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Medicina di punta: all’esame un nuovo progetto di concordato

Medicina, più è complessa, più costa, più è prestigiosa Keystone Archive

Quali ospedali avranno il diritto di praticare interventi complessi come i trapianti di cuore? Per rispondere a questa domanda, la Conferenza dei direttori cantonali della sanità ha preparato un nuovo progetto di concordato.

I cantoni avranno tempo fino alla fine dell’anno per pronunciarsi in merito. Ma non sarà solo una decisione politica: medici e ricercatori potranno dire la loro.

Da anni i cantoni svizzeri si confrontano sulla medicina di punta. Per ogni ospedale, operare in questo campo significa guadagnare in prestigio. Ma la medicina di punta costa e una dispersione degli sforzi potrebbe anche portare ad una minore qualità delle competenze.

Ma come decidere in quali e quanti ospedali offrire determinati interventi? Finora tutti i tentativi di trovare un accordo sono falliti. Ora la Conferenza dei direttori cantonali della sanità lancia un nuovo progetto di concordato.

A decidere non saranno soli i politici, ma anche gli esperti. La novità maggiore del progetto – sul quale i cantoni dovranno pronunciarsi entro la fine dell’anno – è proprio la creazione di un gruppo indipendente di 15 esperti che avrà il compito di preparare la decisione degli organi cantonali competenti.

Il direttore della sanità del canton Zurigo, Thomas Heiniger, ha confidato al domenicale NZZ am Sonntag di essere a favore di questa proposta. A suo avviso è un bene se la decisione non è affidata esclusivamente ad autorità politiche e federaliste, ma anche e soprattutto a specialisti che provengono dalla pratica e dalla ricerca medica.

Quest’ultimi, prendendo in considerazione argomenti qualitativi, quantitativi ed economici, sarebbero in favore di una concentrazione degli interventi in pochi centri specializzati. Una posizione che non dispiace certo a Zurigo, da più parti accusato di volere tutto per sé.

Questione annosa

Il dossier è stato oggetto per diversi anni di dibattiti infuocati fra cantoni: quello di Zurigo ha difeso a spada tratta la concentrazione in due siti, mentre Basilea Città e Berna hanno sostenuto la ripartizione delle specialità fra i cinque ospedali universitari della Svizzera.

Una concentrazione radicale dell’offerta in due centri – uno a Zurigo e l’altro nella Svizzera francese – «non è realizzabile da un punto di vista politico né necessaria da un punto di vista scientifico», ha dichiarato Heiniger, che affossa così i piani della sua predecessora Verena Diener.

Il canton Zurigo deve essere pronto a fare delle rinunce, ha detto Heiniger. Ma non va dimenticato che è un centro forte, con delle strutture già oggi all’avanguardia. Da un punto di vista scientifico, mettere l’accento sugli ospedali zurighesi è tutt’altro che ingiustificato.

L’accordo che viene sottoposto ai cantoni, conclude Heiniger, va nella direzione giusta. «Abbiamo bisogno di una buona soluzione se non vogliamo che sia la Confederazione a dirci cosa dobbiamo fare».

swissinfo e agenzie

2004: la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS) trova un accordo per concentrare la medicina di punta in un numero limitato di centri. Obiettivo: risparmiare. La Convenzione intercantonale sul coordinamento e la concentrazione della medicina altamente specializzata avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2008.

2005: il canton Zurigo decide di non aderire alla Convenzione e propone di concentrare le attività in due centri (Zurigo e Svizzera francese).

Maggio 2006: i cantoni di Berna e Basilea città decidono di sviluppare in comune, dal 2007, la chirurgia dei trapianti di cuore.

Novembre 2006: Berna e Basilea città presentano una perizia favorevole ad una ripartizione della medicina specializzata in cinque centri.

Dicembre 2006: i risultati della perizia del canton Zurigo evidenziano la necessità di considerare due centri al massimo.

Settembre 2007: la CDS propone un nuovo concordato sul quale i cantoni dovranno pronunciarsi entro fine anno.

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