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Francofonia: vertice sì, ma che costi meno

Per il Vertice della Francofonia, che si terrà a Montreux dal 20 al 24 ottobre 2010, la Confederazione deve spendere al massimo 30 milioni. Il Dipartimento federale degli affari esteri aveva chiesto un credito di 35 milioni.

Il taglio è diventato definitivo lunedì, dopo che il Consiglio degli Stati – la seconda camera a pronunciarsi sulla questione – ha confermato la decisione della camera bassa. Per organizzare l’incontro dei paesi accomunati dal francese, il dipartimento guidato da Micheline Calmy-Rey potrà spendere 30 milioni.

L’Unione democratica di centro avrebbe addirittura voluto compensare il credito con un taglio di 10 milioni al budget del DFAE. Altri senatori – soprattutto della Svizzera francese – hanno sottolineato le ricadute economiche e politiche positive del vertice, che riunirà sul territorio elvetico capi di stato e di governo in rappresentanza di un terzo dei Paesi membri dell’ONU.

I tempi eccezionalmente rapidi in cui il parlamento è stato chiamato a pronunciarsi dipendono dal fatto che inizialmente l’organizzazione del vertice non era stata affidata alla Svizzera. La scelta è caduta sulla Confederazione dopo che un colpo di stato ha costretto il Madagascar a rinunciare al ruolo di paese organizzatore.

Micheline Calmy-Rey ha sottolineato che per la Svizzera si tratta di una sfida importante: il paese ha otto mesi di tempo per mostrare al mondo di essere in grado di preparare una manifestazione internazionale di questa importanza.

I vertici della Francofonia hanno luogo ogni due anni. Riuniscono i capi di stato e di governo di 56 paesi. A questi si aggiungono 14 paesi osservatori. Gli incontri hanno lo scopo di definire gli orientamenti strategici dell’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF), le cui missioni principali sono la promozione della lingua francese e della diversità culturale e linguistica, nonché la promozione della pace, della democrazia e dei diritti umani.

swissinfo.ch e agenzie

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