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“Oggi più che mai abbiamo bisogno dell’ONU”

Joseph Deiss: da docente di economia a Friburgo a presidente dell'Assemblea generale dell'ONU Keystone

Le Nazioni unite sono l’unica organizzazione che possiede un carattere universale e che può affrontare sfide sempre più globali. È l’opinione dell’ex consigliere federale Joseph Deiss, che da settembre assumerà la presidenza dell’Assemblea generale dell’ONU a New York.

Ministro degli esteri nel 2002, quando la Svizzera era entrata a far parte Nazioni unite, Joseph Deiss si ritrova ora per un anno alla testa dell’Assemblea generale dell’organismo internazionale. L’ex docente di economia e consigliere federale, che si era battuto una decina d’anni fa per l’adesione della Confederazione all’ONU, illustra a swissinfo.ch la sua futura attività e ricorda l’importanza delle Nazioni unite a livello mondiale.

swissinfo.ch: Nel suo discorso di investitura all’ONU ha citato il preambolo della Costituzione federale, dichiarando che “la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”. Questa frase sarà il tema ricorrente della sua presidenza?

Joseph Deiss: Nel nostro paese la solidarietà ha svolto un grande ruolo sin dalla nascita della Confederazione. Credo che questo spirito possa diventare un modello di successo anche per la comunità internazionale. Non a caso ho ricevuto molti riscontri positivi per questa citazione.

swissinfo.ch: Le Nazioni unite si trovano di fronte a grandi sfide. Secondo lei sono in grado di imporsi in un mondo sempre più globalizzato?

J.D.: Oggi più che mai abbiamo bisogno delle Nazioni unite. È l’unica organizzazione che può pretendere di avere un carattere universale e oggigiorno le questioni più importanti che interessano l’umanità hanno una portata globale. Devono quindi essere risolte in un foro che riunisce tutti i paesi. Non conosco nessun altro luogo in cui ciò è possibile.

swissinfo.ch: Il suo primo appuntamento importante in qualità di presidente dell’Assemblea generale dell’ONU sarà il vertice sugli Obbiettivi del Millennio. Quali sono le sue aspettative?

J.D.: Spero naturalmente che sia un successo. Lo sarà, se non ci accontenteremo di dire che possiamo raggiungere determinati obbiettivi entro il 2015. Da questo vertice deve scaturire una nuova volontà di cambiamento e un piano di azione. E ogni membro deve sapere cosa dovrà fare nei prossimi anni.

È importante dimostrare che si vuol fare qualcosa di molto grande. Gli Obbiettivi del Millennio e le attività previste per la loro realizzazione rappresentano l’impresa più grande lanciata finora dall’umanità per lottare contro la povertà su scala mondiale.

Sarà quindi questo il mio messaggio: abbiamo già fatto molto, ma dobbiamo fare ancora molto di più. E ne abbiamo i mezzi. Se riusciremo, la gente potrà costatare e apprezzare in tutto il mondo il lavoro svolto dall’ONU.

swissinfo.ch: L’Assemblea generale dell’ONU, che non dispone di un potere decisionale, viene spesso considerata un luogo di chiacchiere. Come reagisce a questa critica?

J.D.: È un rimprovero che viene mosso molto spesso. Secondo me, l’Assemblea generale dispone di competenze e di un potere più grandi di quanto ci si immagina generalmente. Ad esempio, è incaricata di approvare il budget dell’organizzazione e di scegliere il segretario generale. È inoltre chiamata a vegliare sul rispetto della Carta delle Nazioni unite e a svilupparla ulteriormente.

Non è quindi corretto dire che l’Assemblea generale non ha un potere decisionale. In realtà può gettare le basi per sviluppare il diritto internazionale e dispone di un carattere quasi legislativo.

Ma posso rispondere anche in altro modo a questa critica. In tutto il mondo non esiste un altro luogo, in cui i rappresentanti di 192 paesi si incontrano regolarmente, in cui possono prendere la parola e dire ciò che vogliono. E in cui gli altri sono tenuti anche ad ascoltare. Già solo questo fatto mi sembra un’enorme conquista per tutta la comunità internazionale.

swissinfo.ch: In quali settori intende porre l’accento nel corso della sua presidenza?

J.D.: Un tema sul quale intendo compiere un sforzo particolare riguarda la promozione di un’economia verde. Il nostro pianeta ha bisogno di uno sviluppo durevole: la crescita economica deve quindi essere condotta tenendo conto dell’ambiente.

