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Cannabis, la Casa Bianca contro gli Stati ribelli

La nuova crociata di Donald Trump prende di mira la marijuana il cui uso è stato autorizzato per uso ricreativo o medico in alcuni Stati.

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Pochi giorni dopo il via libera all’uso della cannabis a scopo ricreativo in California, l’amministrazione Usa, attraverso il ministro della Giustizia, Jeff Sessions, ha annunciato la fine della politica dell’era Obama di scoraggiare i procuratori federali, che ora avranno mani libere, dal perseguire reati legati alla marijuana negli Stati dove è stata legalizzata.

La decisione rappresenta una vera dichiarazione di guerra contro la legalizzazione della sostanza stupefacente, di cui le leggi federali vietano la vendita, l’acquisto e il possesso.

Sino ad ora sono sei gli Stati americani che consentono l’uso della cannabis a livello ricreativo: Colorado, Washington, Oregon, Alaska, Nevada e California (entro la fine dell’anno dovrebbero aggiungersi alla lista anche Maine e Massachusetts).

Ma non è chiaro quale sarà l’impatto concreto della svolta della Casa Bianca sulla vendita di cannabinoidi e sulla sorte delle imprese del settore. La Scotts Miracle-Gro ad esempio, che produce oggetti per il giardinaggio, ha speso centinaia di milioni di dollari per acquisire società che vendono terreno, illuminazioni, fertilizzanti e altri prodotti ai coltivatori di marijuana.

Le azioni della compagnia sono subito scese del 3,8% a 104,54 dollari dopo la notizia dell’inversione di rotta, e anche alcuni titoli canadesi legati alla cannabis sono diminuiti drasticamente.

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