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Piccoli progressi sulle armi biologiche

I governi temono di dover affrontare un numero crescente di allarmi biologici nei prossimi anni Keystone

Il ministero degli esteri elvetico ha accolto con favore i passi avanti compiuti nella conferenza d'esame della convenzione del 1975 sulle armi biologiche.

La conferenza, organizzata a Ginevra e durata tre settimane, si è conclusa con l’approvazione di un piano d’azione non vincolante da parte dei 155 stati membri.

«La Svizzera è molto contenta del risultato della conferenza, se si considera che l’ultima conferenza d’esame cinque anni fa si era conclusa con un fallimento», ha dichiarato a swissinfo Francesco Quattrini, del Centro per la politica di sicurezza internazionale del mistero degli esteri svizzero.

Parlando venerdì ai giornalist, il presidente della conferenza, l’ambasciatore pakistano Masood Khan, ha dal canto suo osservato che «il processo è di nuovo sui binari dopo il fallimento della conferenza del 2001. Siamo riusciti a superare le divisioni».

Concretamente, i 155 Stati (tra cui la Svizzera) che hanno partecipato alla sesta conferenza d’esame della Convenzione del 1975, riuniti dal 20 novembre a Ginevra, si sono impegnati a rinforzare i controlli sul piano nazionale e lo scambio di informazioni sul piano internazionale.

Nessuna misura di verifica

Ma il documento adottato non prevede alcuna misura vincolante di verifica, né ispezioni in loco, a differenza di quel che avviene per le armi chimiche e nucleari. Gli Stati e l’industria si oppongono alla trasmissione di informazioni che ritengono confidenziali.

«Il tema di misure di verifica sul piano internazionale non è stato discusso», ha confermato l’ambasciatore pakistano.

Durante la precedente conferenza d’esame, nel 2001, era stato impossibile raggiungere un consenso sulle misure di verifica della Convenzione, nonostante negoziati durati anni. Gli Stati Uniti si erano allora rifiutati di firmare un nuovo protocollo.

Progressi modesti

Gli Stati si sono trovati d’accordo invece sul rafforzamento delle misure di diligenza per evitare che materiali pericolosi finiscano nelle mani di terroristi.

La conferenza ha deciso inoltre di creare un’unità di sostegno per la messa in pratica della Convenzione. Basata a New York, sarà composta da tre persone. «È un progresso modesto, ma è un inizio», ha detto l’ambasciatore Kahn.

Sarà anche promossa l’applicazione universale della Convenzione e verrà rafforzata la cooperazione tecnica tra gli Stati. Vari gruppi di lavoro si riuniranno prima della prossima conferenza d’esame nel 2011.

All’apertura della riunione il segretario generale dell’ONU Kofi Annan aveva ricordato che i rischi nell’ambito delle armi biologiche sono cresciuti. «Le tecniche biologiche hanno fatto dei grandi progressi, ciò che comporta dei vantaggi considerevoli, ma anche pericoli potenziali».

swissinfo e agenzie

La Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche è stato il primo trattato multilaterale che bandiva un’intera categoria di armi.

Firmata il 19 aprile 1972, è entrata in vigore il 26 marzo 1975.

147 Stati l’hanno ratificata, tra cui tutte le maggiori potenze del pianeta, e altri 16 l’hanno semplicemente firmata.

La Convenzione non prevede strumenti di verifica della sua applicazione, ciò che ne limita notevolmente l’efficacia.

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