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Per una Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU

Micheline Calmy-Rey ha stilato un bilancio positivo del primo lustro nell'ONU Keystone

Cinque anni dopo l'adesione alle Nazioni unite, la presidente della Confederazione intende lanciare le discussioni su una candidatura della Svizzera ad un mandato nel Consiglio di sicurezza.

Micheline Calmy-Rey ha stilato un bilancio positivo dell’esperienza raccolta in questo primo lustro e ha annunciato la volontà di proseguire con lo stesso impegno le attività svolte in seno all’organismo internazionale.

A cinque anni dal suo ingresso nelle Nazioni unite, la Svizzera dispone di una posizione indipendente e, quindi, molto importante in questo foro mondiale, ha dichiarato la presidente della Confederazione nel corso di una conferenza stampa tenuta lunedì a Berna.

Dal momento che non fa parte né dell’Unione europea, né della Nato, la Svizzera può concludere delle alleanze in modo indipendente e di caso in caso. Non deve inoltre seguire piani segreti, concordati tra i vari paesi.

A detta di Micheline Calmy-Rey, questa strategia ha dato finora buoni risultati e va quindi mantenuta anche in futuro. La ministra degli affari esteri ha menzionato in proposito la creazione, su iniziativa elvetica, del nuovo Consiglio di sicurezza dell’ONU.

La delegazione svizzera avrebbe inoltre dato un contributo importante per giungere ad un miglioramento dei metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza.

Maggiore credibilità mondiale

“La nostra partecipazione in seno all’ONU ha permesso di rafforzare la presenza e la credibilità della Confederazione a livello mondiale”, ha affermato Micheline Calmy-Rey.

Con 126 milioni di franchi versati nel 2007, la Svizzera figura in 14esima posizione a livello mondiale per quanto riguarda i contributi finanziari versati alle Nazioni unite. Può quindi aspirare ad essere rappresentata negli organismi più importanti dell’ONU, ha aggiunto la ministra degli affari esteri.

Tra gli obiettivi, menzionati anche dal Rapporto di politica estera 2007 del governo, vi è in particolare la presentazione di una candidatura per ottenere, entro il 2020, un mandato all’interno del Consiglio di sicurezza.

“Non dobbiamo avere paura di assumere questa responsabilità. In fin dei conti abbiamo una lunga tradizione quale paese mediatore e costruttore di ponti a livello mondiale”, ha dichiarato la presidente della Confederazione.

Il governo elvetico intende pure inoltrare una candidatura per far parte dal 2011 della Commissione per il consolidamento della pace. Per il futuro, la Svizzera intende inoltre continuare a cooperare in modo flessibile e a fare da ponte tra gli altri paesi, approfittando del fatto di non essere legata a interessi di parte.

swissinfo e agenzie

1945: atto di fondazione delle Nazioni unite a San Francisco.

1946: il Palazzo della Società delle nazioni diventa la sede europea dell’ONU.

1986: la maggioranza del popolo svizzero (75%) e dei cantoni respingono la proposta di aderire all’ONU.

1998: lancio di una nuova iniziativa popolare in favore dell’adesione all’ONU.

2002: il 3 marzo, seppure di stretta misura, il popolo e i cantoni approvano il progetto di adesione. Il 10 settembre, la Svizzera diventa il 190esimo membro delle Nazioni unite.

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU costituisce l’organo delle Nazioni unite che dispone di maggiori poteri.

Secondo l’articolo 24 della Carta delle Nazioni unite, è “responsabile per il mantenimento della pace mondiale e della sicurezza internazionale”.

È inoltre l’unico organo dell’ONU autorizzato ad imporre sanzioni economiche o militari a qualsiasi paese.

Il Consiglio è formato da 15 membri, di cui 5 permanenti (Stati uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia) e 10 eletti per un periodo di due anni dall’Assemblea generale delle Nazioni unite.

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