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Partito liberale svizzero

Claude Ruey, presidente del Partito liberale svizzero swissinfo.ch

Claude Ruey, consigliere nazionale e presidente del Partito liberale svizzero (PLS).

swissinfo: Su quali valori si profila il suo partito?

Claude Ruey: Difende la libertà. Siamo molto legati al rispetto delle persone e delle identità. Pensiamo inoltre che sia giusto valorizzare lo sforzo e il merito.

swissinfo: Quali i cavalli di battaglia della campagna elettorale?

C.R.: Riteniamo che la formazione, la capacità di innovazione e la creatività debbano essere privilegiate. In campo economico e finanziario, favoriamo la concorrenza fiscale che permette di evitare che l’imposta sia confiscatoria.

Ci siamo battuti in favore di tutto quanto promuovere lo sviluppo economico. Oggi viviamo un momento di crescita, ma è fragile. Occorre dunque difenderla.

Siamo infine per una Svizzera aperta sul mondo. Sosteniamo l’impegno svizzero all’estero sul piano del mantenimento della pace, per esempio, o sul piano economico e diplomatico.

swissinfo: Sicurezza sociale e salute: quali sono le priorità del suo partito?

C.R.: Il nostro sistema sanitario è uno dei migliori al mondo. Il problema sono i costi. Dobbiamo uscire da un sistema troppo statale in favore dell’introduzione di una maggiore concorrenza. Una concorrenza regolamentata e basata sulla libera scelta dell’ospedale, del medico e della cassa malati.

La maggior parte delle nostre assicurazioni sociali sono state concepite circa 50 anni fa. Devono ora adattarsi all’evoluzione della società, su due punti in particolare: il cambiamento della vita sociale e l’invecchiamento della popolazione.

swissinfo: Qual è la posizione del suo partito sull’integrazione degli stranieri?

C.R.: L’integrazione è indispensabile se vogliamo poter vivere in una Svizzera costruita sulla concordanza. Dobbiamo dunque prestare attenzione agli stranieri e alle persone in difficoltà.

L’integrazione passa prima di tutto dal rispetto dei valori comuni, ma anche da percorsi formativi, dall’apprendimento delle lingue nazionali, dalla comprensione del funzionamento delle nostre istituzioni. L’integrazione richiede uno sforzo da parte degli stranieri, ma anche da parte degli svizzeri nell’ottica di accettazione dell’altro.

Essere liberale significa rispettare la diversità culturale, ma non accettare il comunitarismo.

swissinfo: Su asilo e rifugiati come si posiziona il suo partito?

C.R.: Il nostro partito ha sempre ritenuto che la problematica dell’asilo deve essere coordinata con i partner dell’Unione europea. La Svizzera ha e ha sempre avuto la vocazione di accogliere i perseguitati. Deve poter continuare a farlo ma evitando che si abusi della sua ospitalità. Si tratta di una questione di equilibrio.

Quando le persone sono perseguitate, devono poter trovare rifugio da noi. Ma occorre che una volta passati i conflitti, queste persone possano essere riammesse nei loro paesi di origine.

swissinfo: Come vede le future relazioni tra Svizzera e Unione europea?

C.R: Siamo per la costruzione europea, poiché partecipa alla prosperità del continente e della pace. Eravamo favorevoli ad un’adesione rapida della Svizzera all’UE. Ma la popolazione ha scelto la via dei bilaterali. Ne prendiamo atto. Oggi questa via è quella che ci avvicina maggiormente all’UE e pertanto la sostentiamo.

swissinfo: Che posto occupano nel partito temi quali il riscaldamento climatico e la questione energetica?

C.R.: Dobbiamo essere responsabili nei confronti delle future generazioni. I liberali sono sempre stati sensibili alle questioni ambientali, ma con mezzi efficaci. Si tratta piuttosto di incoraggiare comportamenti positivi piuttosto che accumulare divieti, di incitare piuttosto che di aumentare le imposte.

Occorre inoltre assicurarci un approvvigionamento energetico stabile e sufficiente. Sosteniamo pertanto la costruzione di nuove centrali nucleari – che inquinano meno delle centrali a gas – e lo sviluppo di energie rinnovabili.

Intervista swissinfo, Olivier Pauchard
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Il Partito liberale svizzero affonda le sue radici nel grande movimento liberale del XIX secolo. Negli anni 1830, è stato il primo a contrastare le forze conservatrici figlie della Restaurazione.

Il Partito liberale ha però perso la propria influenza in favore di altre formazioni legati al liberalismo, principalmente i radicali.

Oggi il Partito liberale resta autonomo nei cantoni protestanti della Svizzera romanda (Ginevra, Vaud e Neuchâtel) e a Basilea. In altre realtà è integrato al Partito liberale radicale.

Rappresenta la sesta forza politica del Paese. E’ presente nei governi e/o parlamenti dei quattro cantoni precedentemente citati. Conta inoltre 4 rappresentanti al Parlamento federale.

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