Medio Oriente e Russia al centro del FIFDH di Ginevra
(Keystone-ATS) La crisi in Medio Oriente e la situazione in Russia saranno al centro del Festival del film e forum internazionale sui diritti umani (FIFDH) di Ginevra, che quest’anno darà ampio spazio al tema della resistenza.
Tra l’8 e il 17 marzo, nella città di Calvino sono attesi, tra gli altri, anche il premio Nobel per la pace russo Dmitry Muratov e l’attivista afro-americana Angela Davis.
Mentre la violenza nella Striscia di Gaza continua, il festival, che è stato presentato oggi ai media, accoglierà una serie di film e discussioni sul conflitto. Vi parteciperà anche il fotoreporter Motaz Azaiza, che ha trascorso quattro mesi a documentare le sofferenze nel territorio palestinese. Vi prenderanno parte pure attivisti per la pace palestinesi e israeliani.
L’occupazione israeliana e la crescita dell’antisemitismo non saranno dimenticati. Pochi giorni prima delle elezioni presidenziali russe, quando ormai si prevede la rielezione di Vladimir Putin, verrà proiettato in anteprima mondiale un film su uno degli ultimi quotidiani indipendenti, la Novaja Gazeta di Muratov. Documentari sulle donne afghane costrette a fuggire dal loro Paese, sugli uiguri in Cina, sugli attivisti iraniani e sul razzismo sistemico completeranno il menu del festival ginevrino.
Decine di film in concorso
Angela Davis si interrogherà in particolare sulla violenza della polizia americana e sul tema stesso del mantenimento dell’ordine. Il festival vuole anche riportare alla ribalta situazioni dimenticate, come il Nagorno-Karabakh e la Bielorussia, che saranno oggetto di un documentario internazionale in anteprima, ha dichiarato la nuova co-direttrice Laura Longobardi.
Fa parte della distribuzione anche il film di Paola Cortellesi sulla violenza patriarcale nell’Italia del dopoguerra, che negli ultimi mesi è diventato un tema d’attualità nella società italiana. Argomenti come l’intelligenza artificiale (IA) e il legame tra ambiente e diritti umani saranno al centro di molti dibattiti.
In tutto saranno in concorso quasi trenta film, tra fiction e documentari. Come l’anno scorso, le giurie dovranno scegliere autonomamente come lavorare. “Non ci sono stati problemi in tal senso”, ha spiegato Longobardi.
Come di consueto, il festival si rivolgerà a un’ampia fascia di pubblico, in particolare a coloro che sono rinchiusi in centri di detenzione, ai giovani e a chi lavora negli ospedali. Un’attenzione particolare sarà rivolta anche ai bambini dai sei anni in su. La manifestazione vuole mettere maggiormente l’accento sulle persone direttamente colpite dalle violazioni dei diritti umani.