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Nasce un gigante dell’editoria svizzera

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Il primo gruppo editoriale romando Edipresse e il gruppo con sede a Zurigo Tamedia hanno deciso di riunire le loro attività. Il raggruppamento comporterà a corto termine la soppressione di una ventina di posti di lavoro.

Tamedia diventerà in un primo tempo azionista al 49,9% delle attività svizzere di Edipresse; in una seconda fase (inizio 2011) acquisterà lo 0,2% di quote supplementari, si legge in un comunicato congiunto diramato martedì.

L’ammontare di queste due transazioni è di 226 milioni di franchi. Se otterrà l’accordo della Commissione della concorrenza (Comco), Tamedia potrà completare l’acquisizione di Edipresse all’inizio del 2013.

L’operazione dovrebbe consentire la creazione di un gruppo editoriale di portata nazionale capace di far fronte alla concorrenza estera, spiegano i due gruppi.

Creare sinergie

Nell’ambito di questo processo di raggruppamento, Tamedia (editore del Tages Anzeiger) e Edipresse (Le Temps) prevedono di «fondere quanto prima» i due giornali gratuiti 20 Minutes e Le Matin Bleu, tenuto conto del potenziale del mercato pubblicitario.

Non dovrebbero invece subire modifiche le attività internazionali di Edipresse, così come la rivista economica Bilan e i media di Edipresse legati all’orologeria e al settore del lusso.

I due gruppi presentano delle similitudini, si legge nella nota: entrambi sono presenti nella stampa regionale, domenicale, nei giornali gratuiti, nelle riviste e nei siti web di servizio o d’informazione, rilevano Pierre Lamunière e Pietro Supino, presidenti dei consigli di amministrazione di Edipresse e Tamedia.

Tamedia, che nel 2007 aveva rilevato l’80% del capitale azionario del gruppo bernese Espace Media (proprietario di Berner Zeitung e Der Bund), è al momento il secondo gruppo editoriale svizzero (per utile netto), dietro a Ringier. Attualmente impiega 1’600 collaboratori, poco meno della metà rispetto a Edipresse (3’300).

Soppressione di impieghi

L’accordo consentirà di ridurre i costi nell’ambito industriale, della distribuzione e dell’infrastruttura tecnica.

A corto termine, il raggruppamento dei due gruppi editoriali comporterà pure la soppressione di una ventina di posti di lavoro, ha indicato il portavoce di Tamedia, Christoph Zimmer.

Tamedia ed Edipresse, ha aggiunto, prevedono però nuovi progetti, con i quali potranno essere create nuove possibilità lavorative.

Sindacati preoccupati…

I sindacati dei media hanno reagito manifestando una certa sorpresa e inquietudine.

Impressum, la principale federazione dei giornalisti in Svizzera, ha espresso preoccupazione per un matrimonio tra due culture aziendali «fondamentalmente diverse». I rapporti di lavoro presso Edipresse, ad esempio, sono retti da una convenzione collettiva, mentre Tamedia «ha finora rifiutato con ostinazione qualunque accordo di questo tipo».

Il sindacato si dice inquieto soprattutto per il futuro dei collaboratori dei due quotidiani gratuiti romandi Le Matin Bleu e 20 Minutes.

Comedia ha indicato di «rifiutare completamente» l’operazione, che si traduce in una concentrazione nociva. Il Sindacato svizzero dei mass media esige dal canto suo misure che garantiscano l’autonomia delle redazioni all’interno del gruppo.

… e i partiti pure

Al pari dei sindacati, anche i principali partiti politici hanno reagito con un certo scetticismo all’annuncio della fusione.

Il presidente del Partito liberale radicale Fulvio Pelli ha dichiarato che a suo avviso l’indipendenza della stampa elvetica è minacciata.

Secondo il presidente del Partito socialista, Christian Levrat, la fusione rappresenta «un gran passo verso la concentrazione dei media svizzeri». La decisione della Comco – sostiene – è però tutt’altro che scontata. «Lentamente, Tamedia sta dominando il mercato dei giornali in Svizzera».

Anche il suo omologo del Partito popolare democratico, Christophe Darbelley, attende con impazienza la decisione della Comco. Il consigliere nazionale vallesano si dice preoccupato per il fatto che le tre principali case editrici svizzere provengano da Zurigo. Darbelley si oppone tuttavia a un intervento statale nella stampa: la mano pubblica deve limitarsi a garantire la concorrenza.

Anche secondo Toni Brunner, presidente dell’Unione democratica di centro, la politica non può frenare gli sviluppi del mercato. Il sangallese si è comunque detto dispiaciuto della concentrazione nel settore mediatico: «Il giornalismo critico ne soffre, le penne fedeli al governo e alla maggioranza saranno sempre di più».

swissinfo e agenzie

In Svizzera ci sono circa 44 giornali per milione di abitante, rispetto ai 23 in Germania, 21 in Gran Bretagna, 2 in Francia e Italia (in base ai dati dell’Associazione mondiale dei giornali).

La tiratura dei giornali a pagamento, che in Svizzera è raddoppiata tra il 1930 e il 1985, si è stabilizzata per in seguito calare a partire dal 2005.

I giornali gratuiti hanno fatto la loro apparizioni negli anni 2000. Sono letti dal 30% della popolazione che ha più di 14 anni.

I principali gruppi editoriali privati svizzeri sono Ringier (Zofingen), Tamedia (Zurigo), Edipresse (Losanna) e NZZ (Zurigo).

Tamedia

Titoli: Tages-Anzeiger, 20 Minuten, SonntagsZeitung, Berner Zeitung, Der Bund

Utile netto (2007): 143 milioni di franchi (+45% rispetto al 2006).

Cifra d’affari: 772 milioni (+17%).

Collaboratori: 1’600.

Edipresse

Titoli: 24 heures, Le Matin/Le Matin bleu, Le Matin Dimanche, Le Temps, Tribune de Genève

Utile netto (2007): 32,3 milioni di franchi (+7,3%).

Cifra d’affari: 814,6 milioni (-8,1%).

Collaboratori: 3’387.

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