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Officine FFS: lo sciopero va avanti

L'assemblea del personale ha deciso di continuare lo sciopero Keystone

Ai dipendenti di FFS Cargo a Bellinzona non basta la proposta della direzione delle ferrovie di sospendere le misure di risanamento. In attesa di maggiori garanzie, lo sciopero continua.

Nel frattempo, le FFS hanno annunciato di voler ritardare anche la chiusura del centro di servizio alla clientela di Friburgo, anch’esso colpito dalla ristrutturazione.

Gli operai delle Officine di Bellinzona non si fidano della direzione delle Ferrovie federali svizzere (FFS). Come indicato dal comitato di sciopero, l’assemblea dei dipendenti dello stabilimento ticinese ha deciso giovedì mattina all’unanimità di proseguire l’azione di protesta contro i tagli annunciati nel settore Cargo (complessivamente 400 impieghi, di cui circa un terzo a Bellinzona).

La proposta del direttore delle FFS Andreas Meyer di sospendere i piani di ridimensionamento, a patto che gli operai ritornino al lavoro, non fornisce alcuna garanzia. «Non c’è alcun impegno scritto da parte delle FFS», ha sottolineato Gianni Frizzo, coordinatore dello sciopero.

«Andreas Meyer ha già cambiato parere tre volte in merito al futuro delle officine», ha aggiunto Donatello Poggi del sindacato UNIA. «Non bisogna prenderci per degli imbecilli».

Malgrado la decisione di portare avanti lo sciopero, le FFS hanno annunciato di voler mantenere la loro proposta. «La direzione FFS prende atto della decisione dell’assemblea del personale ticinese», ha precisato il portavoce Roland Binz, aggiungendo che «l’offerta dell’azienda è costruttiva e per questo va mantenuta». Le FFS si dicono inoltre aperte al dialogo con tutte le parti sociali, allo scopo di trovare soluzioni adeguate.

Friburgo come il Ticino

Sempre giovedì, le FFS hanno reso noto che la chiusura del centro di servizio alla clientela di FFS Cargo a Friburgo (soppressione di 51 impieghi e trasferimento a Basilea di 114 posti di lavoro) è congelata fino al dibattito urgente che si svolgerà mercoledì 19 marzo in Consiglio nazionale.

«Se dalla discussione in parlamento affioreranno nuovi elementi e il mandato di FFS Cargo verrà cambiato, l’azienda ne trarrà le dovute conseguenze», ha precisato Meyer, dopo un incontro con il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger e i rappresentanti del Consiglio di Stato e della deputazione friburghese alle Camere.

«Occorre trattare i dipendenti friburghesi alla stessa stregua dei ticinesi», ha aggiunto il direttore delle FFS.

Moritz Leuenberger, che giudica inammissibile lo sciopero, ha dal canto suo ricordato che «FFS Cargo non potrà uscire dalle cifre rosse, se non saranno presi provvedimenti», aggiungendo che attende con impazienza le nuove proposte che verranno fatte durante il dibattito in parlamento.

«Non escludiamo misure di lotta»

I rappresentanti dell’esecutivo friburghese hanno accolto la decisione «con soddisfazione». Per il presidente del governo cantonale Pascal Corminboeuf, si tratterà ora di convincere l’ex regia delle ottime condizioni quadro che offre la città di Friburgo (in particolare costi inferiori per l’affitto) e del suo ruolo di ponte tra due lingue e culture.

Corminboeuf ha pure sottolineato come le FFS non debbano dimenticarsi «della seconda “F”, che le contraddistingue», in riferimento all’abbreviazione della parola «federali».

Pur salutando la decisione delle FFS, il sindacato del personale dei trasporti SEV ha deplorato l’assenza di garanzie in merito al mantenimento degli impieghi. Il personale del centro di Friburgo si riunirà venerdì mattina per decidere l’attitudine da adottare.

«Non escludiamo misure di lotta», ha fatto sapere il segretario del SEV, Eric Levrat. Una manifestazione sarà organizzata nel pomeriggio e un centinaio di operai ticinesi si recheranno nel capoluogo romando in segno di solidarietà.

swissinfo e agenzie

Il Consiglio nazionale terrà, probabilmente mercoledì 19 marzo, un dibattito urgente sulle difficoltà di FFS Cargo e l’annunciata soppressione di posti di lavoro, in particolare a Bellinzona e a Friburgo.

La Camera del popolo ha infatti accolto senza opposizione due mozioni d’ordine in questo senso dell’Unione democratica di centro (UDC) e del popolare democratico Meinrado Robbiani.

Tutte le formazioni politiche hanno sostenuto l’opportunità e l’urgenza di procedere a questo dibattito, «non tanto per fare il processo alle FFS – ha dichiarato Robbiani – ma per poter affrontare il problema alla radice». Le autorità federali, ha aggiunto, devono affrontare il problema, dato che certe loro decisioni hanno contribuito a creare la crisi attuale.

Per l’UDC, il dibattito urgente permetterà anche di ottenere una presa di posizione del Consiglio federale, visto che è coinvolta un’azienda che «appartiene ancora alla Confederazione».

Anche la sinistra ha sostenuto l’organizzazione di un dibattito urgente. Ma si tratterà di parlare dei problemi di fondo, per esempio del fatto che la politica continua a favorire la strada a scapito della ferrovia.

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