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Pensioni: “Che paghino i datori di lavoro”

I sindacati difendono a spada tratta le pensioni, ma oggi sono disposti a qualche compromesso Keystone

La maggioranza degli svizzeri si aspetta che le casse pensione vengano risanate tramite un aumento dei contributi a carico dei datori di lavoro.

Lo dice un sondaggio pubblicato dal settimanale «SonntagsZeitung», condotto su un campione di mille persone.

Secondo il sondaggio realizzato dall’istituto Isopublic per conto della «SonntagsZeitung», i cui risultati sono stati pubblicati domenica, solo il 38% approva un aumento degli oneri a carico dei salariati e soltanto il 14% approva una riduzione delle rendite di pensione.

Degno di nota è il fatto che la percentuale di chi è favorevole ad una riduzione delle rendite è simile in tutte in tutte le fasce d’età. Anche fra i 15-34enni si situa attorno al 15%.

Il 67% degli intervistati è invece favorevole a un aumento delle quote a carico del padronato. La percentuale supera il 70% fra le persone sotto i 34 anni d’età.

Lieve maggioranza per un cambiamento di sistema

Dall’inchiesta è inoltre emerso che fra la popolazione regna una sensazione di insicurezza nei confronti della previdenza sociale: il 52% auspica un cambiamento del sistema dei tre pilastri, mentre solo il 38% giudica che debba restare invariato.

Concretamente, il 56% sostiene una promozione mirata del previdenza individuale, il 44% un’estensione massiccia dell’AVS e il 28% un’estensione delle casse pensione.

Timori per il futuro

Il 33% degli intervistati dichiara che le proprie rendite AVS e del secondo pilastro basteranno appena per il minimo vitale o addirittura non saranno sufficienti per vivere. Il 42% dice che potrà vivere con tali rendite solo con determinate restrizioni.

Fra il terzo di intervistati che teme di non poter vivere con la pensione che gli toccherebbe oggi, il 72% pensa di ricorrere al terzo pilastro (previdenza individuale) o comunque ai propri risparmi. Solo il 17% intende mutare radicalmente il proprio standard di vita, mentre il 18% pensa che dovrà ricorrere al sostegno dello Stato.

Unione sindacale possibilista su tasso d’interesse flessibile

Intanto sabato, nel corso di una trasmissione della radio svizzera tedesca DRS, la segretaria dell’Unione sindacale svizzera (USS) Colette Nova ha dichiarato che la più grande organizzazione dei lavoratori elvetica sarebbe disposta ad avviare trattative per l’eventuale introduzione di un tasso d’interesse flessibile sul capitale della cassa pensione.

L’USS pone tuttavia la condizione che siano proposte formule chiare e oggettive per la fissazione del saggio.

swissinfo e agenzie

Gli svizzeri rimangono relativamente fiduciosi rispetto al sistema pensionistico basato su tre pilastri (AVS, cassa pensione e previdenza privata). Il 61% degli interpellati pensa di poter vivere con la pensione che gli spetterebbe oggi, magari con qualche piccola rinuncia.

Una piccola maggioranza (52%) è tuttavia favorevole ad alcuni aggiustamenti del sistema. Sulla natura di questi aggiustamenti gli animi sono però divisi: il 44% di quanti sono favorevoli a delle modifiche vedrebbe di buon occhio un rafforzamento dell’AVS, il 56% preferirebbe invece incentivi alla previdenza privata.

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