GOTTARDO –2: Che lingua parli?
Non capisco una parola della conversazione al bar della mensa. Una lingua slava, un gergo austriaco o un dialetto del Nord Italia?
A Faido la storia si ripete. Ma all'inverso. Da terra di emigranti il tranquillo comune della Leventina è diventato una meta d'immigrazione per centinaia di lavoratori stranieri.
Nell'alveare di container bianchi sistemati lungo la strada cantonale c'è posto per oltre 500 persone. Sul cantiere vanno fieri dell'albergo "più grande del Ticino". E più multietnico, aggiungo io. Soprattutto italiani, austriaci e tedeschi, ma pure spagnoli, francesi e balcanici. Anche un australiano è transitato da queste parti.
Molti approfittano del tempo libero per scoprire la regione a piedi o in bicicletta. Altri si annoiano, tremendamente. La giornata è più leggera in galleria: il tempo passa più velocemente.
Le scritte nei bagni - "Italiano loco" - non devono trarre in inganno. La coabitazione al di fuori del tunnel è pacifica. Sul cantiere non c'è spazio per i nazionalismi o le discriminazioni. Anche perché chi sgarra è immediatamente rispedito a casa.
Luigi Jorio, Faido, 13 ottobre 2010
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