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Oltre 10mila al Pride a Gerusalemme, anche neo ministro

Oltre 10'000 persone hanno partecipato oggi al tradizionale Gay Pride. KEYSTONE/EPA/ABIR SULTAN sda-ats

(Keystone-ATS) Eguaglianza e parità di diritti. In oltre 10mila li hanno rivendicati durante il tradizionale Gay Pride svoltosi oggi nella parte ovest di Gerusalemme sotto stretto controllo di circa 2500 poliziotti pronti ad evitare ogni disturbo alla manifestazione.

Memore di quanto successo nel 2015 quando un ebreo ortodosso accoltellò a morte una giovane manifestante, la polizia ha steso un cordone di protezione particolarmente serrato attorno alla sfilata dipanatasi per quasi 3 chilometri in un mare di bandiere arcobaleno innalzate con orgoglio dalla comunità Lgbt (acronimo utilizzato come termine collettivo per riferirsi a persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender) della città che, non va dimenticato, vive in una realtà diversa da quella di Tel Aviv. In tutto sono state fermate o arrestate 52 persone intenzionate ad intralciare l’evento: tra queste un uomo armato di coltello.

E non è stato un caso che a presentarsi all’evento sia stato Amir Ohana, il neo responsabile della giustizia nominato ieri dal premier Benyamin Netanyahu. Ohana – che appartiene al Likud – è il primo ministro dichiaratamente gay del governo. A chi lo disapprovava per la sua appartenenza al partito di destra, ha risposto, secondo i media: “sono contento che siate qui anche se mi contestate”.

Durante il percorso, il corteo si è fermato, in omaggio, sul luogo dove fu uccisa nel 2015 la giovane Shira Banki e mazzi di fiori sono stati lasciati sul posto. Eran Globus, capo della Jerusalem Open House, ha detto ai media che la Marcia fa parte di una maggiore campagna per la piena eguaglianza della comunità Lgbt.

“L’opinione pubblica israeliana, dalla destra alla sinistra, non deve – ha spiegato – arrendersi all’indifferenza e abbandonare lo spazio comune all’odio e alla violenza”. Il Municipio – retto da Moshe Lion, eletto di recente grazie anche al sostegno dei religiosi di Shas e dalla destra nazionalista di Avigdor Lieberman – ha dato il suo pieno appoggio alla manifestazione. Ha fatto apporre le bandiere arcobaleno lungo tutto il percorso rifiutando la richiesta del rabbino capo di Gerusalemme che fossero rimosse per non offendere la sensibilità di una parte della popolazione.

A scomparire, tolti su ingiunzione del Municipio stesso, sono stati invece i cartelli, innalzati dall’inizio della settimana, contro la Parade. Questo non ha impedito che ci siano state lo stesso manifestazioni contrarie organizzate dalla destra dove si è inneggiato, secondo i media, alla “normalità”. La prossima settima sarà la volta del Gay Pride a Tel Aviv.

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