La credibilità è donna?
Per la prima volta tre donne capeggiano la classifica degli esponenti dei partiti politici più graditi.
Il barometro elettorale conferma la tendenza che vede le donne in buona posizione nella politica.
Con il barometro elettorale, dell’Istituto di ricerche, politica e stato, GfS, anche lo «star-system» della politica svizzera ha una sua classifica. Oltre all’indirizzo di voto, i politologi bernesi hanno sondato la credibilità degli esponenti più in vista della politica nazionale. Per la prima volta sono tre donne ad occupare il podio degli esponenti della politica più graditi e credibili.
Le donne socialiste
In prima posizione svetta Christiane Brunner, la presidente del Partito socialista. Il successo è segnato da un 56 per cento degli interpellati che le attestano integrità morale.
Un risultato lusinghiero che premia il suo lavoro in sordina per ricompattare il partito, dopo gli anni difficili di Ursula Koch che l’ha preceduta alla guida di quello che è – praticamente a pari merito con l’UDC – il primo partito svizzero. Grazie alle iniziative popolari – l’arma di sempre della sinistra – il partito sembra essere riuscito a rendere visibile il suo impegno per una salute a prezzi abbordabili o per la difesa del servizio pubblico.
Anche al secondo posto si incontra una donna socialista: Simonetta Sommaruga. La deputata bernese non è indiscussa all’interno del suo partito per le sue posizioni pragmatiche, ma gode di ampia popolarità per la sua attività nel campo della protezione delle consumatrici. Ad un notevole 48 per cento di credibilità si oppone solo un cinque per cento di intervistati che dubitano su qualità, statura e buone intenzioni della Sommaruga.
Risalita borghese
Al terzo posto della classifica si attesta la nuova presidente del Partito liberale radicale. Arrivata da pochi mesi alla testa del partito storico dello Stato federale, Cristiane Langenberger ha difeso da subito una via autonoma all’interno del blocco borghese.
Questa posizione chiara e la sua distanza dagli «imprenditori-arraffoni», come sono stati chiamati i manager dai salari miliardari, sembrano portare ad una percezione positiva del suo operato. Con un 43 per cento di consensi e ben poche posizioni nettamente contrarie, sembra essere riuscita nell’intento programmatico di ridare riconoscibilità al partito, anche se la ripresa in punti percentuali stenta, nella generale tendenza alla polarizzazione tra UDC a destra e PS a sinistra, segnalata dal sondaggio.
Il fenomeno Blocher
Al quarto posto segue il primo uomo. Quello che la stampa chiama da anni «il tribuno dell’UDC», Christoph Blocher, è invece il politico più conosciuto, ma su di lui si dividono gli animi. Con delle azioni a tappeto, l’industriale distribuisce i suoi discorsi in tutte le bucalettere della nazione ed è da tempo la figura dominante nel suo partito.
Il sondaggio lo conferma fra i politici più integri con il 42 per cento dei consensi. Ma un ulteriore 37 per cento ha un’opinione diametralmente diversa. Secondo gli autori dello studio, i detrattori non sono solo a sinistra: il dissenso cresce anche nelle file dei radicali dove si respingono con più decisione le posizioni intransigenti.
Per i liberali radicali si delinea dunque un compattamento delle posizioni intorno alla nuova presidente Langenberger. Questa ha più volte ribadito la linea alternativa del suo partito, rispetto all’UDC. Eppure i dati sembrano relativizzare il successo oltre il confine del partito: l’indice del PLR non dà segni di ripresa.
Fanalino di coda invece il PPD. Fra i dieci personaggi politici più conosciuti e apprezzati non figurano né il presidente, né il capo del gruppo parlamentare, né un consigliere federale. Al settimo posto si incontra però Carlo Schmid, consigliere agli Stati appenzellese.
In genere comunque la posizione delle donne sembra consolidata e riconosciuta nel panorama politico elvetico.
swissinfo, Daniele Papacella

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