sapere quali siano i paesi che potranno importare i medicamenti generici: “Era chiaro fin dall’inizio che si trattava di un grosso problema. E ora non c’è ancora alcun consenso su chi potrà approfittarne”.

In altre parole, per Meienberg, “si sta festeggiando un successo che tale non è, perché non si sono ancora risolti i problemi”.

swissinfo

I medicamenti generici sono copie degli originali, che dopo la scadenza del brevetto possono essere prodotti e venduti a prezzo minore.

La differenza è dovuta ai costi della ricerca e dello sviluppo dei medicamenti originali, che nel caso di quelli generici vengono a cadere.

Il prezzo dei medicamenti generici risulta di conseguenza fino al 20 percento inferiore a quello degli originali.

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