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Fare pagare la crisi a disabili e pensionati?

Keystone

L'Assicurazione invalidità (AI) è sull'orlo del tracollo finanziario. Per evitarlo, governo e parlamento propongono un finanziamento aggiuntivo tramite un aumento temporaneo dell'IVA. In gioco c'è anche il futuro dell'AVS. L'elettorato si esprimerà in settembre.

I tempi stringono. I risparmi imposti con la 5a revisione dell’AI, da soli, non bastano per risanarla. Occorrono risorse supplementari. Il governo ha promesso di presentare un progetto di nuova riforma l’anno prossimo. Tuttavia non si può rimanere inermi in attesa dell’attuazione della 6a revisione. Tutti concordano infatti che per salvare l’AI bisogna assolutamente intervenire già nel 2010.

Dopo un duro braccio di ferro e una conferenza di conciliazione, la maggioranza del parlamento in giugno ha accettato di innalzare lievemente e in modo differenziato i tassi dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) nel periodo 2010-2016 a titolo di finanziamento aggiuntivo transitorio.

L’aliquota massima crescerebbe di 0,4 punti percentuali all’8%, mentre il tasso ridotto per i beni di consumo passerebbe dal 2,4 al 2,5%. Il tasso speciale per il settore alberghiero salirebbe di 0,2 punti al 3,8%.

Al momento del voto in parlamento, soltanto l’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice), sempre contraria a qualsiasi aumento di tasse e imposte, si è opposta a questa soluzione di compromesso, invocando nuove riduzioni delle prestazioni.

Un collasso dell’AI che trascinerebbe nel baratro l’AVS

Se si volesse percorrere la via indicata dall’UDC, ossia “risanare l’AI senza questo credito ponte, si dovrebbe tagliare il 40% delle prestazioni. Sarebbe una mazzata sociale sulle spalle dei più deboli della società”, ha osservato Alard Du Bois-Reymond, capo della sezione AI presso l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, in un articolo sul quotidiano Neue Zürcher Zeitung.

Ma non solo. Con i suoi 13 miliardi di franchi di debiti accumulati e 1,5 miliardi di deficit annuali, l’AI pesa sul fondo di compensazione dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) con 400 milioni di franchi di interessi passivi all’anno.

“Questi resterebbero da pagare, anche se si chiudesse l’AI e non si versasse più alcuna rendita”, ha sottolineato il direttore dell’UFAS Yves Rossier in una recente intervista al settimanale “Zentralschweiz am Sonntag”. Perciò il finanziamento aggiuntivo è “veramente urgente”.

Visto che le due assicurazioni sono legate in un unico fondo di compensazione, l’oneroso fardello dell’AI, ereditato dal passato, ora mette a repentaglio anche l’AVS. Le liquidità di quest’ultima già l’anno prossimo copriranno solo il 50% delle uscite, spiega Rossier. Questa quota scenderà ulteriormente, attestandosi al 20% nel 2018. L’AVS non avrà allora più i mezzi sufficienti per pagare tutte le rendite, avverte Rossier. E ciò su uno sfondo di crisi che, se perdurasse, accelererebbe l’evoluzione negativa.

Governo e politici disorientati dalla crisi

Le puntualizzazioni degli specialisti per mezzo stampa sono intervenute in seguito alla confusione generata dalla clamorosa decisione del governo, che due settimane dopo aver fissato al 17 maggio la votazione sul progetto di finanziamento aggiuntivo, l’ha rinviata “temporaneamente” al 27 settembre.

Si è trattato di una decisione senza precedenti di un esecutivo elvetico, che si è ritrovato fra l’incudine e il martello: all’imperativo di risanare l’AI e l’AVS, nel frattempo si è aggiunto quello di contrastare la recessione. Proprio fra le misure anti-crisi, le organizzazioni economiche hanno avanzato una richiesta che va esattamente in senso contrario al piano di finanziamento dell’AI: hanno sollecitato un abbassamento temporaneo dell’IVA.

La ministra dell’economia Doris Leuthard ha apertamente sostenuto tali rivendicazioni. A darle man forte è intervenuto anche il presidente del suo partito – il popolare democratico (PPD) – Christophe Darbellay. In interviste ai media, il parlamentare vallesano ha motivato il voltafaccia con il mutamento della situazione economica. A suo parere, nel contesto attuale, un aumento dell’IVA “sarebbe una scemata” perché inciderebbe sul potere d’acquisto e dunque sui consumi.

La tattica dello scaricabarile

Di fronte alle pressioni crescenti, che trovavano appoggio anche al proprio interno, e sentendo il pericolo di una bocciatura in votazione popolare, il governo ha deciso di scaricare la patata bollente al parlamento. Ha posticipato lo scrutinio e ha chiesto al parlamento di decidere nell’intervallo se vuole modificare il progetto di finanziamento dell’AI. La condizione è di presentare un’alternativa valida, che possa ottenere il sostegno di una larga maggioranza parlamentare.

