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Mozambico, l’arte di fare tanto con poco

Il rapper bernese Greis ha entusiasmato il pubblico a Pemba, nel nord del Mozambico Malte Wandel

Fare l'artista non è facile in Svizzera, figurarsi in Mozambico, dove oltre la metà della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Lo hanno constatato anche il vignettista ginevrino Tom Tirabosco e il rapper bernese Greis svelando i segreti del loro successo ai giovani artisti locali.

“Senza la cultura e l’arte non si può vivere! Sono importanti quanto lo sviluppo economico. Eppure qui non hanno niente per creare, per esprimere quello che caratterizza la loro unicità”, deplora Tirabosco dopo una decina di giorni trascorsi in due classi artistiche a Maputo, su invito dell’ambasciata svizzera. Il risultato del loro lavoro è esposto fino al 31 marzo al centro culturale franco-mozambicano nel quadro della festa della francofonia.

“Le scuole si trovano in uno stato drammatico: mancano la carta e le matite e non hanno neppure un tavolo decente”, osserva Tirabosco. Benché le priorità del governo mozambicano risiedano altrove, anche la cultura dovrebbe far parte dell’educazione e della propria identità, aggiunge l’artista ginevrino.

In caso contrario, i giovani artisti si disilludono e non vedono più un futuro nella cultura. L’arrivo di un artista dall’estero è, invece, una fonte di ispirazione e motivazione.

“La mia breve presenza è una bolla d’aria”, commenta Tirabosco. “Ma quello che cerco di dire ai giovani è di fare pressione sul governo affinché investa anche nella cultura moderna. Per questo ho chiesto loro di raccontare a fumetti la loro vita quotidiana e il loro futuro”.

Una pennellata di speranza

Accanto ai manifesti di Tirabosco, ecco quindi esposte alcune opere di giovani studenti mozambicani, appositamente selezionate per l’evento.

“Ho cercato di illustrare i problemi della città, ad esempio il fatto che la gente butta la spazzatura ovunque o fa i suoi bisogni dove capita”, racconta Leonardo, 21 anni, davanti al suo fumetto intitolato “Abusi dello spazio pubblico”.

“Io, invece – spiega Marta, una sua compagna di classe orgogliosa di essere una delle poche donne – ho voluto descrivere il triste destino di un bambino che vive per strada senza alcuna prospettiva”.

In mezzo alle difficoltà della vita quotidiana, la presenza di Tirabosco è una pennellata di speranza. “Grazie a lui abbiamo potuto allargare i nostri orizzonti e imparare altre tecniche”, dichiara Claudio davanti al suo variopinto manifesto per un ipotetico concerto hip-pop. Gli studenti hanno un sogno in comune: pubblicare un libro con i loro fumetti. Ma al momento mancano i soldi.

Sviluppo e cultura vanno a braccetto

Gli scambi culturali con artisti stranieri permettono ai giovani mozambicani di confrontarsi con quanto succede all’estero a prescindere dalla cultura di massa. Soprattutto nei villaggi delle province del nord, distanti oltre duemila chilometri dalla capitale, i giovani artisti sono completamente isolati dal mondo.

“In mancanza di un metro di paragone, si credono bravi anche quando non lo sono ancora”, afferma Barbara Kruspan, una basilese radicata anche in Ticino che da vent’anni vive in Mozambico, dove coordina diversi progetti di sostegno alla cultura.

Uno di essi si è svolto all’inizio di marzo a Pemba, capoluogo della provincia più a nord, in collaborazione con le organizzazioni Helvetas e Viva com Agua, che hanno invitato in Mozambico il rapper Greis (alias Grégoire Vuilleumier). Oltre a visitare i pozzi d’acqua e pompe idriche costruiti in alcuni villaggi con il sostegno delle due organizzazioni, il musicista ha dato vita a un affollatissimo concerto insieme a due affermati colleghi mozambicani, Azagaia e Chikito. Durante l’evento, si sono esibiti anche alcuni giovani locali che in precedenza avevano partecipato a un work-shop con Greis e i rapper mozambicani.

“La cultura, oltre ad essere un bene fine a sé stesso, rafforza l’autostima delle persone e permette loro di realizzarsi anche in altri settori, ad esempio in ambito lavorativo o nella società civile”, si dice convinta Kruspan.

Una voce per chi non sa leggere

La sua lunga esperienza le insegna però che troppi soldi possono far nascere problemi e aspettative esagerate: “Meglio sostenere gli artisti locali con contributi che sono in grado di gestire”, osserva.

È questa anche la filosofia della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), che ha finanziato il concerto rap a Pemba. “Sui 200mila franchi a disposizione annualmente per promuovere la cultura in Mozambico, che corrisponde a circa l’1% del budget totale, la maggior parte va a favore di piccoli progetti locali nelle province dove è attiva la cooperazione elvetica”, spiega Markus Duerst, direttore supplente della DSC a Maputo.

A suo avviso, la cultura dà visibilità alla cooperazione elvetica e semina un terreno fertile per i progetti classici. Ma è al contempo anche un utile strumento per diffondere messaggi, ad esempio con il teatro, in un paese in cui il tasso di analfabetismo è ancora molto elevato.

Maputo. A dispetto di tutti i suoi problemi, Maputo è tutt’altro che una città povera di iniziative culturali. Diverse nazioni hanno dei centri che propongono le più svariate manifestazioni. Uno tra i più attivi e quello franco-mozambicano. Al Nucleo de Arte è possibile assistere a concerti, contemplando nel contempo le opere di pittori locali.

 

Malangatana. L’artista più celebre del Mozambico è il pittore, scultore e poeta Malangatana Valente Ngwenya, morto lo scorso gennaio all’età di 74 anni. Durante la lotta per l’indipendenza (fino al 1975) fu imprigionato dai portoghesi. In seguito documento la guerra civile (fino al 1992) che ne scaturì e fu anche deputato del partito al potere, FRELIMO.

 

Mingas. La cantante mozambicana più celebre a livello internazionale è Mingas, un’energica signora la cui ascesa, negli anni Ottanta durante la guerra civile, fu resa possibile dal sostegno di Radio Mozambique.

Mankell. A Maputo vi sono anche alcuni teatri, tra cui il teatro Avenida, che deve il suo successo al sostegno dello scrittore svedese Henning Mankell. Famoso per i suoi gialli, ha dedicato gran parte della sua vita alla creazione di una compagnia teatrale professionista, “Mutumbela Gogo”.

L’autore di questo articolo, 29 anni, politologo e giornalista, lavora attualmente per Helvetas Mozambico nel quadro di un programma finanziato anche dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) del Dipartimento federale degli affari esteri.

Si tratta di un programma che sostiene la società civile e le autorità locali nell’intento di migliorare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi sanitari nelle province del nord (Nampula e Cabo Delgado).

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