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Nessuno è più al riparo dai debiti che strangolano

Telefonini e tessere bancomat: il primo passo verso l'indebitamento per molti giovani Keystone

La spirale infernale dei debiti trascina nel suo gorgo sempre più svizzeri. E non risparmia i giovani, prede fin troppo facili.

Proprio per combattere questa piaga, l’associazione Plusminus lancerà a Basilea una campagna nazionale di prevenzione dell’indebitamento destinata ai ragazzi che hanno meno di 25 anni.

La società dei consumi come seducente sirena che porta al naufragio? Stando agli ultimi dati sull’indebitamento delle persone private si direbbe proprio di sì. Tempi passati quelli in cui gli svizzeri pagavano puntualmente e senza battere ciglio le loro fatture.

La spirale dei debiti è una minaccia che incombe su molte teste. Le ragioni sono molteplici, ma nessuno è al riparo: non i giovani che fanno fatica a tenere sotto controllo le fatture del cellulare, non i professionisti che rischiano di perdere il posto di lavoro, non chi dispone di entrate insufficienti per affrontare gli imprevisti.

La paura, sempre più diffusa, di trovare tra la corrispondenza una nuova fattura, un’intimazione al pagamento, un annuncio di pignoramento è il sintomo di un problema che interessa svariate persone, dai divorziati ai single, dai giovani ai vecchi, passando per preti, politici, medici o piloti.

Secondo l’Associazione tetto dei consulenti svizzeri in materia di debiti, il 10% delle economie domestiche è indebitato. Nel 2003, le società che si occupano di riscuotere le somme dovute ai creditori hanno trattato 1,6 milioni di casi, quasi il triplo dell’anno precedente (588’000 casi), per un ammontare di 829 milioni di franchi (2002: 715 milioni).

Consumismo

«Per esistere, bisogna consumare. In caso contrario si rischia di non essere ben integrati», rileva Pierre Amman, direttore del Centro sociale protestante del Giura bernese. Come molti altri, Amman denuncia la spinta al consumo derivante da una pubblicità che incita a «comprare oggi e pagare domani».

Non bisogna poi dimenticare i comportamenti patologici, spesso all’origine di un indebitamento eccessivo. Secondo uno studio dell’Alta scuola per il lavoro sociale di Berna, il numero di acquirenti impulsivi in Svizzera è raddoppiato nel corso degli ultimi dieci anni, raggiungendo quota 275’000 unità. In questa categoria si trovano soprattutto giovani donne.

Giovani a rischio

È tra i 14 e i 24 anni che i giovani subiscono maggiormente il richiamo del consumismo. L’85% indica lo shopping come la più importante attività del loro tempo libero. E a differenza dei loro genitori, che interpretavano come un’infamia i solleciti di pagamento, hanno integrato al loro modo di vita l’idea di avere sempre delle fatture scoperte e dei conti che vanno regolarmente in rosso.

Una situazione preoccupante, se si considera che quattro persone indebitate su cinque sono cadute nella spirale dell’indebitamento prima dei 25 anni. Proprio a questa fascia d’età sarà dedicata una campagna nazionale che l’associazione Plusminus lancerà questa settimana a Basilea.

«Max.Money», questo il nome della campagna, durerà cinque anni. La prevenzione dell’indebitamento dovrebbe passare per un lavoro di sensibilizzazione. Un po’ sul modello della Finlandia, paese che insegna nelle scuole come tenere un budget.

Le tasse come ultima cosa

Le persone indebitate smettono di pagare le tasse o i premi dell’assicurazione malattia, continuano per contro a pagare il leasing per la loro automobile. A farne le spese sono soprattutto le autorità fiscali. Ecco perché sono all’origine del 50% circa dei casi di persecuzione dei debitori.

Secondo Santésuisse, i premi per l’assicurazione malattia non pagati raggiungono i 300-400 milioni di franchi l’anno. Dopo una lunga procedura, i comuni e i cantoni si fanno carico di questi premi.

I programmi che aiutano gli indebitati ad uscire dalla loro difficile situazione, puntano soprattutto a stabilire delle priorità. I debiti non hanno tutti lo stesso peso. L’affitto, ad esempio, è importantissimo: essere confrontati con uno sfratto non fa che peggiorare la situazione. L’assicurazione malattia, invece, è chiamata ad offrire le sue prestazioni anche se non ha incassato i premi.

Quando basta un nonnulla a precipitare la situazione

Indebitarsi è particolarmente facile per quel 6,5% della popolazione attiva (220’000 persone) che viene classificato dall’Ufficio federale di statistica tra i «working poor», persone che pur lavorando non hanno degli introiti sufficienti. Dal canto suo, Caritas stima a 850’000 il numero di persone al di sotto della soglia di povertà in Svizzera.

Si tratta di categorie particolarmente a rischio. Basta il minimo imprevisto e queste persone si vedono obbligate a ricorrere ad un piccolo credito. Spesso è il primo passo verso la spirale dell’indebitamento. Anche gli acquisti per corrispondenza e i leasing possono essere fatali a qualcuno che vede diminuire improvvisamente le proprie entrate.

Ai debiti seguono le ingiunzioni di pagamento, i pignoramenti e le trattenute salariali. All’indebitato non resta che il minimo esistenziale e un fardello fatto di miseria e vergogna.

A questo punto molti abbassano le braccia e si rimettono all’assistenza sociale. In effetti, costata un’assistente sociale, «a chi lavora resta la stessa somma destinata alle persone che fanno capo all’assistenza. Allora perché lavorare, se in ogni caso si verrà privati di tutto?».

swissinfo e agenzie

Il 10% delle economie domestiche svizzere è indebitato.

Nel 2003, le società incaricate di incassare le somme dovute ai creditori hanno trattato 1,6 milioni di casi, per un ammontare di 829 milioni di franchi. L’anno precedente i casi erano 588’000 per un valore di 715 milioni di franchi.

Il 4 novembre verrà lanciata una campagna nazionale di prevenzione. Durerà cinque anni e sarà indirizzata ai giovani, una categoria particolarmente a rischio d’indebitamento.

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