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Più personale svizzero contro traffico di visti

Il DFAE vuole più personale svizzero nelle ambasciate (nella foto quella di Berlino) Keystone Archive

Dopo i casi di corruzione venuti alla luce, il Dipartimento federale degli esteri vuole impiegare più dipendenti svizzeri nelle rappresentanze diplomatiche.

A causa delle pressioni al risparmio, il DFAE negli ultimi anni è stato costretto ad assumere molti collaboratori locali, una soluzione non sempre ottimale.

Impiegare più personale svizzero: così la consigliera federale Micheline Calmy-Rey intende reagire al traffico dei visti scoperto in diverse rappresentanze diplomatiche.

I problemi sorti in alcune ambasciate, vengono spiegati dal DFAE in parte con le pressioni al risparmio degli ultimi anni.

Personale locale, questione delicata

Il Dipartimento di Micheline Calmy-Rey è stato così costretto a sostituire il personale consolare all’estero con collaboratori locali, ha dichiarato il portavoce del DFAE Alessandro Del prete.

Una «regionalizzazione» che dovrebbe proseguire in seguito al programma di sgravio 2004 delle casse federali.

L’impiego di personale locale per i visti è però una questione molto delicata. Tra i problemi menzionati da Alessandro Del prete vi sono in particolare la scarsa conoscenza della Svizzera e le difficoltà di controllare e sanzionare i dipendenti locali che hanno commesso errori. Inoltre, questi impiegati – non potendo essere spostati in un’altra ambasciata – possono più facilmente essere soggetti a dei tentativi di intimidazione.

Per questo motivo il DFAE prende ora in considerazione l’idea di impiegare nuovamente «più personale svizzero per il disbrigo delle domande di visti».

Sei casi sospetti

Il Ministero pubblico della Confederazione sospetta che dipendenti del DFAE che lavoravano in rappresentanze elvetiche in Nigeria, Perù, Russia, Oman, Congo, Serbia ed Egitto siano stati corrotti ed abbiano emesso visti in cambio di denaro o regali.

La giustizia dell’Oman ha condannato in marzo un cittadino del Bangladesh per traffico di visti elvetici e in Svizzera è in corso un’inchiesta preliminare nei confronti dell’ex sostituto console onorario nella capitale Mascate. Un’indagine avviata nel 1999 contro un ex dipendente dell’ambasciata al Cairo è stata archiviata nel 2001. Negli altri casi le inchieste sono ancora in corso.

swissinfo e agenzie

Ogni anno, la Svizzera accorda circa 500’000 visti; le domande rifiutate sono circa 40’000.

Il Ministero pubblico della Confederazione sospetta che dei visti siano stati concessi in cambio di denaro o di regali nelle rappresentanze diplomatiche elvetiche in Nigeria, Perù, Russia, Oman, Repubblica democratica del Congo e Serbia.

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