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Obbiettivi del millennio: critiche al governo

L'ONU vuole sradicare la povertà estrema, come nello Swaziland dove molti bambini ricevono un solo un pasto al giorno Keystone

In vista del vertice internazionale in corso la settimana prossima a New York, organizzazioni umanitarie e sindacati rilanciano le pressioni sul governo svizzero.

Al centro delle critiche figurano i fondi per l’aiuto pubblico allo sviluppo, considerati insufficienti, e la politica economica, non orientata verso la lotta alla povertà.

Le opere assistenziali svizzere, i sindacati e le organizzazioni di tutela dei diritti umani e dell’ambiente hanno nuovamente criticato il Consiglio federale per il rifiuto di aumentare il suo contributo finanziario alla realizzazione degli Obbiettivi del millennio.

Il governo elvetico si era fissato nel 2002 di impiegare almeno lo 0,4% del Prodotto interno lordo per lottare contro la povertà. Ma ancora nel 2004, la quota dell’aiuto pubblico allo sviluppo non ha superato lo 0,37%.

Secondo i rappresentanti di Alliance Sud, Amnesty International, Pro Natura e Unione Sindacale Svizzera, che hanno tenuto martedì una conferenza stampa a Berna, il Consiglio federale deve inoltre orientare maggiormente la sua politica economica e commerciale verso la lotta alla povertà, la promozione dei diritti umani e lo sviluppo sostenibile.

Vertice straordinario

Stabiliti nel 2000 per dimezzare la povertà entro il 2015, gli Obbiettivi del millennio figurano al centro di una conferenza straordinaria «Millenio +5», in programma dal 14 al 16 settembre a Nuova York.

I paesi firmatari della Dichiarazione dell’ONU intendono in particolare fare il punto sui provvedimenti adottati finora per dimezzare la povertà e concordare nuove misure che permettano la messa in atto entro il 2015 degli obiettivi previsti.

In concreto la Dichiarazione mira, entro tale data, a dimezzare la povertà e la fame, assicurare l’educazione primaria di tutti i bambini, rafforzare la lotta alla malaria e all’aids, eliminare le disparità fra i sessi e attuare uno sviluppo sostenibile.

Diversi Paesi europei hanno già detto di voler aumentare sensibilmente (allo 0,7% del PIL) i loro aiuti allo sviluppo e hanno avanzato nuove proposte per alleggerire il debito dei Paesi poveri.

Svizzera reticente

Rifiutando di aumentare i propri aiuti allo sviluppo – come Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda – la Svizzera, è uno dei pochi Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) a recarsi a mani vuote a New York, ha affermato Bastienne Joerchel di Alliance Sud, nel corso della conferenza stampa.

Secondo la Comunità di lavoro – che comprende Swissaid, Sacrificio Quaresimale, Pane per tutti, Helvetas, Caritas e l’Aiuto delle chiese evangeliche della Svizzera (ACES) – con il suo atteggiamento il Consiglio federale sostiene passivamente gli Stati Uniti nel loro rifiuto di creare nuove fonti finanziarie in favore della lotta alla povertà.

E ciò indebolisce le prospettive di riuscita del prossimo incontro di New York. Inoltre – ha aggiunto Joerchel – Berna fa anche il gioco degli USA, che tentano di imporre le loro priorità di politica estera al resto del mondo.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) ha reagito rifiutando la critiche delle ONG. Philippe Jeannerat, portavoce del Dfae, ha sottolineato come l’aiuto allo sviluppo svizzero si difenda egregiamente in un confronto internazionale.

La Svizzera, rileva il Dfae, si situa infatti all’ottavo posto nella graduatoria che comprende i 22 Stati dell’OCSE relativa alle somme destinate all’aiuto allo sviluppo.

Politica contradditoria

La Svizzera – ha dichiarato ancora Bolomey – agisce spesso in modo contraddittorio. Da un lato, a livello internazionale, si presenta volentieri come la guardiana dei diritti umani; dall’altro, intende vendere carri armati all’Iraq invece di impegnarsi per un migliore controllo commerciale degli armamenti.

D’altro canto, anche le misure di Berna nei confronti dei rifugiati sono considerate in contrasto con il diritto d’asilo. Secondo AI, al vertice mondiale 2005, la Confederazione dovrebbe sostenere la creazione di un Consiglio dei diritti umani, con sede a Ginevra, che si situerebbe allo stesso livello del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

La settimana prossima a New York, si tratterebbe anche di esaminare la possibilità di creare un Consiglio mondiale dello sviluppo globale e dell’ambiente. Come pure di impegnarsi per dare la priorità agli accordi multilaterali di protezione ambientale rispetto a quelli dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO).

«Ogni sviluppo basato sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali prima o poi porta alla povertà», ha sottolineato Sonja Ribi di Pro Natura. Una gestione ambientale sostenibile è quindi il pilastro di ogni strategia di lotta alla povertà a lungo termine.

Dal canto suo, anche il segretario generale dell’USS, Rolf Zimmermann, ha notato che per lo sviluppo economico dei paesi poveri sono essenziali buoni servizi pubblici di base, come l’accesso all’acqua potabile, alla salute e alla formazione.

Questi servizi non devono però essere sottomessi ai processi di liberalizzazione e privatizzazione. È quindi controproducente che un paese industrializzato come la Svizzera, tramite le norme sulla proprietà intellettuale, renda più difficile per i paesi poveri l’accesso ai farmaci o alle sementi.

swissinfo e agenzie

L’anno scorso la Confederazione ha consacrato lo 0,37% del suo Prodotto interno lordo per l’aiuto allo sviluppo.
Nel 2002, il governo elvetico si era posto come obbiettivo di raggiungere almeno lo 0,4%.
Nella classifica dei donatori, la Svizzera si situa in 15esima posizione tra i paesi industrializzati per quanto concerne i fondi impiegati per la lotta alla povertà.
L’Unione europea si è fissata come obbiettivo di raggiungere lo 0,7% entro il 2015.

La Dichiarazione del Millennio, firmata da 189 paesi nel 2000, contiene 8 obiettivi principali.

1 Eliminare la povertà estrema e la fame.

2 Assicurare un’istruzione elementare universale.

3 Promuovere la parità tra i sessi.

4 Diminuire la mortalità infantile.

5 Migliorare la salute materna.

6 Ridurre la diffusione dell’AIDS

7 Garantire la sostenibilità all’ambiente.

8 Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo.

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