Prospettive svizzere in 10 lingue

«Il francese, una lingua nazionale che apre prospettive internazionali»

Il sistema svizzero di formazione professionale è una fonte d'ispirazione per la Francofonia. Keystone

Membro della delegazione elvetica all’Assemblea parlamentare della Francofonia, Didier Berberat spiega l’interesse di questa rete internazionale per l’insieme della Svizzera. Un’idea che si sta facendo strada anche tra gli svizzeri di lingua tedesca. Intervista.

Della Francofonia si conosce soprattutto l’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIFCollegamento esterno). Ma anche i parlamentari dei paesi membri hanno voce in capitolo. E questo nel quadro dell’Assemblea parlamentare della Francofonia (APFCollegamento esterno), attualmente riunita a Berna.

La Svizzera è rappresentata da una delegazioneCollegamento esterno di dieci persone, tra cui il deputato socialista alla Camera dei Cantoni Didier Berberat. In questo contesto, il consigliere agli Stati presiede la Rete parlamentare di lotta all’HIV/Aids, alla tubercolosi e al paludismo che si è riunita il mese scorso a N’Djamena, nel Ciad.

Didier Berberat, membro della delegazione elvetica all’Assemblea parlamentare della Francofonia. Keystone

swissinfo.ch: Quali sono i problemi che avete identificato durante la riunione di N’Djamena?

Didier Berberat: Uno dei grandi problemi è la stigmatizzazione degli omosessuali. Alcuni paesi hanno reintrodotto, o prevedono di farlo, delle pene detentive nei loro confronti. Queste misure sono assolutamente controproducenti rispetto agli sforzi di prevenzione e di diagnosi.

swissinfo.ch: Quale ruolo svolgono gli islamisti e gli evangelici in queste politiche discriminatorie? Si tratta di un problema sempre più presente in Africa?

D. B.: In effetti. Se da un lato constatiamo dei progressi a livello democratico, con dei paesi maggiormente sensibili all’immagine che potrebbero dare all’esterno, dall’altro assistiamo all’avanzata degli integralismi islamici nei paesi musulmani, ma pure di altre forme d’integralismo nei paesi perlopiù cristiani. E questo sotto la pressione degli ambienti evangelici americani.

Berna, capitale della Francofonia

Circa 400 parlamentari e rappresentati di parlamenti di tutta la Francofonia (circa 80 paesi e regioni, osservatori o associati) si riuniscono questa settimana a Berna, capitale svizzera e capoluogo di un cantone bilingue. Scopo dell’incontro: discutere e adottare delle risoluzioni destinate all’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) e dei suoi Stati membri. L’Assemblea parlamentare della Francofonia (APF) svolge un ruolo consultivo presso l’OIF.

Su proposta della delegazione svizzera, il tema del dibattito generale della 41º sessione dell’APF è: «Incoraggiare l’accesso a una formazione di qualità per tutti: una sfida prioritaria per la Francofonia».

Sono stati definiti due assi: la formazione professionale e l’istruzione online. In questi due campi, la competenza e l’esperienza svizzera interessa molto agli altri membri della Francofonia.

Questi predicatori non riescono a dettare la propria legge a casa loro. Praticano una forma di colonizzazione nei paesi in sviluppo per tentare di imporre il loro ordine morale. Ciò è molto pericoloso. Lo si vede in particolare nella Repubblica democratica del Congo o in Gabon, dove delle congregazioni evangeliche dispongono di grandi mezzi finanziari per tentare d’imporre la loro visione retrograda della società.

swissinfo.ch: La Svizzera tedesca ha per lungo tempo mostrato poco interesse per la Francofonia. Le mentalità sono cambiate? Questa assemblea a Berna può rafforzare l’interesse della parte germanofona della Svizzera?

D. B.: La Francofonia concerne a priori più gli svizzeri romandi che i loro compatrioti tedeschi, nella misura in cui la delegazione svizzera all’assemblea è composta di parlamentari romandi. Sta comunque emergendo una certa presa di coscienza. È iniziata quando c’è stato bisogno di lottare per ottenere un credito per il vertice della Francofonia a Montreux nel 2012.

La nostra delegazione non vuole rappresentare soltanto la Svizzera romanda, ma anche difendere gli interessi di tutta la Svizzera. Far parte dell’OIF e dell’APF permette di ottenere solidarietà, di costituire delle reti.

Quando si tratta di difendere l’insediamento di un’organizzazione internazionale, il fatto di incontrare i paesi dell’OIF che rappresentano più di un terzo dei membri dell’ONU permette a Ginevra di avere degli alleati di fronte alla concorrenza di altre città e nazioni.

swissinfo.ch: Questa dimensione è ben compresa dai parlamentari svizzeri di lingua tedesca?

D. B.: È stato necessario spiegarla chiaramente quando abbiamo votato il credito per il vertice di Montreux. Ci siamo battuti molto assieme ad Alain Berset (ministro svizzero, ndr), all’epoca parlamentare e presidente della delegazione elvetica all’APF. Questa realtà inizia a essere capita, anche se gli svizzero tedeschi sono in un’altra configurazione linguistica e culturale.

