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Nuovi negoziati sul Consiglio dei diritti umani

La creazione del Consiglio dei diritti umani figura tra le priorità dell'agenda 2006 delle Nazioni unite Keystone

La delegazione svizzera all'ONU ritiene più vicino un accordo sulla creazione di un nuovo Consiglio dei diritti umani, in sostituzione dell'attuale Commissione.

I negoziati sulla nascita di questo nuovo organismo, che dovrebbe operare in modo più efficace in favore dei diritti umani, riprendono mercoledì a New York.

Nel dicembre scorso, il segretario generale delle Nazioni unite Kofi Annan ha annunciato che la creazione di un “Consiglio dei diritti umani imparziale ed effettivo” sarà tra le priorità principali del 2006.

Questo organo sarà chiamato a sostituire l’attuale Commissione dei diritti umani, abbondantemente criticata in passato per la sua mancanza di efficacia e di credibilità.

In questa Commissione, composta da 53 membri, figurano diversi paesi che non brillano per il rispetto dei diritti umani. Negli ultimi anni vi hanno fatto parte anche la Libia, lo Zimbabwe e Cuba.

Le discussioni sulla creazione del Consiglio dei diritti umani sono state avviate l’anno scorso. Kofi Annan spera di poter giungere ad una risoluzione finale nel marzo prossimo, quando la Commissione terrà la sua sessione annuale a Ginevra.

I membri delle Nazioni unite non sono ancora riusciti a trovare un accordo sulle dimensioni del nuovo organismo, sul numero delle sedute previste e sulle modalità di scelta delle delegazioni partecipanti.

“Sono convinto che un accordo potrà essere raggiunto e che, in tal modo, le attività in favore dei diritti umani potranno essere migliorate rispetto al passato”, dichiara a swissinfo Peter Maurer, ambasciatore svizzero alle Nazioni unite a New York.

“Non siamo ancora vicini ad una soluzione, ma si sta sempre più rafforzando l’opinione che sia necessario un nuovo approccio nei confronti della problematica dei diritti umani e che occorra creare un nuovo organismo per trattare questi temi”.

Giusto equilibrio

La settimana scorsa i rappresentanti americani hanno sollevato una nuova vertenza, sostenendo che un seggio nel Consiglio dei diritti umani debba venir riservato ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU – ossia Stati uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina.

Respingendo questa proposta, la delegazione svizzera sostiene invece che i membri del Consiglio dei diritti umani debbano venir eletti dall’Assemblea generale delle Nazioni unite, in modo da garantire una migliore ripartizione dei seggi tra le diverse regioni mondiali.

Per Maurer è importante che il Consiglio sia il più possibile rappresentativo e non si riduca ad un organismo riservato ad un’elite, una sorta di club per “brava gente”.

L’ambasciatore svizzero ritiene comunque che debbano essere esclusi dal Consiglio i paesi che si macchiano delle peggiori violazioni dei diritti umani.

“Nel corso dei negoziati, dobbiamo trovare un equilibrio tra il principio di apertura e la possibilità di escludere i paesi che non rispettano in alcun modo i diritti fondamentali”, afferma Maurer.

“Il Consiglio dovrebbe inoltre poter riunirsi quando emergono casi urgenti di violazione dei diritti umani e non, come finora, soltanto per una riunione annuale di sei settimane”.

Analisi regolari

Questo nuovo organismo sarebbe pure chiamato a valutare regolarmente la situazione nei paesi membri – un’idea che sta ottenendo consensi sempre più ampi.

Finora la Commissione dei diritti umani è stata più volte criticata per la sua incapacità di adottare dei provvedimenti in caso di abusi.

Secondo Maurer, più che una politica di scontro e condanna, la Svizzera intende sostenere il dialogo e la cooperazione con i paesi che violano i diritti umani.

“Se il dialogo non fosse sufficiente, il Consiglio dovrebbe avere la possibilità di agire e formulare delle raccomandazioni agli organi supremi delle Nazioni unite, anche senza il consenso dei paesi in questione”.

Anche Peggy Hicks, direttrice dell’organizzazione non governativa Human Rights Watch, si dice attualmente ottimista sulla creazione di un organismo più efficace per far rispettare i diritti umani nel mondo.

“Non è ancora chiaro se questo organismo potrà nascere già in marzo. Le divergenze sono state ridotte, ma rimangono ancora diversi punti chiave da concordare”.

Pure secondo Hicks, il Consiglio non dovrebbe riunirsi soltanto quattro volte all’anno, come proposto da una bozza di progetto.

“Affinché il nuovo organismo sia più efficace, è importante che possa riunirsi regolarmente”.

swissinfo, Adam Beaumont, Ginevra
(traduzione di Armando Mombelli)

Creata nel 1946, la Commissione dei diritti umani è formata attualmente dalle delegazioni di 53 paesi, scelti su basi regionali.

Questo organismo si riunisce ogni anno durante sei settimane per discutere in merito ai problemi dei diritti umani in tutto il mondo.

Il progetto di creare un nuovo Consiglio dei diritti umani, attualmente oggetto di negoziati, si basa su una proposta elaborata dall’esperto svizzero Walter Kälin.

Durante una visita in Svizzera nell’ottobre scorso, il segretario generale delle Nazioni unite Kofi Annan aveva dichiarato che il nuovo organismo avrà sede a Ginevra.

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