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ONG all’attacco della politica sui brevetti di Novartis

Glivec/Gleevec ha fatto guadagnare a Novartis più di 2 miliardi di dollari l'anno scorso Keystone

Diverse organizzazioni non governative svizzere attive in campo medico hanno chiesto al gigante farmaceutico di ritirare le sue azioni in giustizia contro la legge indiana sui brevetti.

Per le ONG, se i tribunali dovessero dare ragione a Novartis, nei paesi in via di sviluppo l’accesso a farmaci generici d’importanza vitale diventerebbe più difficile.

Novartis afferma che sta semplicemente difendendo i suoi diritti sulla proprietà intellettuale e che non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro.

Negli ultimi mesi, la ditta farmaceutica con sede a Basilea ha intentato due cause legali in India. La prima riguarda un paragrafo della legge indiana sui brevetti – che a detta di Novartis è contrario alle disposizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – la seconda impugna il rifiuto delle autorità indiane di rilasciare il brevetto sul Glivec, un farmaco vitale per la lotta contro il cancro prodotto da Novartis.

In Svizzera, l’atteggiamento di Novartis ha suscitato la preoccupazione di diverse organizzazioni non governative (ONG), prima fra tutte la Dichiarazione di Berna che giovedì ha inviato una lettera aperta al CEO di Novartis, Daniel Vasella. La lettera è stata firmata da numerose altre organizzazioni e personalità svizzere.

Le ONG trovano inquietante il tentativo di aggirare la legge indiana effettuato dal gigante farmaceutico. Il paragrafo “incriminato” prevede l’esclusione dai brevetti delle nuove forme o delle nuove indicazioni d’uso di sostanze conosciute.

Questo paragrafo permette la produzione a prezzi accessibili di farmaci fondamentali e, per la Dichiarazione di Berna, è perfettamente in linea con le disposizioni dell’OMS. Anzi, l’azione di Novartis andrebbe contro lo spirito della dichiarazione sulla salute pubblica dell’OMS, dichiarazione che garantisce ai governi un certa flessibilità sulla proprietà intellettuale.

«Con questa sfida», si legge nella lettera aperta indirizzata a Vasella, «Novartis sta tentando di limitare la capacità del governo indiano di prendere delle misure per proteggere la salute della sua popolazione e di avere un sistema di brevetti adatto al contesto socioeconomico del paese».

«Temiamo seriamente che i cambiamenti della legge indiana richiesti da Novartis possano influire negativamente sull’accesso a medicinali generici d’importanza fondamentale (in particolare quelli per il virus HIV e per la cura dell’AIDS) non solo in India, ma anche in tutti i paesi in via di sviluppo che importano medicinali indiani»

Generici

Secondo l’associazione Medici senza frontiere (MSF) l’India è un produttore importante di medicinali generici a basso prezzo. Quattro farmaci su cinque usati da MSF per curare migliaia di pazienti in oltre 30 paesi sono generici che provengono dall’India.

Secondo i firmatari, Glivec, conosciuta negli Stati Uniti con il nome di Gleevec, il costo annuale dei farmaci salva-vita – circa $25’000 (32’000 franchi) – è troppo alto per i pazienti dei paesi in via di sviluppo.

La lettera, fermata dalla Dichiarazione di Berna, è sostenuta anche da altre associazioni, tra cui l’Associazione anti-AIDS svizzera, la Lega contro il cancro e MSF Svizzera.

Sostiene la campagna anche l’ex ministra degli interni Ruth Dreifuss, che è presidente della commissione per la proprietà intellettuale, l’innovazione e la sanità pubblica presso l’OMS.

Il fattore costi

Nella sua risposta Novartis sostiene che i generici non sono la soluzione per la maggior parte dei pazienti in India, che non sono comunque in grado di pagarli.

“I generici non risolveranno il problema, dato che il loro prezzo è ancora quattro, cinque volte superiore al salario medio in India”, dice a swissinfo John Gilardi, portavoce di Novartis.

“È importante sostenere gli sforzi portati avanti dall’India per migliorare la protezione della proprietà intellettuale, ma qui si tratta di un brevetto, riconosciuto in 40 paesi, che deve essere riconosciuto anche in India”.

Gilardi aggiunge che più del 99% dei pazienti indiani che devono assumere Glivec, lo ricevono gratuitamente. Chi ancora non lo sta ricevendo, dovrebbe iscriversi al programma Glivec di Novartis.

In relazione alla legge Indiana sui brevetti, secondo Gilardi eccede chiaramente i parametri stabiliti dall’OMS sulla proprietà intellettuale.

“La gente sottovaluta la sfida e i costi che comportano lo sviluppo e la commercializzazione di un nuovo farmaco. Senza ricompensa, non ci può essere innovazione”, afferma.

“Non c’è un modo migliore per sopprimere l’accesso della popolazione indiana ai farmaci salva-vita più nuovi che quello di non proteggere i brevetti”.

swissinfo, Adam Beaumont, Ginevra
traduzione, Doris Lucini

Le ONG dicono che le versioni generiche di Glivec sono dieci volte meno care.
Sostengono che in India vi sono 25’000 nuovi casi di leucemia mieloide cronica ogni anno.
A gennaio di quest’anno un tribunale indiano ha rifiutato a Novartis il brevetto di Glivec.

Novartis ha lanciato Glivec cinque anni fa. È usato per curare la leucemia mieloide cronica, perché frena lo sviluppo di cellule cancerogene nel sangue.

Il prodotto ha fatto guadagnare più di 2,1 miliardi di dollari (2,67 miliardi di franchi) e le vendite sono in crescita.

Sin dal 2002 il programma di assistenza ai pazienti Novartis Glivec International, ha fornito gratuitamente il trattamento a più di 13’000 pazienti, che non possono permetterselo, in 79 paesi.

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