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Il ghiacciaio dell Aletsch.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero,

se pensate di venire a sciare in Svizzera quest’inverno, possiamo dirvi che per ora regna un po’ il caos. L’associazione Funivie svizzera oggi ha informato che non vi sarà l’obbligo di presentare il certificato Covid sulle piste da sci. Poche ore dopo l’Ufficio federale di sanità pubblica ha risposto che l’annuncio è affrettato. E allora?

Per ora valgono le regole in vigore nei trasporti pubblici. Dunque, mascherina obbligatoria sulle cabine e nei locali chiusi. Se invece volete mangiare in una baita in alta quota, munitevi di certificato.

In attesa di poter fare una bella sciatina, vi lascio al nostro bollettino quotidiano.

Un infermiera carica una siringa con il vaccino.
Keystone / Pablo Gianinazzi

Swissmedic entro la fine del mese autorizzerà la terza dose dei vaccini anti-Covid.

Il capo delle autorizzazioni di Swissmedic, Claus Bolte, ha dichiarato che l’approvazione della terza dose di vaccini arriverà presto, anche se la necessità di una terza dose non è ancora stata dimostrata.

Il richiamo non è indispensabile per tutti. Se così possiamo dire, la popolazione “normale” non ne avrà sicuramente bisogno quest’anno in quanto non vi sono indicazioni che la protezione si stia indebolendo per questo gruppo.

Per le persone sopra gli 80 anni, invece, alcuni studi medici inglesi mostrano una tendenza a una leggera diminuzione della protezione. L’efficacia del vaccino dovrebbe aumentare dall’85 al 95% dopo la terza dose.

La centrale nucleare di Gösgen.
Keystone / Peter Klaunzer

Si riaccende il dibattito sull’energia nucleare: sarebbe la risposta a lungo termine alla penuria di energia.

Ieri vi abbiamo parlato dello studio secondo il quale la Svizzera potrebbe avere problemi di rifornimento di energia elettrica a partire dal 2025. Questo a causa dell’incertezza che regna attorno all’accordo sull’energia elettrica con l’Ue.

Anche trovando un’intesa con l’Ue, secondo Peter Hettich, professore all’Università di San Gallo, a lungo termine la soluzione è la costruzione di centrali nucleari di nuova generazione. Sarebbe dunque il caso di pianificare la loro edificazione.

Niente di eccessivo. La Francia, per esempio, punta su mini-impianti meno cari e soprattutto meno rischiosi. L’investimento nel nucleare, secondo Hettich, si giustifica per la mancanza futura di energia pulita per sostenere l’elettrificazione della mobilità.

Una vista dal basso del ghiacciai del Rodano
Keystone / Urs Flueeler

Nonostante le copiose nevicate e un’estate fresca, i ghiacciai svizzeri hanno perso ancora volume.

Il cambiamento climatico ha colpito anche quest’anno. Nel 2021, i 22 ghiacciai svizzeri tenuti sotto osservazione hanno perso l’1% del loro volume. È un dato rivelato dall’Accademia svizzera di scienza naturali.

La perdita di volume del 2021 è la più contenuta dal 2013. In cifre, tanto per capirci, negli ultimi 12 mesi sono state perse comunque 400 milioni di tonnellate di ghiaccio: non si prospetta dunque un rallentamento del ritiro dei ghiacciai.

Eppure, da un punto di vista meteorologico, il 2021 avrebbe dovuto dare un po’ di respiro ai ghiacciai. Ma secondo gli esperti un solo anno ‘buono’ non è sufficiente per salvare i ghiacciai in tempi di cambiamenti climatici.

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Dibattito
Moderato da: Luigi Jorio

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Per alcuni è troppo piccola per agire, per altri è troppo ricca per non fare nulla. Che cosa vi aspettate dalla Svizzera? Dite la vostra!

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Un orologiaio che sta montando un orologio.
© Keystone / Melanie Duchene

Swiss Made con il vento in poppa: esportazioni elvetiche da record. In ripresa anche l’orologeria.

Un trimestre da record assoluto. Tra luglio e settembre, le esportazioni dello Swiss Made sono salite a 63,1 miliardi di franchi, il 3,7% in più dei tre mesi precedenti, segnando il miglior trimestre di sempre. È il quinto trimestre consecutivo di crescita.

Come sempre, il commercio estero è trainato dal settore chimico-farmaceutico che da solo rappresenta la metà del valore delle esportazioni (33,1 miliardi di franchi). In particolare, il settore è spinto dai prodotti immunologici (+8,2% a 12,1 miliardi).

Inoltre, le vendite di orologi svizzeri all’estero si confermano in ripresa. In settembre le esportazioni si sono attestate a 1,9 miliardi di franchi, il 3,1% in più del 2019, l’ultimo anno pre-pandemico che Federazione dell’industria orologiera considera nei suoi confronti.

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