Un altro settore importante concerne il “buongoverno”. Dobbiamo trovare delle soluzioni a numerosi problemi che superano i confini nazionali e di cui si occupano piccoli gruppi, come il G20, al di fuori dell’Assemblea generale dell’ONU.

swissinfo.ch: Nell’ambito del suo incarico sarà chiamato soprattutto a svolgere compiti di coordinamento e non ad assumere posizioni politiche. In che misura potrà quindi provocare dei cambiamenti?

J.D.: Voglio e devo essere il presidente di tutti i 192 Stati membri. Se riesco a svolgere bene questo ruolo, posso sicuramente raggiungere qualcosa. Il presidente rappresenta per me una sorta di capo facilitatore, il cui compito è di trovare un compromesso tra le posizioni dei vari paesi membri.

A tale scopo dispongo di mezzi importanti. Ad esempio, l’agenda dell’Assemblea generale viene fissata dal Comitato generale, che comprende 21 membri e che viene diretto da me. Il presidente può inoltre lanciare dei dibattiti e promuovere dei temi che gli stanno a cuore o che sono di grande attualità.

swissinfo.ch: Tra i temi più ricorrenti vi è quello della riforma del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Potrà fare qualcosa per far progredire questo progetto in cantiere da molto tempo?

J.D.: Si tratta effettivamente di una delle questioni più sensibili ai quali l’Assemblea generale deve trovare una risposta. Mi sono già preparato per affrontare questo tema e spero di poter imprimere un nuovo slancio alle discussioni, anche non sarà possibile giungere ad una soluzione completa nel giro di un anno.

Tutti sono d’accordo nel ritenere necessaria una riforma del Consiglio di sicurezza. Divergenze sussistono tuttavia sulle proposte di cambiamento. Si tratta ora di sapere se i lavori compiuti negli ultimi mesi daranno dei frutti. A tale scopo, prima di poter continuare, dobbiamo attualmente aspettare le prese di posizione dei paesi membri.

swissinfo.ch: Quale presidente dell’Assemblea generale non rappresenta la Svizzera. Ma potrà inculcare in qualche modo dei valori svizzeri?

J.D.: Di certo l’esperienza elvetica nel campo della neutralità, spesso menzionata dalle persone che lavorano con me. Credo che anche la nostra capacità di trovare dei compromessi possa essere utile. E forse il nostro modo di procedere in modo pragmatico, cercando di trovare delle soluzioni ai problemi piuttosto che di perderci in teorie.

Rita Emch, swissinfo.ch, New York
Traduzione e adattamento Armando Mombelli

Joseph Deiss nasce nel 1946 a Friburgo. È sposato e padre di due figli.

Ottiene il dottorato in economia dopo aver studiato a Friburgo e a Cambridge.

Nel 1983 è nominato professore ordinario di economia politica all’Università di Friburgo.

Dal 1993 al 1996 svolge la funzione di sorvegliante dei prezzi presso la Confederazione.

Durante la sua carriera politica, cominciata nel 1981 nel Partito Popolare Democratico (PPD), ricopre cariche a livello comunale e cantonale.

Nel 1991 è eletto in Consiglio nazionale (Camera del popolo) e l’11 marzo 1999 entra a far parte del governo svizzero (Consiglio federale).

Dal 1999 al 2002 dirige il Dipartimento federale degli affari esteri: in veste di capo della diplomazia, si batte per gli accordi bilaterali con Bruxelles e per l’entrata della Svizzera nelle Nazioni Unite, nel 2002.

Dal 2003 al 2006 assume le redini del Dipartimento federale dell’economia (nel 2004 è presidente della Confederazione).

Tra i principali successi da ministro dell’economia vi è l’accettazione in votazione popolare dell’estensione della libera circolazione delle persone (2005).

L’Assemblea generale è il plenum dell’organizzazione dove i 192 Stati membri dispongono del medesimo diritto di voto, indipendentemente dalla loro dimensione o potenza.

La presidenza cambia ogni anno secondo il principio di rotazione tra i cinque gruppi regionali dell’organizzazione.

Nel 2010 tocca al Gruppo degli Stati dell’Europa occidentale e altri Stati (WEOG), ciò che ha permesso alla Svizzera di presentare la candidatura di Joseph Deiss.

Tra i compiti del presidente dell’Assemblea generale vi è l’organizzazione dell’agenda annuale, in seguito concretizzata in collaborazione con l’ufficio presidenziale.

Il presidente conduce il dibattito generale durante le due settimane della sessione annuale e delle sessioni straordinarie. In caso di impedimento, può essere sostituito da uno dei suoi 21 vicepresidenti.

Assieme agli Stati membri, il Segretario generale e i presidenti delle sei commissioni dell’Assemblea generale, partecipa inoltre all’elaborazione di progetti di risoluzione consensuali, che saranno poi presentati all’Assemblea.

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