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Mobilità professionale: ultimi ostacoli rimossi

Grazie alla revisione della legge, gli insegnanti potranno trasferirsi più facilmente in un altro cantone Keystone

Il Consiglio Nazionale ha approvato la revisione della legge sul mercato interno, che elimina vari scogli cantonali per accedere al mercato del lavoro.

In futuro, gli albergatori o gli insegnanti, ad esempio, non dovranno più svolgere complicate procedure per poter esercitate in un altro cantone.

Le barriere che impediscono a certi lavoratori di poter esercitare il loro mestiere in un altro cantone di quello dove hanno ottenuto il loro certificato di capacità devono cadere.

È quanto ha deciso giovedì il Consiglio Nazionale, che per 134 voti contro sei ha accettato la revisione della legge sul mercato interno (LMI) proposta dal Governo, secondo cui l’attuale legge che risale al 1995 non ha dato gli esiti sperati.

Un protezionismo superato

Attualmente, per proteggere il mercato locale diversi cantoni e comuni continuano ad applicare delle misure restrittive per alcune professioni: gli insegnanti, gli architetti o gli esercenti, ad esempio, se vogliono lavorare in un altro cantone devono ottenere un attestato di equivalenza.

Nell’epoca della mondializzazione, è assurdo che la Svizzera si offra il lusso di avere 26 piccoli mercati cantonali protezionistici, ha sottolineato la socialista di Basilea Campagna Susanne Leutenegger Oberholzer.

Secondo il deputato zurighese dell’Unione democratica di centro Hans Kaufmann, oggi il 15% delle persone attive non possono lavorare liberamente in un altro cantone, a meno di non ottenere appunto un attestato di equivalenza.

Se la proposta di revisione verrà accolta pure dal Consiglio degli Stati, in futuro vigerà la disposizione secondo cui un cantone dovrà accettare che una persona possa offrire una prestazione sul suo territorio se quest’ultima può già farlo nel cantone da cui proviene.

In pratica, un albergatore potrebbe aprire un hotel in un’altra località svizzera, senza dover rispondere ad esigenze diverse rispetto a quelle in vigore nel cantone di provenienza.

I timori della liberalizzazione

La liberalizzazione ha suscitato qualche timore tra i rappresentanti del settore alberghiero e della ristorazione che hanno chiesto uno statuto speciale, attraverso una regolamentazione uniforme a livello nazionale per quanto concerne l’accesso al mercato e la formazione.

Il direttore dell’Unione svizzera delle arti e mestieri Pierre Triponez ha dal canto suo domandato che il principio di reciprocità soggiacesse al rispetto di esigenze minime in materia di formazione.

Agendo in questo modo – ha messo in guardia il ministro dell’economia Joseph Deiss – si aprirebbero le porte a 99 altri settori che vorrebbero una protezione speciale. “Il mestiere di padrone non s’impara sui banchi di scuola ma sul terreno”, ha inoltre sottolineato il consigliere federale.

La maggioranza dei deputati ha finalmente respinto entrambe le proposte.

Una pietra del mosaico

È per contro stata accettata la proposta del Governo di attribuire più poteri alla Commissione federale della concorrenza (Comco).

L’organo disporrà di un diritto di ricorso contro le decisioni delle autorità cantonali e comunali che riducono l’accesso al mercato. Finora la Comco poteva unicamente far conoscere le sue raccomandazioni.

Nell’ottica del Governo, la revisione legislativa dovrebbe rilanciare la crescita. Un obiettivo che però secondo diversi oratori è illusorio.

Joseph Deiss ha riconosciuto che non bisogna sopravvalutare gli effetti di una simile legge sul rilancio economico. Tuttavia – ha osservato – il mosaico composto dal Governo per favorire la crescita è formato da tante pietre e la revisione della legge sul mercato interno è una di queste.

swissinfo e agenzie

Circa 250’000 persone potrebbero beneficiare della nuova legislazione.
Oltre agli insegnanti, vi sono ad esempio gli ingegneri, gli architetti, gli albergatori, gli esercenti o chi lavora nel settore della sanità.

La legge sul mercato interno (LMI) risale al 1995. La revisione di questa legge ha tre obiettivi:

– eliminare le restrizioni per accedere al mercato erette da cantoni o comuni allo scopo di proteggere l’economia locale

– favorire la mobilità professionale, semplificando e armonizzando il riconoscimento dei certificati di capacità richiesti dai cantoni per poter esercitare alcuni mestieri

– dar più poteri alla Commissione federale della concorrenza (Comco), in particolare instaurando un diritto di ricorso contro le decisioni delle autorità cantonali e comunali che limitano l’accesso al mercato.

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