Otto operatori medici dell'ong International Assistance Mission (IAM), con sede a Ginevra, e due interpreti sono stati uccisi nel nord-est dell'Afghanistan. Il massacro è stato rivendicato dai taleban con una telefonata a un'agenzia di stampa.
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In un primo tempo la polizia aveva imputato il massacro a una banda di delinquenti comuni.
Le vittime sono sette uomini – 5 statunitensi e 2 afghani – e tre donne – un’americana, una britannica e una tedesca, ha confermato il direttore dell’ong Dirk Frans. I cadaveri sono stati ritrovati venerdì nella provincia di Badakhshan vicino ai loro veicoli.
Il gruppo di undici persone era in viaggio verso Kabul, al termine di una missione al confine col Pakistan, quando è stato assalito, dopo essersi accampato per la notte. L’unico superstite è un interprete afghano. L’uomo ha raccontato che “un gruppo di persone armate è arrivato, ha messo tutti in fila ed ha sparato. Poi ha rubato tutto”. Al momento dell’esecuzione egli ha recitato alcuni versetti del Corano e i talebani, rendendosi conto che era musulmano, lo hanno graziato.
La IAM è operativa in Afghanistan dal 1966, con una breve interruzione quando i suoi membri furono espulsi temporaneamente dal paese dal governo dei talebani nel 2001.
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