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Per un cervello sempre in piena forma

Il cervello continua ad affascinare sempre più ricercatori teamwork

Come possono il sonno o la nicotina stimolare la memoria? Perché l'invecchiamento del cervello differisce da persona a persona e quali sono le sfide etiche nella nuova ricerca sul cervello?

Sono solo alcune delle scottanti questioni discusse e analizzate nel corso del recente Forum di neuroscienza, che si è svolto a Ginevra dal 12 al 16 luglio, organizzato dalla Federazione europea delle Società di Neuroscienza (Fens, Federation of European Neuroscience Societies) e dalla “Swiss Society for Neuroscience”.

Gli oltre cinquemila esperti internazionali si sono occupati dei più recenti sviluppi della ricerca sul cervello e delle ultime scoperte in molteplici ambiti: apprendimento e sviluppo celebrale; terapia cellulare con cellule staminali e riparazione del midollo spinale; memoria, riconoscimento, linguaggio, udito, vista e percezione; depressione, stress e ormoni.

Un interesse che va crescendo

Il grande numero di giovani scienziati, ricercatori e giornalisti presenti a Ginevra per seguire i lavori, dimostra che l’interesse per gli studi sulle neuroscienze sta crescendo in modo esponenziale. Ne è convinta Ann Kato, professoressa di neuroscienze all’Università di Ginevra e presidente del Forum.

“Le neuroscienze – spiega a swissinfo la professoressa – tocca tutti gli aspetti della nostra vita, la nostra personalità, il nostro comportamento. Le persone sono molto interessate a sapere che cosa succede nel loro cervello e desiderano sapere come certe difficoltà possono, in futuro, incedere sulla loro salute”.

Negli ultimi anni i progressi della ricerca in questo campo sono stati davvero enormi, in parte grazie anche allo sviluppo di tecnologie come la risonanza magnetica, diventata sempre più precisa e potente.

Una mappa del cervello

“Soltanto venti o trent’anni fa – sottolinea Ann Kato – non potevamo capire che cosa succedeva nei nostri cervelli perché non avevamo gli strumenti. Ora invece, grazie a tecnologie che forniscono immagini sempre più performanti, siamo in grado di osservare da vicino il cervello e vedere quali parti sono implicate e per quali funzioni”.

La Svizzera può vantarsi di avere a Losanna uno degli istituti di ricerca più all’avanguardia d’Europa: il Centro d’immagine biomedica (Centre d’imagerie biomédicale) è riuscito a disegnare una mappa in alta risoluzione evidenziando le connessioni tra le fibre più importanti del cervello.

A contribuire ad una maggiore conoscenza dei meccanismi cerebrali, c’è anche la genetica. “Sappiamo molte più cose sui geni e siamo in grado di risalire ad eventuali problemi genetici familiari. Attualmente – aggiunge Kato – l’attenzione della scienza è rivolta alle potenzialità delle cellule staminali e al loro ruolo nella medicina rigenerativa”.

Hai un problema? Dormici su….

“Se hai un problema, dormici su, che la soluzione si trova”. Questo consiglio, che sembrava appartenere alla saggezza popolare ha, ora un fondamento scientifico grazie alla scoperta di un gruppo di ricercatori svizzeri dell’Università di Ginevra.

Gli scienziati, coordinati da Sophie Schwartz, hanno esaminato con la Risonanza Magnetica Funzionale il cervello di volontari e hanno scoperto che, in effetti, il sonno stimola nuove connessioni cerebrali che migliorano l’apprendimento trasformando una memoria debole in forte. “Il risultato ottenuto – ha sottolineato la ricercatrice – ha dimostrato che un periodo di sonno dopo un’esperienza nuova, consolida e migliora gli effetti derivanti da quanto si è appreso durante l’esperienza”.

Ad un gruppo di ricercatori di Londra è spettato il compito di illustrare il potenziali uso terapeutico della nicotina su memoria, concentrazione e apprendimento. La nicotina potrebbe avere anche un ruolo positivo per gravi malattie come il Parkinson o, l’Alzheimer.

Mantenere giovane un cervello vecchio

A dimostrazione di quanto sia esteso il campo della ricerca nelle neuroscienze, Michela Gallagher (Università John Hopkins, Stati Uniti), ha spiegato come mantenere giovane una mente vecchia. Il gruppo di ricerca da lei diretto ha scoperto come nei ratti certi cambiamenti molecolari e cellulari contribuiscono a conservare in salute il cervello per anni.

“Abbiamo scoperto con sorpresa che il cervello è programmato per favorire un buon invecchiamento grazie ad una serie di adattamenti nelle cellule e nelle molecole. Ci sono cambiamenti – ha spiegato la ricercatrice statunitense – che avvengono quando si invecchia normalmente e che consentono al cervello di funzionare in modo ottimale anche in età avanzata”.

Un altro passo importante che permette di comprendere come migliorare le stagioni finali della vita e come affrontare con successo l’ineluttabile processo di invecchiamento.

La dimensione etica della ricerca

Non poteva mancare una riflessione sull’impiego delle cellule staminali. Un gruppo di ricercatori tedeschi ha illustrato un ‘ipotesi di lavoro secondo cui le cellule staminali neurologiche potrebbero contribuire a mantenere il cervello sano e attivo. Stimolando nuovi neuroni, si potrebbero trovare soluzioni per malattie psichiatriche come la depressione, la schizofrenia o la demenza.

Nelle neuroscienze anche la dimensione etica ha acquisito sempre maggior importanza, tanto che si parla di neuroetica. Se pensiamo che le nuove tecnologie possono non solo potenzialmente predire malattie neurodegenerative, ma anche leggere nei nostri pensieri e rivelare modelli di comportamento, la questione etica riveste un ruolo centrale.

“Il dibattito attorno a questo tema – riconosce Ann Kato – è molto vivace e sentito. Molte persone si chiedono fino a che punto ci si può spingere su un terreno che ha implicazioni con la legge, la professione, le assicurazioni: un giorno potremmo dover dare delle informazioni sui nostri geni e più tardi anche sul nostro cervello”.

“L’entusiasmo per le neuroscienze cresce velocemente. Del resto questa disciplina – precisa l’americana Judy Illes, co-fondatrice della Società di Neuroetica – offre fantastiche opportunità. Non possiamo però ignorare il reale pericolo legato agli abusi, che cresce parallelamente”.

swissinfo, Simon Bradley, Ginevra
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

La Federazione europea delle Società di Neuroscienza (FENS, Federation of European Neuroscience Societies) rappresenta i differenti enti nazionali su scala europea e gli istituti di ricerca attivi in questa disciplina. Conta attualmente 17 mila membri

La FENS è stata fondata nel 1998 a Berlino è ha preso il posto dell’Associazione europea di neuroscienza.

Al Forum 2008 a Ginevra hanno preso parte oltre 5 mila esperti, sono stati allestiti 3 mila 700 pannelli informativi e si sono tenute 500 conferenze.

La Società svizzera di neuroscienze conta attualmente più di mille membri. Secondo la rivista americana “Science”, la regione del Lemano è considerata una dei maggiori centri di ricerca, dopo Oxford e Cambridge.

Le Università di Ginevra e Losanna e il Politecnico federale collaborano in numerosi progetti di ricerca in cui sono coinvolti oltre 80 gruppi di ricercatori

Anche Zurigo, nelle sedi dell’Università e del Politecnico, si sta profilando in questo campo, con la creazione di un polo di ricerca di circa 440 esperti.

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