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Pensione: rientro precipitoso sconsigliato ai migranti

Molti stranieri lavorano nel settore alberghiero Keystone

Dal primo giugno del 2007, i lavoratori di un paese dell'UE che lasciano definitivamente la Svizzera non potranno più ritirare automaticamente il capitale accumulato per il secondo pilastro.

Il cambiamento interessa solo coloro che riprendono un’attività lavorativa in patria e non gli altri lavoratori, informa il sindacato UNIA.

Attualmente chi rientra in patria può ritirare in contanti tutto il capitale del II pilastro, indipendentemente dall’età e dalla situazione lavorativa. Molti italiani, spagnoli e portoghesi si interrogano in questo periodo se ritirare gli averi del secondo pilastro e rientrare in patria prima del mese di giugno del 2007, quando entrerà in vigore la riveduta legge sulla previdenza professionale, legata all’accordo sulla libera circolazione.

Il sindacato Unia, temendo un esodo di massa, ha invitato lunedì i lavoratori a non prendere decisioni affrettate. In una conferenza stampa tenuta a Berna, il sindacato ha cercato di far passare un messaggio tranquillizzante: niente panico, i cambiamenti riguardano solo alcune categorie di migranti.

Bombardati da telefonate

“Da alcune settimane siamo bombardati di telefonate da parte di persone che ci chiedono consigli riguardo ai cambiamenti in materia di secondo pilastro”, ha sottolineato Rita Schiavi, membro del comitato direttivo del sindacato Unia.

“Molti lavoratori stanno valutando l’opzione di licenziarsi e di rientrare definitivamente in patria prima della fine di maggio”, ha precisato Schiavi.

“Per chi è in età pensionabile, non cambia nulla”, ha spiegato Sara Centanni, responsabile degli affari sociali dell’Ambasciata italiana a Berna. “Le modifiche riguardano chi rientra in patria e riprende un’attività lavorativa dipendente o indipendente. In questo caso, il lavoratore non ha più diritto a ritirare il capitale accumulato per il secondo pilastro”.

Manuel Matos, addetto sociale all’ambasciata del Portogallo, ha accusato le casse pensioni di essere responsabili della confusione che regna tra i cittadini dell’Unione europea. Molte hanno informato in modo sbagliato e detto che il pagamento del capitale del secondo pilastro non sarà più possibile dopo il primo di giugno.

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Accordi bilaterali

Dal primo giugno, dopo un periodo transitorio di cinque anni dall’entrata in vigore degli accordi bilaterali, la Svizzera adotta le norme UE in materia di previdenza professionale. Queste norme prevedono che il rimborso dei versamenti effettuati per l’assicurazione obbligatoria (AVS, II pilastro) non è ammesso se la persona in questione continua ad essere assicurata a titolo obbligatorio in un altro Stato membro dell’UE.

In altre parole, se un quarantenne di cittadinanza italiana rientra in patria e trova un lavoro (di modo che viene affiliato all’Istituto nazionale previdenza sociale), non riceverà nulla fino all’età della pensione. Il capitale accumulato in Svizzera verrà trasferito su un conto bloccato. Ciò vale anche per una persona che rientra in Italia ed inizia un’attività da indipendente. Un cambiamento notevole, perché in Svizzera, ad esempio, chi passa dallo statuto di dipendente a quello di indipendente può ritirare il secondo pilastro.

Per finanziare un’ipoteca

Vi sono delle eccezioni: chi torna in patria, ad esempio, può ritirare il capitale del II pilastro per finanziare l’acquisto di un’abitazione (ciò vale anche in Svizzera). Non cambia nulla, invece, per coloro che lasciano la Svizzera a meno di cinque anni dall’età pensionabile.

Le donne di più di 59 anni e gli uomini di più di 60 anni, potranno continuare a ritirare senza nessun problema il capitale accumulato. Lo stesso vale per un uomo di 57 anni che, ad esempio, rientra in Italia e non vuole ricominciare a lavorare.

Per la Svizzera, il problema “tecnico” era soprattutto di sapere se una persona è o non è assicurata in patria. Con la Spagna e il Portogallo è stato raggiunto un accordo per istituire una procedura elettronica di scambio dei dati. L’Italia dovrebbe pure seguire nelle prossime settimane o mesi e accordi simili sono allo studio anche con gli altri paesi dell’UE.

swissinfo e agenzie

Chiunque desideri rientrare in patria a 60 anni potrà continuare a ritirare la pensione in contanti, al posto di una rendita mensile, a condizione che il proprio contratto preveda questa possibilità.

Gli averi dei lavoratori più giovani, che rientrano per continuare un’attività professionale (indipendente o no), saranno versati su un conto bloccato, che sarà sbloccato nel momento in cui cesserà l’attività lucrativa.

Chi torna in patria può continuare a ritirare il capitale del II pilastro in contanti per finanziare l’acquisto di un’abitazione (ciò vale anche in Svizzera). Non cambia nulla, inoltre, per coloro che lasciano la Svizzera a meno di cinque anni dall’età pensionabile.

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