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Oltre metà impieghi creati dal 2008 sono precari, dice sindacalista

La digitalizzazione non deve essere una scusa per peggiorare le condizioni di lavoro. sda-ats

(Keystone-ATS) “La maggioranza dei posti di lavoro creati dalla crisi finanziaria del 2008 sono precari e mal pagati”: lo sostiene Christy Hoffman, nuova segretaria della federazione sindacale internazionale UNI Global Union, che ha sede a Nyon (VD).

In dichiarazioni riportate da “20 Minuten” Hoffman punta il dito contro i contratti a termine, il lavoro interinale e, in alcuni casi, l’impiego a tempo parziale. La 62enne americana avanza l’esempio di Google: in California il gigante dà lavoro a 160’000 persone, ma solo la metà di loro è dipendente dell’azienda, il resto fa capo all’agenzia interinale Adecco. “Questo non ha nulla a che fare con la tecnologia, bensì con il risparmio sui costi e con la cupidigia delle imprese”.

Hoffman ha partecipato al recente Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR), in cui si è parlato molto di digitalizzazione e di quarta rivoluzione industriale. Secondo la sindacalista queste evoluzioni non porteranno a una massiccia soppressione di organici, sebbene in alcuni settori i tagli ci sono. A suo avviso però quella del progresso tecnologico è soprattutto una scusa a cui ricorrono i datori di lavoro per peggiorare le condizioni di impiego.

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