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Mutui subprime: perdite più gravi per l’UBS

Per la prima volta dalla sua nascita, l'UBS potrebbe chiudere l'anno con una perdita Keystone

La crisi del mercato immobiliare negli Stati uniti comporterà perdite ancora più pesanti di quanto annunciato finora per la banca elvetica. Lunedì l'UBS ha comunicato di aver iscritto in bilancio ammortamenti per altri 11 miliardi di franchi.

Il colosso bancario prevede ora una perdita per l’intero esercizio 2007. Il presidente del consiglio di amministrazione Marcel Ospel non intende tuttavia rinunciare all’incarico.

Esattamente 10 anni dopo la sua nascita – dovuta al matrimonio tra l’Unione di banche svizzere e la Società di banche svizzere l’8 dicembre 1997 – l’UBS si ritrova confrontata alla peggiore crisi della sua storia. Il crollo del mercato immobiliare americano lascerà infatti tracce ancora più profonde di quanto previsto finora nei conti di esercizio 2007 della più grande banca elvetica.

Fino a poche settimane fa, l’UBS pronosticava perdite limitate al quarto trimestre dell’anno. Dopo una riunione straordinaria del suo consiglio d’amministrazione, tenuta durante il fine settimana, lunedì l’istituto bancario ha annunciato di aver rivisto ulteriormente al ribasso le sue previsioni per l’anno in corso.

Ora l’UBS non esclude perfino perdite per la chiusura dei conti 2007. Dalla sua nascita, il numero uno del settore bancario svizzero ha sempre registrato utili miliardari: appena l’anno scorso ha raggiunto un nuovo record, conseguendo un’eccedenza di 12,3 miliardi di franchi.

La crisi di UBS costerà cara anche alla Confederazione. In un’intervista rilasciata alla Televisione della Svizzera tedesca, il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha affermato che per l’anno prossimo ci si attende “un calo delle entrate fiscali di diverse centinaia di milioni di franchi”.

Misura di freno alle speculazioni

A causa della crisi dei mutui subprime, l’UBS si vede invece ora costretta ad iscrivere a bilancio nuovi ammortamenti, pari ad oltre 10 miliardi di dollari (oltre 11 miliardi di franchi).

“Le condizioni nei mercati ipotecari e immobiliari statunitensi hanno continuato a deteriorarsi. Abbiamo quindi adeguato le nostre ipotesi di perdite ai livelli impliciti dell’attuale mercato dei titoli ipotecari in difficoltà”, ha spiegato Marcel Rohner, amministratore delegato dell’UBS, in una nota pubblicata lunedì.

Secondo il Ceo della grande banca, le continue speculazioni riguardanti il valore finale delle posizioni dell’UBS sul mercato dei mutui subprime sono state un continuo “fattore di disturbo” negli ultimi mesi. Le nuove svalutazioni dovrebbero quindi “portare chiarezza, eliminando le speculazioni”.

Fondi da Singapore

Oltre al massiccio ammortamento annunciato lunedì, la banca ha adottato dei provvedimenti per rafforzare in modo sostanziale la sua base di capitale, aggiungendo fondi propri di base (BRI Tier 1) per un ammontare di 19,4 miliardi di franchi.

Per sostenere la sua capitalizzazione, l’UBS emetterà obbligazioni convertibili per 13 miliardi di franchi, sottoscritte da due grandi investitori: 11 miliardi provengono dalla società di gestione GIC di Singapore (Government of Singapore Investment Corporation Pte. Ltd) e 2 miliardi da un investitore anonimo in Medio Oriente.

In seguito a queste operazioni, la quota di fondi propri di base aumenterà dal 10,6% al il 12%. Gli azionisti dovranno esprimersi su queste misure in occasione di un’assemblea generale straordinaria in programma alla metà di febbraio.

Rafforzamento della gestione patrimoniale

“Le perdite subite sul mercato dei titoli ipotecari statunitensi sono sostanziali, ma potevano essere assorbite dalla nostra capacità di capitale e utili”, ha affermato Marcel Ospel, presidente del consiglio di amministrazione (cda), in una nota pubblicata dall’UBS.

Le misure di capitalizzazione sono state adottate allo scopo di mantenere una solida base di capitale e di “sostenere la continua crescita delle attività di gestione patrimoniale, che rappresenta la fonte di valore principale per gli azionisti di UBS”.

Dopo questo insuccesso nel settore immobiliare, per il futuro l’istituto finanziario intende sviluppare le sue attività in special modo nell’investment banking, concentrandosi sulle esigenze della clientela aziendale e istituzionale.

Marcel Ospel non si dimette

Nonostante l’aggravamento della crisi, Marcel Ospel ha annunciato che non intende lasciare il suo incarico.

In un’intervista alla radio svizzero tedesca DRS, il presidente del cda ha dichiarato di voler “contribuire anche in futuro a risolvere il problema”. Secondo Ospel “l’UBS si trova già sulla buona strada” e dovrebbe uscire da questa crisi senza ricorrere ad ulteriori tagli del personale.

A detta del presidente del cda conseguenze ancora peggiori sono “molto difficilmente immaginabili” nell’ambito della crisi dei mutui americani. Da notare però che, appena due mesi fa, i vertici dell’UBS avevano già reso noto di aver adottato misure adatte ad arginare la crisi dei subprime e di poter “chiudere l’esercizio 2007 con un buon utile e una solida base di capitale”.

In seguito ai contraccolpi dovuti al collasso del mercato immobiliare americano, il direttore generale Peter Wuffli era stato costretto nel luglio scorso a rassegnare le dimissioni. Il suo incarico è stato ripreso da Marcel Rohner.

swissinfo e agenzie

L’UBS è nata nel dicembre 1997 in seguito alla fusione tra la Società di banche svizzere e l’Unione di banche svizzere.

Oggi l’UBS è la più grande banca elvetica e la settima al mondo in ambito di capitalizzazione borsistica.

Presente in 50 paesi e sulle principali piazze finanziarie mondiali, la grande banca occupa circa 80’000 collaboratori nel mondo, di cui 26’000 in Svizzera.

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