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Nuova legge sugli stranieri: aspre battaglie in vista

La nuova legge sugli stranieri comporterà anche una maggiore sorveglianza alle frontiere Keystone Archive

Il governo ha trasmesso il nuovo disegno di legge sugli stranieri al parlamento. Per i lavoratori "extra comunitari" l'accesso alla Svizzera diventa molto più difficile.

Stranieri di prima e seconda classe?

Per loro, le porte di quella che qualcuno ha già definito la “Fortezza Elvezia” si apriranno soltanto a condizione che dispongano di una buona qualifica professionale (specialisti, quadri, accademici) e che la loro assunzione sia giudicata urgente. Questa politica è già perseguita dal Consiglio federale dal 1991 e potrebbe ora venir sancita dalla legge.

I cittadini dei 15 paesi dell’Unione europea (Ue) e dell’Associazione europea di libero scambio (Aels: Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera) saranno invece sottoposti alle disposizioni comprese nell’accordo sulla libera circolazione sottoscritto con Bruxelles. Un accordo che dovrebbe entrare in vigore forse già nella prima metà di quest’anno. Il problema, ha rilevato la ministra di giustizia e polizia Ruth Metzler, dovrà essere nuovamente analizzato quando l’Ue deciderà di aprirsi ai paesi candidati dell’Europa dell’est.

La nuova legge prevede “miglioramenti e agevolazioni amministrative per gli stranieri che vivono durevolmente in Svizzera.” Ricordiamo che nel 2000 vivevano da noi 1,52 milioni di persone di nazionalità straniera. Circa la metà sono nati in Svizzera o vivono nel nostro paese da almeno 15 anni.

D’altra parte, le nuove disposizioni fissano nei dettagli l’accesso al mercato del lavoro svizzero dei lavoratori provenienti da paesi non membri dell’Ue o dell’Aels. “Ci sarà posto non soltanto per accademici, ha promesso la signora Metzler, ma anche, ad esempio, per un lavoratore specializzato nella cura degli elefanti per il circo Knie.”

Aumenterà la sorveglianza alle frontiere

Il nuovo testo, che sostituirà l’attuale vecchio di 60 anni, contempla anche la lotta contro gli abusi commessi da una piccola minoranza di stranieri. Si vuole combattere l’attività dei passatori, il lavoro nero e i matrimoni di compiacenza. Aumenterà anche la sorveglianza negli aeroporti e alle frontiere.

Per quanto riguarda il ricongiungimento delle famiglie, la nuova legge prevede che i figli di lavoratori debbano arrivare in Svizzera entro un periodo di cinque anni dall’arrivo dei genitori per consentire una migliore integrazione dei giovani stranieri.

La legislazione sugli stranieri: un tradizionale campo di battaglia

La procedura di consultazione avviata dal governo su questo suo disegno di legge ha rivelato una spaccatura tra i partiti, le organizzazioni e le persone consultate. Per gli uni – in generale il blocco borghese e l’estrema destra – la legge proposta va troppo lontanto, concede troppi diritti agli stranieri. Per la sinistra e le organizzazioni umanitarie si tratta invece di un inasprimento inaccettabile.

La discussione in parlamento sarà condizionata dalla più recente iniziativa antistranieri bocciata dal popolo nel 2000, che preconizzava la limitazione al 18% della popolazione straniera in Svizzera, e dall’iniziativa della destra nazionalista attualmente all’esame delle Camere per l’inasprimento del diritto d’asilo. Un settore, quest’ultimo, non contemplato dalla nuova legge, ma che argomentazioni populiste possono facilmente collegare.

Un’alternativa da sinistra

Manovre sono già in corso in casa socialista, dove si sta preparando un’alternativa al disegno di legge sugli stranieri. I socialisti accetterebbero una limitazione dell’accesso alla Svizzera a condizione che tutti gli stranieri ammessi siano trattati allo stesso modo. Proporrebbero anche di limitare l’accesso di extra-comunitari non sulla base delle loro qualifiche professionali, ma in funzione dei bisogni dell’economia.

Un altro punto centrale della discussione in casa socialista sarebbe anche quello dell’integrazione degli stranieri, che potrebbe essere forzata, ad esempio con corsi di lingua obbligatori. Indispensabile, per i socialisti, anche una centralizzazione e l’uniformizzazione dei criteri d’immigrazione, oggi lasciati all’arbitrio di 26 cantoni e fonte dunque di ingiustizie.

Nei prossimi mesi si assisterà a una battaglia fra la destra, per una soluzione più restrittiva, e la sinistra, più liberale. Una prova di forza destinata molto probabilmente a sfociare in un referendum contro la nuova legge.

Mariano Masserini

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