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Più protezione contro l’influenza aviaria

L'influenza aviaria si sta estendendo in Turchia Keystone

In Turchia il virus ha ucciso almeno due persone e ne ha infettate altre 15. Le autorità svizzere ritengono tuttavia adeguate le misure già in atto.

L’Ufficio federale di veterinaria ha però esteso il divieto d’importazione di pollame ad altri 6 paesi ed ha annunciato un rafforzamento dei controlli sui voli provenienti dalla Turchia.

Nei governi degli Stati dell’Europa occidentale aumenta l’apprensione a causa dell’avvicinarsi del virus dell’influenza aviaria, attraverso la Turchia.

Martedì, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha tuttavia cercato di calmare le acque, dicendo che un’eventuale epidemia nel paese potrà essere contenuta “abbastanza facilmente”.

L’OMS ha inoltre aggiunto che tutte le prove raccolte finora indicano nei polli la fonte delle infezioni. Ciò significa che il virus non è mutato in modo da essere trasmissibile da uomo a uomo.

Da parte loro, le autorità svizzere manterranno il divieto d’importazione di pollame, uova, e mangimi dai paesi colpiti dall’influenza aviaria. I controlli doganali supplementari, in vigore dallo scorso ottobre, continueranno ad essere effettuati.

L’estensione del divieto ai 6 paesi confinanti con la Turchia è una misura puramente precauzionale, in quanto la Svizzera non importa carne di volatili da questi Stati.

Pollame di contrabbando

Per Marcel Falk, portavoce dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV), la minaccia più significativa per la Svizzera proviene dall’importazione illegale di pollame.

Lo stesso Falk respinge però l’ipotesi secondo la quale il virus potrebbe entrare nel nostro paese “a bordo” dei vestiti delle persone provenienti dalla Germania.

“In teoria è possibile, poichè gli escrementi dei volatili rimangono infetti per 2-3 settimane”, racconta a swissinfo.

“Non possiamo escluderlo del tutto, ma lo riteniamo altamente improbabile. Abbiamo comunque chiesto ai contadini svizzeri di non lasciar avvicinare ai propri animali persone che si sono recate nei paesi contaminati almeno per le prossime tre 3 settimane”.

Falk ha poi aggiunto che l’UFV non prevede per il momento la reintroduzione del divieto – imposto temporaneamente lo scorso anno – di tenere i volatili all’aperto.

Restrizioni

„Quella misura specifica intendeva proteggere i volatili indigeni dagli uccelli migratori che volano sopra la Svizzera in provenienza da Russia e Africa. Non aveva molto a che vedere con l’apparizione della malattia in Turchia”, ha detto.

“Potremmo considerare l’introduzione di una restrizione simile con la prossima primavera, quando gli uccelli migrano nella direzione opposta”, ha precisato Falk. “Ma prima di prendere una decisione, vogliamo monitorare gli sviluppi in Africa”.

Daniel Wagner, responsabile delle dogane svizzere, rileva che dall’introduzione lo scorso anno di controlli più severi alle frontiere, si sono verificati soltanto 20 casi di tentativi d’introdurre illegalmente pollame in Svizzera.

“In ottobre abbiamo intensificato i controlli negli aeroporti di Zurigo, Ginevra e Basilea, specialmente per i voli in provenienza dalla Turchia o da altri Stati già colpiti dall’influenza aviaria”.

“Effettuiamo verifiche anche ai punti di transito stradali e ferroviari, ma nelle ultime settimane non ne abbiamo incrementato la frequenza”, ha aggiunto.

Illegale

“Più che quello che stavamo effettivamente cercando, i nostri controlli hanno portato alla luce soprattutto sigarette ed altri prodotti alimentari illegali”.

Da parte sua l’Ufficio federale della sanità ha minimizzato i rischi di contagio da uomo a uomo.

“Continua a trattarsi di un’infezione che si trasmette dai volatili all’uomo e non da uomo a uomo”, sottolinea il portavoce Jean-Louis Zurcher.

“Certo, quello che accade in Turchia preoccupa perché esistono timori che il tutto possa espandersi al resto d’Europa”.

“Ma abbiamo già introdotto delle misure per impedire l’arrivo in Svizzera di pollame o di uccelli dai paesi infetti. I rischi sono dunque limitati”.

swissinfo, Matthew Allen
(traduzione: swissinfo, Michel de Marchi e Marzio Pescia)

La Svizzera aveva imposto il divieto d’allevamento all’aperto del pollame dal 26 ottobre al 16 dicembre scorso.
Nello stesso periodo, esperti di veterinaria hanno prelevato dei campioni da 800 uccelli migratori senza trovare tracce dell’influenza aviaria.
Stando all’Organizzazione mondiale della sanità, il virus H5N1 ha finora ucciso 76 persone e ne ha infettate 146.

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