Quella sorta di calcio nel formicaio ha scosso i partiti. A parte l’UDC, che ovviamente ha cantato vittoria, gli altri tre partiti di governo si sono ricompattati. Pur biasimando il Consiglio federale per il rinvio, i Partiti socialista, liberale radicale e popolare democratico hanno garantito che sosterranno attivamente il progetto in votazione federale.

La soluzione proposta è stata confermata come l’unica valida anche dalla Commissione della sicurezza sociale della Camera bassa, che venerdì scorso ha deciso di non cambiare una virgola nel progetto. La stessa linea è stata mantenuta giovedì dalla sua omologa della Camera alta. Perciò, il parlamento non dovrà più pronunciarsi. L’ultima parola spetterà al popolo e ai cantoni il 27 settembre. Ora che ha ottenuto le necessarie garanzie di sostegno, il governo confermerà infatti quella data per la votazione federale.

Incertezze sul futuro

Resta ora aperto l’interrogativo sulle conseguenze di tutte queste tergiversazioni e tattiche nell’opinione pubblica. Il rinvio è “un segnale sbagliato, perché potrebbe far credere che questo finanziamento non è urgente, mentre in realtà è indispensabile che entri in vigore all’inizio del 2010”, ha detto a swissinfo Adrian Hauser, membro del comitato dell’Associazione delle organizzazioni svizzere delle persone disabili e della salute “pro AI”.

Inoltre la votazione rischia di arrivare in un brutto momento congiunturale: se le previsioni si confermeranno, la crisi nei prossimi mesi si aggraverà. Dunque l’elettorato potrebbe anche essere meno disposto ad avallare un aumento dell’IVA.

L’importante ora è riuscire a fare capire qual è la posta in gioco: “se dalle urne uscisse un no, ci sarebbe un problema d’esistenza dell’AI”, afferma Hauser.

Ancora più drammatico lo scenario paventato dal capo della Cassa di compensazione AI di Svitto Andreas Dummermuth dalle colonne dell’Aargauer Zeitung. Senza i tempestivi interventi nell’AI e nell’AVS, fra qualche anno c’è il rischio di un grounding del primo pilastro della previdenza pensionistica, sostiene. E “un grounding del primo pilastro significherebbe il grounding della Svizzera”, conclude.

swissinfo, Sonia Fenazzi

17.06.07: il popolo approva la riforma dell’AI che contempla una serie di misure di risparmio. Limitare le uscite è però solo il primo passo: per risolvere i problemi finanziari è indispensabile trovare risorse supplementari.

13.06.08: le Camere federali approvano un piano di compromesso che prevede un innalzamento temporaneo dei tassi dell’imposta sul valore aggiunto (IVA), nel periodo 2010-2016, per il finanziamento aggiuntivo dell’AI. Parallelamente decidono di istituire un fondo di compensazione indipendente dell’AI.

Poiché comporta una modifica costituzionale, il progetto deve essere sottoposto al voto di popolo e cantoni.

14.01.09: il governo annuncia che questo oggetto sarà messo in votazione federale il 17 maggio.

28.01.: il governo annuncia che il voto in questione è differito provvisoriamente al 27 settembre. Nell’intervallo il parlamento deve decidere se mantenere invariato il progetto di finanziamento aggiuntivo dell’AI oppure proporre un’alternativa valida.

13.02.: la Commissione della sicurezza sociale del Consiglio nazionale (Camera bassa) decide di mantenere il progetto immutato.

21.02:
La Commissione della sicurezza sociale del Consiglio degli Stati (Camera alta) decide pure di mantenere il progetto invariato.

La gestione finanziaria e patrimoniale dell’AVS, dell’AI e delle indennità di perdita e guadagno (IPG) attualmente è riunita in un unico fondo di compensazione.

L’avere del fondo serve a finanziare le prestazioni annuali delle tre assicurazioni fissate dalla legge.

Parallelamente al Decreto sul finanziamento aggiuntivo temporaneo dell’AI mediante l’aumento dell’IVA, il parlamento ha modificato le leggi e ne ha emanata una sul risanamento dell’AI per istituire, dal 1° gennaio 2010, un fondo di compensazione per quest’ultima, indipendente da quello dell’AVS.

Nel fondo AI sono trasferiti 5 miliardi di franchi da quello attuale dell’AVS. Nei passivi del suo bilancio sono riportate le perdite dell’AI al 31 dicembre 2009.

La creazione del fondo di compensazione AI è vincolata al finanziamento aggiuntivo dell’AI. Il governo è inoltre tenuto a presentare entro il 31 dicembre 2010 il messaggio sulla 6a revisione dell’AI.

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