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Per il clima la Svizzera potrebbe fare di più

Trasporti privati: un'importante fonte di CO2 Keystone

In una classifica internazionale dedicata all'impatto sul clima, la Svizzera ottiene un buon risultato – il nono posto – ma solo grazie agli impianti idroelettrici che le permettono di contenere le emissioni di CO2.

Stilata dall’associazione tedesca Germanwatch, la classifica prende in considerazione diversi criteri. Per quanto riguarda la bontà della politica ambientale, la Confederazione è solo 45esima su 56.

Dal 2006, Germanwatch, un’organizzazione per lo sviluppo e l’ambiente, pubblica un «indice di efficacia nella lotta contro il mutamento climatico» (The climate change performance index). L’indice pubblicato venerdì prende in considerazione i 56 paesi con le maggiori emissioni di CO2. Insieme, sono responsabili del 90% delle emissioni globali.

L’indice si basa su tre indicatori: le emissioni di anidride carbonica tra il 1998 e il 2000, la variazione tra i valori di questo triennio e il periodo 2003-2005 – ciò che permette di stabilire se è in atto una tendenza all’aumento o alla diminuzione delle emissioni – e la politica climatica (nazionale ed internazionale) dei vari governi.

È proprio il piazzamento ottenuto in quest’ultimo campo (45esimo rango) che mette in ombra il risultato complessivo della Svizzera (nono posto).

Dei tre indicatori, la politica climatica è certo il più difficile da definire e ha posto gli autori di fronte alla sfida di dare un peso statistico alle misure prese e annunciate dai governi per lottare contro i mutamenti climatici. È però anche l’indicatore basato sui dati più attuali.

Critiche dal WWF

In una nota che commenta la graduatoria di Germanwatch, il WWF si concentra proprio sul deludente 45esimo posto della Svizzera in materia di politica climatica e afferma che Berna fa troppo poco per migliorare il clima.

Nella nota, Patrick Hofstetter spiega che «finora non si è riusciti a diminuire le emissioni di anidride carbonica della Svizzera rispetto al 1990». Il responsabile del settore politica climatica della sezione svizzera del WWF aggiunge che «in base alla legge sul CO2, varata da tempo, si dovrebbe raggiungere una riduzione del 10% entro il 2010».

Se la Confederazione vuole adempiere agli impegni presi nell’ambito del protocollo di Kyoto il Consiglio federale e il parlamento devono finalmente agire. Il WWF chiede una tassa sui carburanti, «piani d’azione incisivi in materia di efficienza energetica» e una maggiore promozione delle energie rinnovabili.

Bilancio salvato dall’energia idroelettrica

Il fatto che complessivamente la Svizzera si posizioni al nono posto della classifica di Germanwatch è dovuto all’elevata quota di energia idroelettrica. Inoltre, quale grande paese importatore, non deve rispondere delle emissioni di CO2 prodotte all’estero.

Grazie all’energia idroelettrica la Svizzera ha «le migliori possibilità» di salire ai vertici della graduatoria, scrive il WWF.

Al momento si situa però ancora alle spalle di Messico, India e Ungheria. In cima alla classifica si sono piazzati Svezia, Germania e Islanda, in fondo Stati Uniti e Arabia Saudita. L’Italia è al 41esimo posto.

swissinfo e agenzie

In % delle emissioni globali
Usa: 21,4%
Cina: 18,8%
Russia: 5,7%
India: 4,2%
Germania: 3%
Italia: 1,67%
Svizzera: 0,17% (fonte: Germanwatch)

Tonnellate pro capite l’anno
Usa: 20
Germania: 9
Francia: 8
Italia: 7,8
Svizzera: 6
Cina: 3,8
India: 1,4 (fonte: International Energy Agency)

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