Formazione dei giovani, un’urgenza

Il capo della diplomazia elvetica Didier Burkhalter ha invitato giovedì l’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) a impegnarsi maggiormente in favore della gioventù. «In un’epoca di crescita degli estremismi violenti, mentre dei paesi interi sono tartassati da crisi di ogni tipo e mentre dei paesi coraggiosi come la Tunisia sono colpiti dal terrorismo, è fondamentale che la comunità internazionale s’impegni in modo risoluto per la gioventù di oggi e di domani», ha affermatoCollegamento esterno di fronte alla 41º Assemblea parlamentare della Francofonia riunita a Berna.

Una preoccupazione condivisa da Michaëlle Jean. Nel suo discorsoCollegamento esterno, la segretaria generale dell’OIF ha sottolineato che: «La popolazione di giovani non è mai stata così numerosa nella storia dell’umanità. Nell’area francofona i giovani sono 245 milioni. Ogni anno 12 milioni si presentano sul mercato del lavoro senza potervi accedere. Che disastro!».

La formazione professionale deve essere al centro della cooperazione svizzera, secondo Didier Burkhalter: «L’anno prossimo, rivedremo le priorità del nostro aiuto internazionale e prevediamo di intensificare fortemente l’azione della Svizzera per la formazione nel mondo».

swissinfo.ch

swissinfo.ch: Il fatto che il francese sia un’importante lingua internazionale si sta facendo strada nella Svizzera tedesca, considerato che alcuni cantoni vorrebbero prediligere l’insegnamento dell’inglese?

D. B.: Il francese come lingua internazionale dimostra che c’è tutto l’interesse ad impararlo nella Svizzera tedesca. Un’assemblea come questa permette di mostrare ai nostri amici svizzero tedeschi che il francese non è soltanto la lingua dei romandi o delle vacanze sulla Costa Azzurra. Con il francese si può anche dedicarsi al commercio o seguire studi di alto livello. È una lingua nazionale che apre prospettive internazionali.

swissinfo.ch: È immaginabile che un parlamentare germanofono faccia parte della delegazione svizzera?

D. B.: Siamo aperti e ci stiamo pensando, siccome bisognerà ricomporre la delegazione dopo le elezioni federali del 18 ottobre. È senza dubbio possibile che un partito proponga uno svizzero tedesco, a patto che abbia delle conoscenze di francese. I dibattiti sono infatti, ovviamente, in francese. Tra i parlamentari svizzero tedeschi c’è gente che parla bene il francese. Non importa se con o senza accento.

In seno alla Francofonia, i rappresentanti sono spesso bilingue, come l’attuale presidente dell’APF Paul McIntyre. È canadese e appartiene alle cultura francofona e a quella anglofona.

Il fatto di associare dei germanofoni alla delegazione all’APF permetterebbe anche di meglio diffondere l’APF e l’OIF nella Svizzera tedesca.

swissinfo.ch: Michaëlle Jean, la nuova segretaria generale dell’OIF, ha detto di voler mettere l’accento sull’economia. Lei ha già notato qualcosa in questo senso?

D. B.: Per il momento no, anche perché ha appena iniziato il suo mandato. Michaëlle JeanCollegamento esterno ha tuttavia la ferma intenzione di farlo, come mi ha confermato durante il nostro incontro a Parigi la settimana scorsa. Affronteremo questo tema nel quadro della commissione per l’istruzione di cui sono presidente. E questo per sapere quale forma di istruzione permette a un giovane di avere le maggiori possibilità sul mercato del lavoro.

Promuoveremo il sistema svizzero di formazione dualeCollegamento esterno (apprendistato in azienda e corsi in una scuola professionale, ndr), pur essendo coscienti che non lo si può applicare tale e quale altrove. Ci vogliono condizioni quadro che alcuni paesi non hanno, in particolare in Africa. L’apprendistato in Svizzera è un successo. Ma è il frutto di 120 anni di tentativi, di evoluzioni e di dialogo sociale.

Michaëlle Jean è molto interessata a questo sistema di formazione. In quest’ottica, ha una forte volontà di promuovere la Francofonia economica. La segretaria generale intende effettuare un giro nei paesi membri per ottenere in particolare un fondo in favore dei programmi di formazione professionale in alcuni paesi.

Francese nel mondo

Il numero di persone che parla francese nel mondo è stimato a 274 milioni, di cui 212 milioni lo utilizzano quotidianamente nei cinque continenti.

Il francese è la quinta lingua più parlata nel mondo e la sola, con l’inglese, a essere presente sui cinque continenti.

Il maggior numero di francofoni (55%) si trova in Africa.

Gli 80 Stati e governi dell’OIF totalizzano un miliardo di abitanti, ovvero il 16% della popolazione mondiale.

Il francese è la seconda lingua delle organizzazioni internazionali e del commercio in Europa.

I paesi francofoni rappresentano il 20% degli scambi commerciali.

Fonte: OIF

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