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L'Esercito XXI costerebbe un miliardo in più di oggi, sostiene il quotidiano romando «Le Temps». Il Dipartimento federale della difesa, interpellato dall'ats, non commenta queste cifre, ha affermato il portavoce Claude-Henri Schaller.
Per il consigliere federale Adolf Ogi – scrive ancora «Le Temps»- si tratta adesso di mettere le carte in tavola, prima della votazione del 26 novembre sull’iniziativa popolare socialista sulla «ridistribuzione delle spese militari».
«Le Temps» afferma di basarsi su un documento confidenziale datato 10 agosto 2000, di cui avrebbe ottenuto una copia. Il lavoro, intitolato «Bandbreite-Entscheide» ed elaborato da una «cellula Esercito XXI», precede la presentazione del piano direttivo della futura difesa atteso per la fine dell’anno.
Il documento si articola su cinque proposte: durata del servizio militare ed effettivi; riservisti; età di servizio; ristrutturazione dell’esercito in Forze terrestri e Forze aeree con l’integrazione delle attuali Forze territoriali nelle prime; e composizione delle truppe che parteciperanno ad operazioni di sostegno della pace.
Il documento non fornisce cifra alcuna sul budget della difesa del prossimo secolo: tuttavia la «cellula Esercito XXI» auspica la «crescita più alta possibile» degli investimenti rispetto ai costi amministrativi e di gestione, prosegue «Le Temps».
Secondo il giornale, i costi del futuro esercito potranno diminuire solo a lungo termine: in un primo tempo – si menziona il 2010 – la spesa è stimata a sei miliardi di franchi all’anno. La crescita rispetto al budget attuale si spiegherebbe con i costi di ristrutturazione a livello del personale e con l’acquisizione di materiale bellico moderno, capace da un lato di integrarsi alla difesa NATO e dall’altro di compensare, grazie all’apporto tecnologico e logistico, la prevista riduzione degli effettivi.
Queste cifre – aggiunge il giornale – spiegherebbero l’atteggiamento del capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), che aveva chiesto che il documento non fosse pubblicato prima del 26 novembre.
«Ora – scrive il giornalista – egli (Ogi) è ormai obbligato a svelare le sue opzioni». Il giornalista accusa il consigliere federale di tatticismo: la pronosticata bocciatura dell’iniziativa socialista, che chiede il dimezzamento delle spese militari, gli conferirebbe una posizione più forte per chiedere un esercito più caro.
Giovedì il quotidiano zurighese «Blick» aveva reso pubblica una lettera del mese di luglio, indirizzata ai quadri dell’esercito, in cui il presidente della Confederazione chiedeva espressamente di non rivelare nulla delle «Bandbreite-Entscheide» prima della votazione sull’iniziativa. Ogi aveva motivato questo atteggiamento con la preoccupazione di non voler fare dell’Esercito XXI un controprogetto indiretto all’iniziativa.
Interpellato dall’Agenzia telegrafica svizzera (ats), Claude-Henri Schaller, portavoce del DDPS, ha precisato che le cinque proposte illustrate da «Le Temps» non aggiungono niente alle «decisioni del Consiglio federale, definite il 31 maggio 2000». Schaller non ha commentato le cifre e le accuse rivolte al capo del DDPS, attribuendone la piena e sola responsabilità all’autore dell’articolo.
swissinfo e agenzie

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