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Musica svizzera a tutta rete

Il gruppo bernese Plüsch riscuote grandi consensi fra i fan della Svizzera tedesca Keystone

Artisti internazionali, ma anche musica locale, fra gli album più venduti in Svizzera.

Malgrado il mercato musicale in progressivo declino, gli artisti elvetici riscuotono successi sempre maggiori, grazie anche al sostegno dell’industria musicale e delle radio.

Chi l’avrebbe detto? In un mondo sempre più globalizzato, dove le moderne tecnologie permettono di accedere senza sforzi a radio, televisioni, file informatici di ogni parte del pianeta, la popolazione elvetica rimane ancorata alle proprie radici, concedendo sempre più spazio alla musica nazionale.

Ma questa tendenza «patriottica» non si riscontra solo in Svizzera. Un po’ in tutta l’Europa infatti, gli artisti locali godono di una crescente rivalutazione.

Rock e pop al top

Ormai da alcuni decenni, le regine incontrastate delle vendite e degli ascolti in Svizzera sono la pop e la rock music.

Fra i primi posti della classifica dei brani trasmessi dalle radio nazionali figurano soprattutto artisti di fama mondiale quali Anastacia, Norah Jones o l’intramontabile Madonna.

«Le grandi star e gruppi internazionali vanno sempre per la maggiore», spiega Hans-Peter Schuwey, responsabile marketing della catena di distribuzione K-TEL, specializzata in particolare nella distribuzione sul mercato svizzero.

Nelle loro vendite si registra però una leggera costante flessione verso il basso: «È una tendenza generale di tutto il mercato musicale. La gente compra meno cd rispetto a prima», sottolinea Schuwey.

Successo all’estero

Chi invece, da un paio d’anni a questa parte, miete continui successi, sono gli artisti svizzeri: le loro vendite sono cresciute al punto da occupare all’incirca il 15% del mercato musicale nazionale.

Fra questi si annoverano musicisti quali DjBobo o i Gotthard che – desiderosi di varcare i confini elvetici – offrono un repertorio quasi esclusivamente in inglese. Anche coloro che si cimentano in brani in una delle lingue nazionali riscuotono un buon successo all’estero, soprattutto nei paesi limitrofi.

Stephan Eicher, ad esempio, è riuscito nel difficile intento di conquistare il pubblico francese che, solitamente piuttosto ermetico, tende a favorire gli artisti nazionali.

Anche il ticinese Paolo Meneguzzi, dopo essere riuscito a sfondare in Sud America, è ora sempre più apprezzato pure in Italia, dove ha partecipato agli ultimi due Festival di San Remo, manifestazione canora seguita in tutto il mondo e per questo particolarmente ambita dai cantanti italofoni.

Gli artisti elvetici vendono però soprattutto in Svizzera.

Svizzero tedesco «di tendenza»

Le vendite di cd dei più famosi cantanti svizzeri – ad esempio la vallesana Sina o il gruppo bernese Plüsch – si avvicinano molto a quelle delle star di fama mondiale, anche se «per il momento costituiscono ancora un’eccezione», spiega Schuwey.

Il successo più sorprendente è quello registrato da brani cantati nel tipico dialetto svizzero tedesco – lo «Schwytzerdütsch» – una lingua parlata soltanto all’interno delle frontiere rossocrociate (anzi, dei cantoni germanofoni) – e per questo difficilmente esportabile.

Il «boom» dei cantanti nazionali si spiega in parte con una voglia crescente di patriottismo: «Con la globalizzazione e l’apertura delle frontiere europee, cresce probabilmente il bisogno nella popolazione di ritrovare la propria identità», aggiunge.

La gente ha anche voglia di capire ciò che ascolta. Secondo l’esperto musicale, infatti, «contrariamente a quanto si pensa, poche persone conoscono bene l’inglese».

Per questo le canzoni in dialetto svizzero tedesco, in italiano e francese sono sempre più in voga. Una ragione, quella della comprensione linguistica, che spiega anche come mai in Ticino e in Romandia, i gruppi svizzero tedeschi facciano fatica a sfondare.

Questione di fiducia

Il successo degli artisti locali elvetici è però soprattutto da attribuire alla crescente fiducia nei loro confronti da parte dell’industria musicale, in particolare delle radio.

Per convincere le emittenti elvetiche ad accordare maggiore spazio alla musica nazionale, non c’è stato bisogno di adottare misure drastiche come in Francia, dove un sistema di quote legali impone che una determinata percentuale dei brani trasmessi sia cantato nella lingua di Molière.

La tendenza è stata creata dal mercato stesso: «In Svizzera, dapprima le piccole case discografiche, poi anche quelle più grandi si sono rese conto che anche i piccoli gruppi locali sanno essere molto professionali e potenzialmente possono vendere bene», sottolinea l’esperto.

A titolo più che altro simbolico, varie associazioni musicali, radio e case discografiche elvetiche hanno comunque sottoscritto la «Carta della musica svizzera», attraverso la quale si impegnano a promuovere le produzioni di stampo rossocrociato.

Una scelta spontanea, che il pubblico mostra di gradire.

swissinfo, Anna Passera

In Svizzera, la valorizzazione degli artisti locali è un fenomeno che si riscontra soprattutto da un paio d’anni.

Anche all’estero la fetta di mercato occupata dai musicisti nazionali da oltre una decina d’anni non accenna a diminuire.

Basti pensare che in Italia un disco venduto su due è cantato da un artista della Penisola. Per quanto riguarda la Germania, i musicisti tedeschi occupano il 45% del mercato totale.

Ancor più legata alle proprie origini la Francia, dove i cantanti francesi si aggiudicano annualmente 3/5 delle vendite totali.

Con 175’000 copie, il cd più venduto in Svizzera nel 2004 è stato «S’Bescht Mundart Album Wo’s Git», che riunisce cantanti e gruppi svizzero-tedeschi, quali Gölä, Züri West, Plüsch, Polo Hofer e Florian Ast
Nella top 50 delle vendite di album in Svizzera, il 15,5% sono artisti elvetici
L’anno scorso sono stati venduti in Svizzera 18,9 milioni di supporti sonori (album CD, single CD, cassette, LP, ecc.), contro 19,5 milioni nel 2003 e 23,7 milioni nel 1999
Nel 2004, il mercato del disco ha registrato una cifra d’affari di 231 milioni, contro 251 nel 2003 e 310 nel 1999

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