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Oro della Banca nazionale e mercato dell’elettricità

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La posta in palio della votazione di questa fine settimana sono i proventi della vendita di 1300 tonnellate d'oro in eccedenza della Banca nazionale e l'apertura progressiva alla concorrenza del mercato dell'elettricità.

Due temi sensibili su cui la campagna non ha forse fatto tutta la chiarezza necessaria.

Un doppio no sull’oro della Banca nazionale?

Il dibattito sul destino delle riserve di oro in eccedenza della Banca nazionale non ha purtroppo permesso di mettere veramente a fuoco la reale dimensione della Fondazione Svizzera solidale. Una fondazione che porta ancora le stigmate del suo travagliato lancio nel 1997, quando la Svizzera era nel pieno del doloroso dibattito sui fondi ebraici in giacenza nelle banche.

Certo, i sondaggi accordano possibilità di successo praticamente nulle all’iniziativa popolare lanciata dalla destra dell’Unione democratica di centro, che con i proventi dell’oro vorrebbe “consolidare” l’assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS).

Ma nemmeno il controprogetto del governo, che prevede di suddividere il capitale in tre parti uguali tra la Fondazione Svizzera solidale, i Cantoni e l’AVS, sembra suscitare l’entusiasmo. Dalle urne potrebbe dunque uscire un doppio no, che costringerebbe la classe politica a rimettersi al lavoro.

“Lasciate parlare il cuore!”

Sulla questione dell’oro è mancata l’emozione. Il quotidiano popolare di maggiore tiratura, lo zurighese “Blick”, ha cercato di raccontare l’emozione del presidente della Confederazione Kaspar Villiger, impegnato in favore del controprogetto. “Lasciate parlare il cuore!”, ha detto Villiger al Blick, che ha stampato il suo appello a caratteri cubitali.

Per il giornale, il presidente non si era finora mai espresso in modo così emotivo durante una campagna. Ma qualcuno ha visto in questa operazione un altro segnale premonitore di un doppio no.

La nuova legge sul mercato dell’elettricità

La campagna non ha veramente permesso al semplice cittadino di farsi un’opinione personale, tanto il tema è risultato complesso e tecnico. Talvolta, gli esempi addotti dagli uni per opporsi alla liberalizzazione erano addirittura ripresi dagli altri a dimostrazione della bontà dei propri argomenti.

Si è anche potuto constatare la netta spaccatura all’interno dello schieramento rosa-verde, con una parte di socialisti ed ecologisti schierati con i partiti borghesi favorevoli alla nuova legge, perché consentirebbe, secondo loro, almeno un’apertura controllata del mercato.

Atteggiamento ambiguo anche all’interno delle organizzazioni di protezione dei consumatori, che approvano la nuova legge perché consentirà almeno di introdurre una certa trasparenza in un settore molto opaco. Non ci si faccia però illusioni su un forte calo dei prezzi per il consumatore, mettono in guardia queste organizzazioni.

Uno scontro ideologico


È stato trascurato anche l’aspetto del risparmio di energia, un argomento al centro di precedenti campagne. In fin dei conti, durante la campagna si è assistito più che altro a uno scontro ideologico tra la parti.

Da un lato, chi vuole la liberalizzazione di un mercato svizzero molto legato a quello internazionale, dove la tendenza all’apertura è già in atto. Dall’altro lato, chi non si fida della garanzie offerte dalla legge, in cui intravede un nuovo passo verso lo smantellamento del servizio pubblico.

Mariano Masserini, swissinfo

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