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Musica: Cocciante, Notre Dame sono io, storia di diversità

Riccardo Cocciante KEYSTONE/AP/ANTONIO CALANNI sda-ats

(Keystone-ATS) “Notre Dame sono io, una storia della diversità”. C’è anche Riccardo Cocciante ad accompagnare la sua opera dei record a Napoli dove lo spettacolo ormai fenomeno globale torna per l’ottava volta dal 3 all’8 dicembre al Palapartenope.

”Esmeralda è una zingara, Frollo un prete che si innamora, fa quindi una cosa per lui sbagliata, si parla di rapporti con gli stranieri. Anche io sono un diverso, ed ho imposto questa mia diversità. Per un artista è un dovere essere fuori dal coro” racconta trasformando la conferenza stampa di “Notre Dame de Paris”, nella sala Giunta del Comune di Napoli, in un miniconcerto al piano.

”Qui mi sento a casa, Napoli con il suo pubblico entusiasta è uno spettacolo nello spettacolo, sentiamo questa forza. E io amo la melodia” sottolinea l’autore ricordando il legame tra musica napoletana e lirica. ”Questa città ama la musica, Cocciante è uno dei più grandi talenti contemporanei” lo accoglie il sindaco Luigi de Magistris.

”È lei la novità, merita il ruolo e si è subito inserita tra grandi artisti” dice Cocciante presentando la cantante albanese Elhaida Dani, nuova Esmeralda di questa edizione (dal 2018) già in tour per l’Italia con i consueti sold-out (prossima tappa Bari, dal 19 al 15 dicembre). Nel cast Giò Di Tonno (Quasimodo), Vittorio Matteucci (Frollo), Leonardo Di Minno (Clopin), Matteo Setti (Gringoire), Graziano Galatone (Febo) e Tania Tuccinardi (Fiordaliso) e oltre 30 artisti tra ballerini, acrobati e breaker. La produzione di uno dei più grandi live realizzati in Europa è di David e Clemente Zard e Enzo.

Scoperta proprio da Cocciante (era nel suo team in “The Voice of Italy”, che vinse nel 2013) Elhaida ringrazia dedicando lo spettacolo al suo Paese colpito da terremoto e intonando un commosso “Vivere per amare”.

Dal capolavoro di Victor Hugo, ad opera di Luc Plamondon e per il testo italiano di Pasquale Panella, la messa in scena diretta da Gilles Maheu, è stata già declinata in nove lingue, con tournée dalla Russia alla Cina tutta, alla Corea, applaudita da 13 milioni di spettatori in 23 Paesi, solo in Italia le repliche sono state 1246.

Ma qual è il segreto di Notre Dame? ”La novità è anche che torniamo ancora, dopo più di venti anni – racconta Cocciante – un regalo fantastico per me continuare ad attrarre sempre nuove generazioni, inimmaginabile. Nata francese ed entrata nel Dna italiano, questa è un opera moderna, una tragedia con l’orchestra e la chitarra elettrica, dove si va in jeans e non in pelliccia. I giovani non amano la lirica che pure era uno spettacolo popolare. Notre Dame parla con il linguaggio della nostra epoca. Questa è la seconda parte della mia carriera ma non minimizzerò mai l’importanza che hanno per me le canzoni, finché vivrò. Anche perchè la voce la ho ancora” dice sorridendo dopo aver regalato all’uditorio, tra una domanda e l’altra, una travolgente “Margherita”.

Dallo scorso aprile uno dei brani più celebri dello spettacolo, ‘Il tempo delle cattedrali’, si è trasformato in un inno virale della solidarietà dopo l’incendio devastante che ha ferito un simbolo di Parigi. ”Diciamo che in quel disastro c’è stata una nota positiva – conclude l’artista – perchè il mondo si è unito intorno a Notre Dame, ha superato le separazioni, problema principale dell’umanità, proprio come accade dopo una guerra” .

Duecentocinquanta biglietti saranno donati a cittadini fragili seguiti dal progetto comunale delle Agenzie di Cittadinanza.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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