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Moritz Leuenberger difende il dialogo delle culture

Moritz Leuenberger (a sinistra) è stato accolto al vertice della Francofonia dal presidente rumeno Traian Basescu Keystone

Nel suo discorso all'11esimo vertice della Francofonia a Bucarest, il presidente della Confederazione si è espresso a favore della diversità delle espressioni culturali.

In Romania, Moritz Leuenberger ha inoltre sottolineato come le nuove tecnologie dell’informazione possono facilitare l’accesso al sapere.

All’apertura del primo vertice della Francofonia organizzato nell’Europa centrale e dell’Est, il presidente della Confederazione ha voluto lanciare un appello in favore del dialogo delle culture.

«Nella maggior parte dei paesi membri, il francese è semmai una lingua ufficiale, ma non detiene il monopolio», ha dichiarato Moritz Leuenberger, citando al riguardo il caso della Svizzera, paese quadrilingue.

Agli occhi del consigliere federale, la francofonia contribuisce all’integrazione «incoraggiando la diversità delle espressioni culturali di questo mondo».

Educazione

Davanti ai rappresentanti di una sessantina di Stati membri e osservatori dell’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF), Leuenberger ha pure voluto sottolineare l’importanza dell’educazione, quale principale strumento della promozione del dialogo interculturale.

«L’educazione rappresenta una condizione elementare di ogni evoluzione sociale», ha detto.

Tecnologia dell’informazione

Durante la sua allocuzione, Moritz Leuenberger si è inoltre espresso in favore di un accesso universale a internet.

Secondo il presidente, le nuove tecnologie dell’informazione – tema di questo 11esimo vertice – possono facilitare «enormemente» l’accesso al sapere.

Tuttavia occorre fare in modo che questi strumenti, quali telefonia mobile e internet, «contribuiscano alla crescita economica, sociale e culturale delle popolazioni».

Per evitare che le ingiustizie esistenti relative all’educazione e alle risorse di questo mondo non si accentuino – ha aggiunto – occorre che tutti, compresi i più deboli, possano accedere a queste tecnologie.

«È quindi necessario che i software e i siti internet siano disponibili nella lingua dei loro utilizzatori», ha sostenuto Leuenberger, aggiungendo che «nessun potere, sia esso politico o economico, deve controllare queste tecnologie».

Dichiarazione di Bucarest

Durante la cerimonia di apertura del vertice, sono intervenuti una decina di dirigenti del mondo francofono.

Il presidente francese Jacques Chirac ha lanciato un appello per una francofonia «al servizio della diversità e della pace».

«Una lingua rappresenta un patrimonio, ma pure una visione del mondo», ha detto dal canto suo José Manuel Durao Barroso, presidente della Commissione europea.

Soffermandosi sull’impegno dell’OIF nella riduzione delle tensioni e dei conflitti nel mondo, il senegalese Abdou Diouf, segretario dell’organizzazione, ha dichiarato che la situazione in Libano, Costa d’avorio e Darfur (Sudan) occuperà un posto importante nella «dichiarazione di Bucarest», che sarà adottata venerdì.

Il primo ministro rumeno, Calin Tarinceanu, ha infine annunciato il progetto del governo di creare a Bucarest la prima università francofona d’Europa centrale e dell’Est.

swissinfo e agenzie

In Svizzera, il francese è parlato da 1,485 milioni di persone (dati del 2000).
La lingua di Molière (lingua madre o seconda lingua) è parlata da 175 milioni di persone nei cinque continenti.
L’Organizzazione internazionale della Francofonia raggruppa 53 Stati e governi membri e 10 osservatori.

I dirigenti di 63 paesi, riuniti giovedì a Bucarest per un vertice di due giorni, hanno espresso la loro volontà di agire in favore della pace nel mondo.

I capi di Stato presenti all’incontro hanno accettato quattro nuovi membri: il Principato di Andorra, la Grecia, l’Albania e la Macedonia.

Per la prima volta, alla riunione ha assistito un presidente della Commissione europea, José Manuel Durao Barroso.

Il vertice si svolge due giorni dopo l’accordo di principio di Bruxelles all’adesione all’Unione europea di Romania e Bulgaria (dal 1. gennaio 2007), membri dell’Organizzazione internazionale della Francofonia.

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