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Inondazioni: le lezioni del passato

Il miglioramento della cartografia delle zone a rischio e la prevenzione dei disastri dovuti alle piene sono tra gli obiettivi che la Confederazione intende realizzare entro il 2011 per evitare il ripetersi dei tragici eventi del 2005.

Sei morti e danni per tre miliardi di franchi: le inondazioni di tre anni fa hanno rappresentato l’evento meteorologico più grave della Svizzera degli ultimi 30 anni. L’analisi di quanto successo nell’agosto del 2005 ha oggi permesso di evidenziare le lacune del sistema di allerta e di formulare misure d’intervento specifiche.

Presentando i risultati di tale studio, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e l’Istituto federale di ricerca sulla foresta, la neve e il paesaggio hanno sottolineato giovedì a Berna che la politica in materia di protezione contro le piene deve essere maggiormente impostata sulla gestione integrale dei rischi (prevenzione, controllo e ripristino). In questo contesto, è fondamentale poter disporre di previsioni tempestive e di carte dei pericoli su scala nazionale.

Pure da migliorare: il livello di formazione del personale d’intervento in caso di catastrofe, le azioni di sensibilizzazione destinate alla popolazione e la coordinazione tra le persone coinvolte.

Le catastrofi naturali, rammenta l’UFAM, comportano ripercussioni finanziarie sempre maggiori. Dal 2012, la Confederazione verserà 100 milioni di franchi in più all’anno per far fronte a tali disastri (200 milioni dal 2020).

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