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Aumentano le autodenunce degli evasori fiscali tedeschi

Anche Uli Hoeness, presidente del Bayern di Monaco, è finito nel mirino del fisco tedesco. Keystone

Nei primi sei mesi del 2013, un numero considerevole di evasori fiscali con un conto bancario in Svizzera si è autodenunciato. In Germania, sono in totale oltre 50'000 le persone che hanno comunicato volontariamente la loro situazione al fisco. E non è ancora finita.

L’aumento più marcato delle autodenunce è stato registrato nel Nord Reno-Vestfalia. Tra gennaio e giugno 2012, le autorità fiscali del Land tedesco hanno ricevuto 1’528 segnalazioni di evasori “pentiti”, ovvero quattro volte in più rispetto al primo semestre dell’anno scorso.

Dal 2010, il Nord Reno-Vestfalia ha acquistato quattro cd contenenti dati bancari, per un valore complessivo di 9 milioni di euro. Da allora sono quasi 9’000 le persone ad essersi autodenunciate presso le autorità, ciò che ha permesso al fisco di incassare oltre 670 milioni di euro di imposte supplementari.

In altri cinque Länder – Baden-Württemberg, Baviera, Renania-Palatinato, Assia e Bassa Sassonia – sono state registrate più di 1’000 autodenunce nei primi sei mesi dell’anno. Già in aprile, un sondaggio effettuato dal settimanale Die Zeit tra le autorità fiscali del paese aveva evidenziato che circa 47’2000 evasori si erano autodenunciati dall’inizio 2010. Dopo il netto aumento degli ultimi mesi, dovrebbero quindi superare ampiamente quota 50’000.

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Il fallimento dell’accordo e l’effetto “Hoeness”

Questo forte incremento è legato soprattutto al fallimento dell’accordo fiscale con la Svizzera, ritengono diverse autorità fiscali. «A differenza dello stesso periodo del 2012, nel primo semestre di quest’anno non c’era più la speranza di beneficiare di un’amnistia anonima, come quella proposta da questo accordo ingiusto con la Svizzera», spiega ad esempio il Ministero delle finanze del Nord Reno-Vestfalia.

Il progetto di accordo fiscale negoziato dai governi di Svizzera e Germania era stato affossato dal parlamento tedesco a fine 2012. Ad opporsi erano stati soprattutto i socialisti e i Verdi.

In seguito a questa bocciatura, è quindi probabile che le autorità tedesche continueranno ad acquistare cd con dati bancari rubati. «Per molti, la paura di essere scoperti rimane la principale ragione che li porta ad autodenunciarsi, quando l’appello all’onesta non è stato sufficiente», ha affermato il ministro delle finanze del Nord Reno-Vestfalia Walter Borjans.

Ad aver contribuito all’aumento delle autodenunce è forse stato anche l’effetto “Hoeness”. Lo scorso aprile, è emerso che il presidente del Bayern di Monaco Uli Hoeness, che per 13 anni ha avuto un conto alla banca svizzera Vontobel, aveva evaso il fisco. Una rivelazione che aveva infiammato ancor di più il dibattito sulla fiscalità in Germania.

Non tutti si autodenunciano

Il numero di autodenunce è destinato a crescere ulteriormente nelle prossime settimane, prevede Thomas Eigenthaler, responsabile del sindacato tedesco delle imposte. «Numerose autodenunce sono ancora in fase di preparazione», dice a swissinfo.ch.

Malgrado i cd e la strategia dei soldi puliti adottata dalle banche svizzere, sono ancora molte le persone che non si sono autodenunciate, ritiene Thomas Eigenthaler. «Alcuni, come Hoeness o Klaus Zumwinkel [l’ex responsabile della posta, ndr] temono di essere smascherati, ciò che comporta una stigmatizzazione sociale. Altri hanno invece degli scheletri nell’armadio: il loro patrimonio proviene da giochi d’azzardo, dal riciclaggio di denaro o dal traffico di esseri umani. Non bisogna credere che tutti si presenteranno pentiti alle autorità».

Inoltre, prosegue il sindacalista, «non è ancora chiaro se la strategia del denaro pulito sia davvero efficace. La banca svizzera può contare unicamente sulle informazioni comunicate volontariamente dal cliente. Bisogna anche chiedersi se una banca può davvero permettersi di trasmettere i dati di un cliente, visto che questo spaventerebbe sia i clienti attuali che quelli potenziali».

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La Germania rimane importante per le banche elvetiche

Con l’indebolimento del segreto bancario, in che misura le banche svizzere potranno rimanere attrattive per i clienti tedeschi? UBS, Credit Suisse e Julius Baer indicano a swissinfo.ch di non essere in grado di fornire cifre relative a un’eventuale forte riduzione della richiesta tedesca.

«Nel 2011 abbiamo previsto delle perdite complessive per l’Europa comprese tra i 12 e i 30 miliardi di franchi», afferma tuttavia un portavoce di UBS. «Non ci siamo sbagliati. Le perdite sono però state compensate da nuovi afflussi di denaro. Nel primo trimestre 2013, UBS ha ad esempio registrato entrate da tutt’Europa per un valore di 1,1 miliardi di franchi. Per UBS, la Germania rimane il principale mercato in Europa».

Dall’apparizione dei primi cd contenenti dati bancari e da quando le banche svizzere chiedono ai loro clienti di essere in regola con il fisco, numerosi tedeschi avrebbero potuto depositare legalmente i loro averi in Germania oppure trasferirli nei paradisi fiscali.

Per le banche svizzere, il potenziale più grande di crescita si trova al di fuori dell’Europa. «Negli ultimi anni abbiamo registrato forti afflussi patrimoniali, in particolare nei mercati emergenti quali Asia e America latina», spiega un portavoce del Credit Suisse. «Siamo comunque in progressione anche nei mercati già affermati dell’Europa. La nostra strategia è di amministrare unicamente i soldi dichiarati al fisco».

Le autorità fiscali tedesche ricevono sempre più autodenunce. Mancano però impiegati per trattarle.

Il problema della carenza di personale negli uffici delle imposte fa discutere da tempo. Milioni di euro andrebbero persi siccome non ci sono abbastanza funzionari per procedere alle verifiche e alle indagini fiscali.

Le autodenunce richiedono in effetti molto lavoro. Spesso vanno analizzati documenti dettagliati e dichiarazioni incomplete.

Il sindacato tedesco delle imposte chiede dunque da tempo più personale. In media, un verificatore costa allo Stato 80’000 euro all’anno, ma potrebbe generare circa un milione in imposte supplementari, ritiene il sindacato.

Secondo Thomas Eigenthaler, responsabile del sindacato, la perequazione finanziaria tra i Länder è indirettamente responsabile di tale situazione.

I Länder che contribuiscono finanziariamente al sistema non investono nel personale, siccome devono assumersi il 100% dei costi, mentre il 95% delle entrate finiscono nel sistema di perequazione, denuncia Eigenthaler, che chiede una riforma del sistema.

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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