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Per la sopravvivenza delle scuole svizzere all’estero

Il futuro delle scuole elvetiche all'estero e l'eleggibilità in patria degli svizzeri all'estero: sono stati i temi centrali della sessione di primavera del Consiglio degli Svizzeri all'estero (CSE).

“Lo svizzero all’estero più conosciuto è Roger Federer. Ma persino lui non avrebbe praticamente alcuna possibilità di essere eletto in parlamento se si candidasse come svizzero dell’estero”, ha osservato un membro del CSE, sabato a Berna.

Egli ha così ricordato che anche nelle ultime elezioni federali dello scorso ottobre nessuno svizzero dell’estero in lizza è entrato in Consiglio nazionale (Camera bassa). Ma non solo: tutti i 45 candidati svizzeri all’estero ripartiti sulle liste di diversi partiti in vari cantoni hanno ottenuto risultati inferiori agli altri pretendenti che vivono nella Confederazione.

“Eravamo concorrenti degli altri candidati”, ha commentato Edgar Studer, che abita in Inghilterra e che era in lizza per l’Unione democratica di centro del cantone Sciaffusa.

L’idea di una tavola rotonda

Il parlamento si occuperà prossimamente di proposte per la creazione di due seggi fissi al Consiglio degli Stati (Camera alta) per gli svizzeri all’estero e una circoscrizione elettorale “estero” – una sorta di 27esimo cantone virtuale – per il Nazionale.

La problematica ha suscitato vive discussioni in seno al CSE, che ha pensato di sollecitare una tavola rotonda con i rappresentanti dei grandi partiti e del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Secondo il CSE, tale procedura agevolerebbe e accelererebbe il raggiungimento dell’obiettivo di una rappresentanza degli espatriati nel parlamento elvetico.

Il capo del servizio svizzeri all’estero presso il DFAE Markus Börlin ha tuttavia avvertito che, per motivi giuridici, il suo Dipartimento non può partecipare a una simile tavola rotonda. Le proposte in tal senso in parte sono perciò state ritirate, mentre quelle sottoposte al voto sono state bocciate a larga maggioranza.

Non eccedere nelle dosi

Il presidente dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) Jacques-Simon Eggly è da parte sua intervenuto per caldeggiare un miglioramento delle strutture esistenti, un rafforzamento del CSE, come pure per l’introduzione del voto elettronico.

In tal modo verrebbe facilitata la partecipazione degli svizzeri all’estero alle elezioni e alle votazioni, ha argomentato l’ex deputato ginevrino, ricordando il lavoro di lobbing dell’OSE e del gruppo di lavoro parlamentare per gli svizzeri all’estero.

“Occorre sostenere le nostre iniziativa in modo intelligente, con interventi mirati e dosati, senza esagerare”, ha precisato Eggly.

Il CSE ha d’altra parte approvato all’unanimità una risoluzione per sostenere le scuole svizzere all’estero. Nel testo si chiede al governo e al parlamento di garantire l’esistenza di tali istituti e di non ridurre, come previsto, il credito annuo di 20 milioni di franchi ad essi destinato.

Diversi membri del CSE hanno definito quegli istituti come ambasciatori della Svizzera all’estero. Il loro ruolo per rendere visibile la Confederazione nel mondo ha acquisito ancora maggiore importanza in tempi in cui scompaiono grandi simboli elvetici – come la Swissair – e vengono chiusi consolati, è stato osservato.

Eletta Thérèse Meyer-Kaelin

I lavori del CSE si sono conclusi con l’elezione nel comitato della consigliera nazionale Thérèse Meyer-Kaelin in comitato. La deputata democristiana friburghese, che è anche presidente del gruppo di lavoro parlamentare interpartitico per gli svizzeri all’estero, ha ottenuto 52 voti su 65. Ha così nettamente superato il collega di parlamento Hans Kaufmann: lo zurighese era stato candidato dall’Unione democratica di centro

swissinfo, Andreas Keiser, Berna
(Traduzione e adattamento di Sonia Fenazzi)

Il Consiglio degli Svizzeri all’estero (CSE) è l’organo supremo (parlamento) dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE).

Rappresenta gli interessi degli espatriati verso le autorità e l’amministrazione in Svizzera.

Il CSE si riunisce due volte all’anno – di cui una allo stesso tempo del Congresso annuale degli svizzeri all’estero – per esaminare questioni politiche riguardanti la Quinta Svizzera e prendere posizione.

Il CSE è composto di 130 rappresentanti delle comunità elvetiche di tutto il mondo e di 40 membri dell’interno del Paese.

Gli svizzeri residenti all’estero alla fine del 2007 erano circa 670’000.

Rispetto al 2006, sono aumentati di 23’097 unità, pari al 3,6%.

Nei registri elettorali sono iscritti oltre 120mila espatriati.

La maggioranza degli svizzeri all’estero (402’839) nell’Unione europea. La più grossa comunità elvetica (176’723 persone) si trova in Francia. Seguono Germania (75’008) e Italia (47’953).

Fuori dall’Europa, il primo paese di insediamento sono gli Stati Uniti (73’938). Altri paesi prediletti sono il Canada (37’684), l’Australia (22’004), l’Argentina (15’372), il Brasile (14’374), Israele (13’151) e il Sudafrica (9078).

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